A Isola Capo Rizzuto gli agricoltori chiudono le aziende agricole e consegnano al Comune le partite IVA. ‘Complimenti vivissimi’ a Regione Calabria, Governo italiano e Ue

Procede ‘spedito’ in Calabria il progetto ‘europeista’ di smantellare l’agricoltura da sostituire con pannelli fotovoltaici

Isola Capo Rizzuto è un Comune di quasi 18 mila abitanti della provincia di Crotone, in Calabria. E’ un Comune noto per la sua fiorente agricoltura. Anzi, per essere precisi, era un Comune noto per la sua fiorente agricoltura. Perché due giorni fa gli agricoltori titolari di una cinquantina di aziende agricole di Isola Capo Rizzuto hanno deciso di compiere un gesto senza precedenti: hanno consegnato agli uffici del Comune le partire IVA delle loro aziende. La storia la racconta il giornale online wesudnews in un articolo rilanciato da Lorenzo Giocondo sulla propria pagina Facebook. “Il collasso delle nostre aziende è inevitabile – raccontano a wesudnews gli agricoltori che stanno chiudendo le proprie aziende agricole -. Siamo consapevoli che chiudendo rischiamo di provocare ingenti danni all’economia locale, ma siamo esausti. Non sappiamo più come mandare avanti le nostre aziende o come sfamare le nostre famiglie”. Il giornale racconta che l’agricoltura di Isola Capo Rizzuto genera un volume di affari di circa 10 milioni di euro all’anno e dà lavoro a un migliaia di operai stagionali ai quali si aggiungono i 5-6 operai stabili di ogni azienda. Tutto questo rischia di finire. Anzi, la fine è già cominciata. Si sta verificando quanto da noi previsto: Unione europea, Governo italiano e Regioni stanno ignorando la protesta degli agricoltori. Ma appunto per questo le proteste degli agricoltori dovranno riprendere con maggiore vigore per combattere contro chi li vuole fare sparire dalla faccia della Terra.

Gli esempi di Slovacchia, Polonia, Ungheria, Romania e Bulgaria che hanno mandato a quel paese la Ue. La nostra speranza è che guerra in Ucraina e ribelli Houthi facciano fallire in tempo brevi l’Unione europea

In Slovacchia, in Polonia, in Ungheria, in Romania e in Bulgaria – Paesi che fanno parte della Ue – i Governi hanno mandato a quel Paese l’Unione europea e hanno bloccato l’importazione di grano e di altri prodotti agricoli dall’Ucraina. Lo hanno fatto per salvare i propri agricoltori che, con l’invasione di prodotti agricolti ucraini a prezzi stracciati, sarebbero falliti. In Italia invece si procede al contrario: si facilita l’invasione di prodotti agricoli esteri a prezzi stracciati per distruggere l’agricoltura locale. L’obiettivo lo hanno apertamente dichiarato l’Unione europea e l’attuale Governo nazionale: fare del Sud Italia un grande hub per la produzione di energia fotovoltaica. E le aziende agricole? E chissenefrega! ‘Complimenti vivissimi’ alla Regione Calabria amministrata, supponiamo, da politici ‘lungimiranti’ e, soprattutto, intrisi di ‘meridionalismo’; complimenti al Governo nazionale e al ‘mitico’ Ministro delle Politiche agricole, Francesco Lollobrigida; complimenti all’Unione europea. Il caso di Isola Capo Rizzuto, in Calabria, è il paradigma di quello che dovrebbe succedere nel Sud Italia e in Sicilia. C’è la speranza di bloccare questo andazzo? Grazie a Dio sì. Ci riferiamo alle proteste degli agricoltori, che a nostro avviso dovrebbero continuare (anche se in Sicilia sembra che gli agricoltori abbiamo deciso di farsi prendere per i fondelli dalla politica: ma questa è un’altra storia che racconteremo in un altro articolo); e ci riferiamo, in particolare, alla guerra in Ucraina e al grande lavoro che stanno svolgendo i ribelli Houthi nel Mar Rosso: insieme, a Dio piacendo, guerra in Ucraina e blocco del Mar Rosso e del Canale di Suez da parte dei ribelli Houthi dovrebbero far crollare l’Unione europea degli insetti a tavola, dei ‘cappotti termici’ agli edifici, delle auto elettriche e di tutte le altre buttanate ‘green’ partorire da Commissione europea, Parlamento europeo e via contiunuando…

Foto tratta da LaC News24

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