Oggi le Chiese di Sicilia commemorano San Benedetto il Moro che da vivo salvò tante vite ma che da morto non è riuscito a salvare se stesso dalla follia di chi in Estate distrugge con il fuoco la Sicilia

Come ricorda il nostro prestigioso collaboratore che ci onora con la sua firma, le sue spoglie sono state ‘inghiottite’ dall’incendio che la notte del 25 Luglio 2023 ha devastato la chiesa di Santa Maria di Gesù a Palermo

di Frate Domenico Spatola

Oggi le Chiese di Sicilia ne fanno commemorazione liturgica. Di carnagione sicuramente scura, onde il soprannome “Moro”, le sue spoglie mortali si custodivano nella chiesa dei Francescani di “Santa Maria di Gesù” in Palermo, dove visse e morì, nel XVI secolo. Fino alla notte del 25 Luglio 2023, furono custodite le sue spoglie, ma un furibondo incendio, di natura dolosa, devastò la chiesa e il circondario, incenerendone la salma, ivi gelosamente custodita. Poté, in vita salvare altri, ma non riuscì, da morto, a salvare se stesso. Fu il comune lamento. Appunto! Anche Gesù, i suoi miracoli non li faceva per il proprio tornaconto!

La vita di San Benedetto il Moro

Cosa sappiamo del Santo di oggi? Figlio di schiavi, nato a San Fratello (provincia di Messina) nel 1526, ottenne dal principe di cui la famiglia era in condizione servile, la libertà. Ma Benedetto si rese più libero, scegliendo di servire il Signore. Inizialmente come “romita brasiliano”, sul monte Pellegrino a Palermo, accettando presumibilmente la stessa regola che, secoli prima, aveva condiviso Santa Rosalia. Successivamente però abbracciò la “Riforma francescana” di frate Paoluccio Trinci (1380), e portata avanti con fervore da San Bernardino da Siena. In Sicilia fu il introdotta dal Beato Matteo da Agrigento, che visse in stesso convento, dove dimorerà anche dopo morto, e vivendo con il nostro Santo la stessa disavventura di quella maledetta notte di Luglio: incenerito. Piromani maledetti, ogni anno, per malattia mentale o beceri interessi, quanto danno fate alla collettività! Sempre imprendibili quanto criminali incoscienti!

Lo sguardo sempre rivolto ai poveri

Benedetto, fattosi frate francescano, si distinse per la carità verso i poveri. Le testimonianze coeve concordano su questo ideale, che scandiva evangelicamente le scelte del frate, a ritmo di un “mantra”. Grande la spiritualità, che gli veniva dalla preghiera e lo maturava da potere consigliare, pur essendo analfabeta, anche i dotti che venivano a consultarlo. Episodi, come “fioretti”, né furono raccontati tanti da costellare intensamente la sua vita, umile e di fede. L’obbedienza fu la autodisciplina impostasi. Si racconta che, mentre si trovava in chiesa a pregare, la Madonna gli abbia affidato il Bambino Gesù. Era felice! Avrebbe vissuto, comprensibilmente, tutta la vita in quella estatica esperienza, quando, sentita la voce imperiosa del superiore che lo chiamava, lanciò il Bambino alla Madre che lo acchiappò a volo, per buona sorte di Gesù. Questo aneddoto veniva rappresentato dalla bella statua della Vergine che teneva in bilico la sua Creatura. Dal colore bianco, ritenevo che il capolavoro fosse marmoreo, e quindi passato indenne alla furia del fuoco. Invece era una statua linea, che bruciò interamente e a sfregio estremo per il nostro Santo. Mi acquieto all’idea che egli dal cielo se la ride, per queste nostre effimere quanto ingenue… ansie!

Foto tratta da ilSicilia.it

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