Negli uffici delle Aziende ospedaliere si contano due-tre dipendenti per stanza, mentre nei Pronto Soccorso un medico e un infermiere si debbono occupare di tutti i malati che arrivano

Questo raffronto e le basse retribuzioni di medici e infermieri sono la dimostrazione che la sanità pubblica siciliana è destinata ad affondare

I medici e gli infermieri mancano negli ospedali pubblici di tutte le Regioni italiane, dove più, dove meno. In Sicilia abbiamo avuto modo di notare un particolare che non sappiamo se sia presente anche in altre Regioni del nostro Paese. Il particolare che oggi proveremo a illustrare racconta, a nostro modesto avviso meglio di altri esempi, uno dei perché la sanità pubblica della nostra Isola è un delirio. Il particolare si basa su un raffronto. Provate a entrare negli uffici di qualunque Azienda ospedaliera della Sicilia. Vi accorgerete che ci sono tante stanze. In ogni stanza trovate due, tre e, talvolta, anche quattro dipendenti. Se poi vi recherete in un Pronto Soccorso troverete un solo medico che visita i pazienti e un solo medico che si occupa del reparto di Pronto Soccorso. Lo stesso discorso vale per gli infermieri. Per la cronaca, negli ospedali pubblici siciliani mancano i posti letto così, in attesa che si liberino i posti letto dei reparti, i pazienti in attesa di ricovero vengono ‘momentaneamente’ ricoverati negli stessi Pronto Soccorso: dove il ‘momentaneamente’ potrebbe trasformarsi due, tre, quattro giorni e anche di più.

Per quale motivo un medico dovrebbe andare a lavorare nei Pronto Soccorso della Sicilia dove il carico di lavoro è spaventoso, i rischi sono elevatissimi e le retribuzioni basse?

Dopo di che non vi resta che fare il raffronto. Non sappiamo quale sia il carico di lavoro dei due, tre o quattro dipendenti amministrativi per stanza delle Aziende ospedaliere siciliane; in compenso sappiamo che, nei Pronto Soccorso della Sicilia, ogni medico svolge il lavoro, quando va bene, di due medici e che ogni infermiere, quando va bene, svolge il lavoro di due infermieri. Anche nei reparti degli ospedali pubblici mancano medici e infermieri. La politica siciliana (e anche la politica nazionale), ha la scusa pronta: bandiamo i concorsi per i medici di Pronto Soccorso ma non si presenta nessuno. Quello che la politica non dice è che i medici pubblici italiani sono i meno pagati dell’Unione europea. Per quale motivo un medico dovrebbe andare a lavorare nei Pronto Soccorso della Sicilia dove il carico di lavoro è spaventoso, i rischi sono elevatissimi e le retribuzioni basse? E infatti – e questo è un fenomeno nazionale – non è facile trovare medici disposti a lavorare nei Pronto Soccorso. Basterebbe aumentare di una cifra congrua le retribuzioni dei medici di Pronto Soccorso siciliani: ma di questo non si deve parlare. Lo stesso discorso vale per gli infermieri. C’è da stupirsi, poi, se i giovani medici e i giovani infermieri (ma anche i meno giovani) preferiscono andare a lavorare nei Paesi esteri dove i carichi di lavoro sono normali e dove vengono pagati di più? Ancora: passi che il lavoro di un medico di Pronto Soccorso è rischioso e mal retribuito ed è difficile trovare medici disposti a lavorare nell’emergenza. Ma allora come mai le carenze di medici si registrano anche nei reparti? Come mai i medici degli ospedali pubblici siciliani che vanno in pensione o vengono sostituiti solo in parte, o non vengono sostituiti? Com’è possibile che, da sette-otto anni a questa parte, dalla lettura del Bilancio regionale, viene fuori che in Sicilia, per la sanità, si spendono 9 miliardi e mezzo di euro all’anno se poi i medici dei Pronto Soccorso e dei reparti ospedalieri della nostra Isola diminuiscono di anno in anno? A quanto ammonta la vera spesa sanitaria in Sicilia? E i soldi che ci sono – a nostro avviso meno rispetto a quanto dicono le ‘carte’ – come vengono spesi? A quanto ammonta la spesa per la sanità privata che opera in Sicilia, con riferimento, soprattutto, alle grandi strutture private? A quanto ammonta la spesa per i dipendenti amministrativi della sanità pubblica e per coloro i quali lavorano, sempre nella sanità pubblica, nelle mansioni più basse?

Mancano medici e infermieri ma le organizzazioni sindacali sbraitano per ‘stabilizzare’ i dipendenti amministrativi precari di Aziende ospedaliere e Aziende sanitarie provinciali (Asp). Ennesima dimostrazione che con il clientelismo politico-sindacale anche nella sanità pubblica la Sicilia non ha speranza

La cosa strana – e qui torniamo al raffronto tra medici e infermieri da una parte e dipendenti amministrativi di mansioni più basse dall’altra parte – è che mentre solo qualche sindacato pone il problema della carenza di medici e di infermieri, altre organizzazioni sindacali sbraitano per ‘stabilizzare’ i dipendenti amministrativi precari di Aziende ospedaliere e Aziende sanitarie provinciali (Asp) della Sicilia. Sarebbe interessante conoscere quanti medici lavorano nelle Aziende ospedaliere e nelle Asp siciliane e quanti sono i dipendenti amministrativi e, in generale, il personale non medico; così come sarebbe interessante conoscere il rapporto numerico tra infermieri di Aziende ospedaliere e Asp siciliane e dipendenti amministrativi. Ci vorrebbe una forza politica di opposizione in Assemblea regionale siciliana che chieda di conoscere questi ‘numeri’ alle Aziende ospedaliere e alle Asp. Ma questo fino ad oggi è stato impossibile: forse perché tutti i partiti, di maggioranza e di opposizione, non sono interessati a fare chiarezza su questi aspetti? In ogni caso – e torniamo all’inizio di questo articolo – il fatto che nei Pronto Soccorso un medico debba svolgere, quando va bene, il lavoro di due medici e che un infermiere debba svolgere, quando va bene, il lavoro di due infermieri, il fatto che nei reparti degli ospedali pubblici manchino medici e che la situazione, invece che migliorare, peggiori, ebbene, ciò significa che non solo la sanità pubblica è destinata ad affondare ma che affonderà tutta la Sicilia. E’ solo questione di tempo.

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