Sette banche europee operano in Russia, incassano utili per oltre 3 miliardi di euro e pagano a Putin 800 milioni di euro di tasse. Ma la Ue non doveva affossare il Paese di Putin?

L’Europa si sta prendendo gioco degli Stati Uniti d’America e dell’Ucraina?

Lo scorso anno le banche occidentali presenti in Russia hanno pagato al Paese di Vladìmir Putin 800 milioni di euro di tasse. Lo scrive un canale Telegram riprendendo un articolo pubblicato dal Financial Times, il noto quotidiano economico-finanziario britannico che fa capo alla holding giapponese Nikkei. Si tratta di un giornale specializzato in cronaca finanziaria e analisi dell’attualità economica. la notizia si legge anche in un articolo dell’ANSA. Prima della guerra in Ucraina le banche occidentali pagavano alla Russia circa 200 milioni di tasse; oggi le tasse pagate ai russi dalle banche occidentali sono quadruplicate. E dire che, a parole, per creare problemi alla Russia era stato stabilito che le banche occidentali avrebbero dovuto ridurre la presenza nel Paese di Putin. Invece è avvenuto l’esatto contrario. Campa cavallo…

Le tasse pagate dalle banche europee al Paese di Putin non stanno avvantaggiando questo Paese?

Tra le sette maggiori banche europee presenti in Russia ci sono le italiane UniCredit e Intesa San Paolo. Le altre banche europee presenti nel Paese di Putin sono la Banca Cooperativa austriaca Raiffeisen Bank International, la Banca olandese ING, le Banche tedesche Commerzbank e Deutsche Bank e la Banca rumena OTP. Queste sette banche, stando a quanto si legge nel post del canale Telegram, hanno realizzato utili per oltre 3 miliardi di euro. Chissà cosa pensano i governanti degli Stati Uniti d’America e il presidente dell’Ucraina Zelensky del fatto che i ‘nemici’ della Russia e alleati degli ucraini fanno utili miliardari nel Paese ‘nemico’ pagando 800 milioni di euro di tasse al Paese ‘nemico’…

Foto tratta da scenarieconomici.it

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