Ma al Comune di Palermo lo sanno che i soldi del Pnrr non ci sono più? Pensano di pagare i costi delle società collegate con fondi inesistenti? Ennesima denuncia di Ciro Lomonte

Da quando Unione europea e Paesi Ue hanno raccontato cumuli di bugie sulla pandemia e sul ‘presunto’ vaccino contro il Covid hanno preso l’abitudine di inondarci di panzane

Ciro Lomonte, leader degli Indipendentisti siciliani, da quasi un anno, combatte una battaglia politica per fare chiarezza sui fondi del Pnrr. La sua tesi è che questi fondi non esistono più. E che la politica italiana di maggioranza e opposizione, d’accordo con l’Unione europea, nasconde questa verità. Ormai i casi delle opere pubbliche – in alcuni casi anche grandi opere pubbliche – bloccate con varie scuse non si contano più. In queste ore si discute del blocco di una nuova diga a Genova, opera da un miliardo e 200 milioni di fondi Pnrr bloccata per ‘criticità’ varie. Ovviamente, nessuno ammette che questi soldi del Pnrr non ci sono più. Un altro caso di fondi del Pnrr che non si trovano, con la verità che viene tenuta nascosta, l’abbiamo scritto anche noi (come potete leggere qui). In un articolo (che potete leggere qui) troverete allegati una decina di articoli dove Lomonte, ‘carte’ alla mano, dimostra che i fondi del Pnrr non ci sono più. La verità è che i governanti dell’Unione europea, dopo aver raccontato montagne di bugie sulla pandemia e sui ‘presunti’ vaccini anti-Covid – peraltro rischiosi perché con carente sperimentazione – hanno preso l’abitudine di raccontare frottole. Con l’attuale Governo italiano che tiene bordone alla stessa Ue. (Sopra Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo, foto Wikipedia)

“Siciliani Liberi è l’unica forza politica in grado di spiegare ai palermitani, inclusi i dipendenti di tutte le aziende comunali, quale sia la reale situazione tanto del Comune quanto delle aziende”

Ora il Segretario politico di Siciliani Liberi (foto sopra) racconta quello che sta succedendo a Palermo, dove il Comune “annuncia di avere firmato un nuovo ‘contratto di servizio’ con una delle sue società per azioni interamente controllate dal Comune, in questo caso la Sispi, ovvero l’azienda dei servizi informatici. Ancora una volta Siciliani Liberi è l’unica forza politica in grado di spiegare ai palermitani, inclusi i dipendenti di tutte le aziende comunali, quale sia la reale situazione tanto del Comune quanto delle aziende in questione. Lo fa Siciliani Liberi perché tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio comunale non possono farlo, trattandosi non più di partiti ma di cartelli elettorali che in quelle aziende hanno larga parte del loro consenso: e non possono dire quale sia lo stato reale delle aziende, per le quali non hanno alcun progetto di sviluppo – o di salvezza – che non sia quello dell’eterna ‘emergenza’ con cui chiedere soldi a Roma e alla Regione siciliana per salvare l’occupazione e i servizi’. Siciliani Liberi è una forza politica pacata e non demagogica, interessata solo allo sviluppo della Sicilia e quindi anche di Palermo. Il lavoro di analisi e proposta che svolgiamo lo facciamo perché ci prepariamo a governare in coalizione la Sicilia e Palermo dopo che il precipitare della crisi – ormai imminente – porterà ad un ricambio totale delle classi dirigenti in Sicilia”.

Di fatto, il Governo nazionale ha trovato il modo di pagare parte della spesa corrente con il risparmio privato dei cittadini. Quanto potrà durare?

Lomonte prevede il crollo dell’Unione europea: noi la pensiamo come lui. Del resto, come lo stesso Segretario politico di Siciliani Liberi ha più volte scritto, ormai il Governo italiano per trovare soldi, o aumenta il deficit, o offre ai cittadini italiani Btp pagando interessi non certamente bassi. Di fatto, il Governo ha trovato il modo di pagare parte della spesa corrente con il risparmio privato dei cittadini. Ma prima o poi si andrà a sbattere, perché non si può pagare il funzionamento di uno Stato con il risparmio privato dei cittadini con la promessa di interessi remunerativi! Intanto Stato italiano, Regioni e Comuni lavorano come se fossero ancora presenti i fondi del Pnrr. Lomonte cita un articolo nel quale si racconta che “il nuovo contratto di servizio fra Comune e Sispi è stato approvato a maggioranza dei presenti” dal Consiglio comunale di Palermo. “Favorevole in modo compatto il centrodestra”, che amministra la città, “astenuti invece gli ex PCI del PD e le sue costole dette ‘M5S’ e ‘Oso’. Il contratto obbliga il Comune a versare a Sispi quasi 11 milioni di euro l’anno per ben 9 anni. Per il nuovo assessore Fabrizio Ferrandelli, un giovane capace e dinamico già tre volte candidato Sindaco di Palermo, si tratta di un passo importante per affrontare le sfide della transizione digitale che dovrà affrontare la nostra città utilizzando a pieno anche 12 milioni di risorse del Pnrr”. Lomonte, a questo punto, gela tutti: “Come ha spiegato a più riprese solo Siciliani Liberi i soldi del Pnrr non esistono: siamo ormai ad Aprile 2024 e di questi 12 milioni che Sispi avrebbe dovuto ricevere giù due anni fa non c’è né mai ci sarà alcuna traccia. Ma il punto qui riguarda gli 11 milioni annui – quasi 1 milione al mese – che il Comune sottoscrive di poter versare alla Sispi”.

Se il Comune di Palermo è senza soldi perché non blocca gli inutili e dispendiosissimi 15 Km di Tram?

Ci chiediamo e chiediamo: Governo centrale, Regioni e Comuni quando cominceranno a raccontare la verità ai cittadini? Leggiamo qua e là che le società controllate dai Comuni bandiscono concorsi ed effettuano nuove assunzioni. Ma i soldi per pagare questo personale da dove arriveranno? E che dire dei rifiuti? I Comuni della nostra Isola sono senza soldi e pagano tanti soldi sia per il conferimento in discarica, sia per portare i rifiuti fuori dalla Sicilia. Si parla di aumentare la Tari, la tassa sull’immondizia, che a Palermo tanti cittadini non pagano più, in alcuni casi perché non hanno i soldi, in altri casi perché i cittadini si sono stancati di pagare la Tariche serve per pagare gli stipendi ai dipendenti di una società del Comune – la Rap -che non brilla certo per grande efficienza. C’è chi ha addirittura proposto di inserire la Tari nella bolletta elettrica. Il ricatto, insomma: se non paghi la Tari ti togliamo lenergia elettrica. Per fortuna c’è in giro ancora un più di buon senso e questa proposta balzana è stata ‘cassata’. Il Comune di Palermo, ad esempio, potrebbe bloccare i 15 Km di Tram che costano una barca di soldi aogni anno invece di cercare soldi qua e là: soldi che non troverà, perché con il proseguimento della guerra in Ucraina, si va verso il fallimento generale dell’Europa.

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