Gesù sconfessa il fanatismo di coloro i quali, nel nome della religione, propugnano la “guerra santa”. Il caso delle Chiese ortodosse, ucraina e russa, che continuano a combattersi

di Frate Domenico Spatola

6 Maggio 2024, Lunedì della Sesta settimana di Pasqua: Giovanni 15,26-16,4

Gesù annuncia il difensore, ai discepoli che allerta sulle persecuzioni che subiranno nel Mondo dopo la sua dipartita e a causa lui. Lo chiama “Paraclito”. Dai molteplici significati e tutti per la difesa degli imputati. Prevalgono infatti quelli di “avvocato” e di “protettore”. Ne descrive l’identikit. Lo manderà “il Padre”, dietro sua richiesta. Sua qualifica è quella di “Spirito della verità”. Sua Natura, divina come quella del Padre “da cui procede”. E la missione? Inviato per “testimoniare Gesù”. Sinergica è l’azione richiesta ai discepoli, che lo Spirito legherà al Padre, “perché siete con me fin dal principio”. Anticipava così la difesa dei suoi che avrebbero subito la persecuzione, soprattutto da coloro che “in nome di Dio, li avrebbero cacciati dalle sinagoghe, e fatti morire”. Fanatismo sempre paradossale di coloro che, in nome della religione, propugnano la “guerra santa”. Gesù li sconfessa per non avere conosciuto Dio quale “Padre”, datore di vita, e di essersi inventati un dio di morte. Le Chiese ortodosse, ucraina e russa, hanno celebrato, seguendo il “calendario giuliano”, la loro Pasqua. Mi chiedo: “In nome di Chi?”, continuano ad ammazzarsi per dire: “Christòs anèsti” (Cristo è risorto)? Il comandamento “non usare il nome di Dio invano” infatti vieta qualunque strumentalizzazione del Santo Nome per uccidere!

Foto tratta da parrocchia di San Francesco d’Assisi-Marina di Cerveteri

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