Impietosa analisi di Ciro Lomonte (Siciliani Liberi) sui disastri finanziari di Comune di Palermo, Regione e Stato italiano. La follia del Tram di Palermo che ha ‘terremotato’ i conti dell’Amat

L’Amat è una società per azioni interamente controllata dal Comune di Palermo ed è senza bilancio 2022. Le spa sono disciplinate dal codice civile. A nessun’azienda è concesso di poter non approvare il bilancio di due annualità precedenti. E abbiamo detto tutto…

Un post su Facebook di Ciro Lomonte, Segretario politico di Siciliani Liberi, fa luce non soltanto sulla disastrosa situazione finanziaria del Comune i Palermo ma anche sulla disastrosa situazione finanziaria della Regione siciliana e dello Stato italiano. “È ormai quotidiano il ritmo con cui le analisi di Siciliani Liberi trovano riscontro nella realtà – scrive Lomonte -. Oggi è nuovamente il turno del Comune di Palermo. Che, come a più riprese argomentato da Siciliani Liberi, è in pieno dissesto finanziario. Anche se il Consiglio comunale e l’amministrazione comunale continuano a far finta di nulla, utilizzando i Bilanci che – come spiegato molte volte da Siciliani Liberi – sono ormai documenti contabili privi di qualsiasi valore concreto. L’ultimo esempio è Amat, la società comunale del trasporto pubblico delle persone. Siamo ormai alle soglie di Aprile del 2024. E Amat, una società per azioni interamente controllata dal Comune, non ha approvato il bilancio del 2022. Le società per azioni sono disciplinate dal codice civile. A nessun’azienda è concesso di poter non approvare il bilancio di due annualità precedenti. Già questo fa capire che norme e regole ormai sono sospese. Il motivo per cui – spiega il cronista di una testata online – Amat non ha ancora approvato il bilancio non del 2023, ma del 2022, è semplice. Dovrebbe contabilizzare altri 12 milioni di perdite. Il che manderebbe a carte 48 il ‘Bilancio’ del Comune e il relativo ‘Piano di riequilibrio'”. (Sopra Palazzo delle Aquile sede del Comune di Palermo, foto Wikipedia)

Tram di Palermo: 10 milioni di euro di perdite all’anno per vedere girare per buona parte della giornata le carrozze vuote

Lomonte (foto sopra) spiega che ci sono perdite “di almeno 12 milioni di euro”. Così hanno trovato la soluzione che, in effetti, soluzione non è: non approvare il bilancio. Questo vale per il 2022. E per il 2023? Sembra incredibile: siamo quasi ad Aprile 2024 e parliamo di bilanci 2022 e 2023! “A quanto ammontano le perdite per il folle Tram che da solo costa oltre 10 milioni l’anno per veder girare semivuote le carrozze di una rete di trasporto che si è rivelata perfettamente inutile, oltre che una fonte di perdite mostruose per la società ed il Comune?”, si chiede e chiede Lomonte. Per la cronaca, l’Amat gestisce “il folle Tram di Palermo”, che è il vero motivo per il quale l’Amat non ha più i conti in ordine. In un Paese normale i 15 Km di Tram cittadino – costati 320 milioni di euro a prezzi 2012, pagati dai ‘geni’ dell’Unione europea, una somma enorme – sarebbero stati già sbaraccati. Ma non possono essere sbaraccati, perché di mezzo ci sono grandi appalti per centinaia e centinaia di milioni di euro con i quali si dovrebbero realizzare altre sei o sette linee di Tram: se vengono meno i 15 Km di Tram oggi in funzione, salta tutto il grande affare che vede insieme progettisti, imprese e politica.

Ci sono ancora le centinaia e centinaia di milioni di euro per le nuove sei o sette linee di Tram di Palermo? O questi soldi li ha già acchiappati e ‘masticati’ Roma?

