Gesù risorto si mostra ai suoi discepoli e manifesta stupore. Perché, si chiede, non interpretano correttamente le Scritture?

di Frate Domenico Spatola

3 Aprile 2024, Mercoledì di Pasqua: Luca 24,13-35

Per mancanza di testimoni (la Legge lo vietava a causa dei riti della Pasqua ebraica) nessun evangelista poté raccontare il momento in cui Gesù risorgeva. Lasciarono a noi tuttavia indizi preziosi per farne esperienza. Luca, nello “spezzare il pane” (Eucaristia), diede come riconoscerlo. Stessa esperienza che fu dei “due discepoli in cammino per Emmaus”. Discutevano su quanto accaduto a Gerusalemme. Li toccava direttamente, e il loro discutere era appassionato. Gesù in persona, da forestiero, si accostò per essere compagno di viaggio. Ma essi, soggiogati da messianismo davidico, non lo riconobbero. Gesù stette ad ascoltarli. Cleopa, uno dei due, piccato, con ironia rimproverò “l’unico forestiero che non sapeva quanto fosse successo a Gesù Nazareno, profeta in parole e opere!”. Parlò soprattutto della sua delusione, condivisa da altri: “Noi speravamo che fosse lui a restaurare Israele…”. Parlò della morte in croce di Gesù che da tre giorni era sepolto. Faceva tuttavia breccia, alla sua sicumera, la notizia del mattino pervenuta dalle donne che raccontarono della tomba vuota e degli angeli, che lo dicevano risorto. La conferma dei maschi andati a verificare, concordava. Gesù dal canto suo si stupiva che ancora, da suoi discepoli, non interpretassero correttamente le Scritture, che a partire da Mosè e dai profeti, parlavano dei patimenti del Messia, perché potesse entrare nella sua gloria. Giunti al villaggio, Gesù li voleva spingere ad andare oltre, ma essi insistettero per restare e Gesù accondiscese fermandosi da loro. A tavola, il pane da lui spezzato, fu la rivelazione, da abituale suo gesto d’amore. Lo riconobbero ed egli sparì. “Ci ardeva il cuore al sentirlo parlare”. Fu il commento, e sveltamente corsero a Gerusalemme dagli Undici, i quali affermavano che anche a Pietro il Risorto si era mostrato.

Foto tratta da Unità Pastorale San Salvaro

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