Lo zero termico schizza a 4 mila e 400 metri. Ciò significa che siamo in presenza di caldo estremo ad inizio Aprile. Che succederà in Sicilia tra siccità e possibili incendi boschivi?

In tutto questo la burocrazia regionale aggira la politica…

Mentre sulla siccità siciliana si registra un po’ di confusione, con il Governo siciliano aggirato dalla burocrazia regionale che avvia un dialogo autonomo con Roma, sul fronte climatico arrivano notizie che non è esagerato definire allarmanti. Titola il giornale online MeteoWeb: “Caldo estremo in quota: zero termico schizza a 4.300 metri, mai così in alto ad aprile”. Non è una cosa di poco conto: “Lo zero termico – leggiamo su Wikipedia – è il dato meteorologico che indica l’altitudine alla quale la temperatura nella libera atmosfera è (o sarà, nel caso di una previsione) di zero gradi Celsius. Al di sopra di tale altitudine la temperatura è generalmente inferiore allo zero (tranne nei casi di inversione termica)”. L’anticiclone sta stravolgendo il clima in Europa, con un’impennata delle temperature. Lo zero termico a a 4 mila e 300 metri, leggiamo sempre du MeteoWeb, sarebbe estremo anhe in Estate: a nei primi di Aprile è ancora piùpreoccupante (qui l’articolo di MeteoWeb per esteso per chi vuole approfondire il fenomeno delle zero termico a 4 mila e 300 metri).

Qualcuno sta pensando a quello che potrebbe succedere in Sicilia nei prossimi mesi estivi? La dichiarazione del segretario generale del Sifus Confali, Maurizio Grosso

Ci chiediamo e chiediamo: se ad inizio Aprile ci sono queste temperature che cosa succederà in Estate? Non è la prima volta che poniamo questa domanda. Non spetta a noi dare consigli al Governo, ma una burocrazia regionale che su temi delicatissimi – perché la siccità è un tema estremamente delicato – si muove in autonomia dalla politica desta perplessità. Questo succedeva durante gli anni del fascismo ma allora i tecnocrati avevano la delega del Governo. Da quello che leggiamo qua e là il Governo regionale di Renato Schifani non sembra molto entusiasta della fuga in avanti della burocrazia (qui un articolo del Giornale di Sicilia online). Anche in materia di prevenzione degli incendi boschivi notiamo sì una certa attenzione verso la prevenzione, vera e propria novità positiva dal 2021 ad oggi. Ma al linguaggio non si accompagnano atti concreti. L’unica organizzazione sindacale che negli ultimi anni si è battura per la stabilizzazione degli operai forestali della Sicilia – il Sifus Confali – non sembra particolarmente soddisfatta di quanto il Governo Schifani sta mettendo in campo per fronteggiare una stagione estiva in arrivo che si annuncia problematica (qui un video del segretario generale del Sifus Maurizio Grosso).

Siamo certi che Corpo Forestale e Protezione Civile regionali siano pronti per fronteggiare un’Estate che potrebbe risultare assai problematica?

Le parole di Grosso sono di buon senso e si rimane basiti nell’apprendere che ad Aprile, nelle aree boscate della Sicilia, con i segnali inquietanti che si registrano dall’inizio dell’anno, non siano ancora stati effettuati i lavori per la prevenzione degli incendi. Né appare convincente, per fronteggiare i possibili incendi nelle aree verdi, riproporre il ruolo del Corpo Forestale della Sicilia a corto di personale ormai da anni. Quanto alla Protezione Civile Regionale, da quello che ci risulta buona parte del quadro dirigente si avvia verso la quiescenza e il volontariato non sembra particolarmente motivato. Da quanti anni non si convoca la Conferenza regionale della Protezione civile regionale? Superfluo ricirdare quanto scriviamo da quando siamo in rete: la prevenzione degli incendi boschivi e anche delle aree comunali e private si attua con gli operai forestali in servizio H 24. Pensare di combattere il fenomeno degli incendi senza operai forestali che presidiano il territorio è un’illusione. Anche perché non sappiamo che tecnologia utilizzano i criminali che danno fuoco ai boschi ma è già stato accertato che gli inneschi di materializzano in più punti. Aumentare le giornate lavorative degli operai forestali non serve a nulla, se gli stessi operai forestali non predisiano 24 ore al giorno i bosche siciliano non ancora incendiati. Dopo la terribile Estate del 2021, davanti al fallimento in materia di lotta agli incendi del Governo regionale allora presieduto da Nello Musumeci, abbiamo proposto l’assunzione a tempo indeterminato di almeno 30 mila operai forestali. Oggi ne basterebbero la metà, perché in tre anni è andato in fumo il 50% circa del patrimonio boschivo siciliano.

Foto tratta da Il Meteo

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