A questo punto chiediamo scusa al nostro amico Lomonte e allunghiamo un po’ la nostra digressione che dà forza alla tesi del Segretario di Siciliani Liberi. Per raccontare che le centinaia e centinaia di milioni di euro appostate per il Tram di Palermo che vede insieme centrosinistra e centrodestra sono state in parte erose. Chi segue i fatti di Palermo si sarà accorto che i lavori per le nuove linee di Tram cittadino vanno per le lunghe. Ed è anche logico: Roma ha da pagare i costi sempre più esorbitanti della guerra in Ucraina, ha da pagare il mantenimento dei profughi ucraini arrivati in Italia di cui i mezzi d’informazione orwelliani ‘europeisti’ non parlano (in Italia i profughi ucrani ufficialmente sarebbero 175 mila ma si sussurra che sarebbero più di 600 mila: e andranno ad aumentare, perché dopo l’attentato a Mosca la Russia costringerà alla fuga verso l’Europa di tutti gli ucraini). Da dove dovrebbero arrivare ‘sti soldi, considerato che anche i fondi del celeberrimo Pnrr sono scomparsi alla fine dello scorso anno, ‘immolati’ sull’altare della guerra in Ucraina? E, infatti, basta seguire le cronache di Palermo per accorgersi che i soldi per questa o quella tratta delle nuove linee di Tram lì non ci sono tutti, lì non ci sono proprio e bla bla bla. Qual è il problema? Che i lavori per le nuove linee di Tram avrebbero dovuto già essere iniziati da tempo. Ma non iniziano per mancanza di soldi. Nel frattempo l’Amat si carica ogni anno 10 milioni di debiti legati alla gestione dei 15 km di Tram. Insomma, per dirla in breve, l’attesa escatolica-appaltizia delle nuove linee di Tram di Palermo si sta ‘mangiando’ anche il bilancio del Comune di Palermo. (Sopra, foto Tram di Palermo tratta da Wikipedia).

Il Comune di Palermo si va ripara unni chiovi

Torniamo all’analisi di Lomonte: “Il tentativo, al solito per gli amministratori palermitani, è quello di scaricare sulla Regione e sullo Stato tutte le perdite”, scrive il Segretario politico di Siciliani Liberi. Ma, a quanto pare, il Comune di Palermo, come si dice dalle nostre parti, si va ripara unni chiovi: “Regione Siciliana e Stato – scrive Lomonte – versano in una situazione finanziaria di gravissima crisi. E infatti, al Comune che pretende dalla Regione 12 milioni, leggiamo, ‘in ristoro dei danni causati dall’emergenza Covid19’, la Regione ha risposto di non avere un centesimo e di non avere alcuna intenzione di darlo al Comune di Palermo per coprire le continue perdite di Amat. Per la precisione, i funzionari della Regione avrebbero comunicato al Comune che ‘sarebbe necessario un intervento normativo sponda di Palazzo dei Normanni’. Ovvero, tradotto dal gergo del politichese: l’Assemblea regionale siciliana (Ars) dovrebbe varare una legge ad hoc. La stessa Ars che avuto da pochi giorni cassata dal Consiglio dei ministri l’intero ‘collegato alla finanziaria’ dove i deputati regionali di governo e di opposizione avevano inserito disposizioni di spesa per decine di milioni di euro convinti che i tecnici del Tesoro non le avrebbero lette”. Un casino economico-contabile totale.

Considerazioni finali di Lomonte: il Comune di palermo ‘esiste’ ancora grazie alle banche. Quanto potrà durare ancora? E quanti sono in Sicilia i Comuni nelle stesse condizioni del Comune di Palermo?

“Il presidente della Regione è palermitano (il riferimento è a Renato Schifani ndr) – scrive sempre il segretario di Siciliani Liberi – ed era consigliere comunale persino nella scorsa consiliatura. Dipendesse da lui, elargirebbe fondi regionali al Comune di Palermo per coprire tutto l’enorme buco del Comune e quelli di Rap, Amat, e altri ancora per chiudere i contratti di servizio scaduti con tutte le società comunali, dalle piccole Amg Energia e Sispi, a quelle grandi come Amap. Ma nulla: in cassa non ha un centesimo per il Comune di Palermo. Mentre i tecnici della Regione, disperati, si sono visti soffiare dal ministro Fitto l’intero Fondo di sviluppo e coesione”. Il riferimento è al Ministro Raffaele Fitto, che ha ‘sequestrato’ le risorse del Fondo di sviluppo e coesione non per capriccio ma perché, come già accennato, i fondi del Pnrr non esistono più, se non nella fantasia sempre orwelliana di un certo tipo di informazione di regime. Così arriviamo al finale di questa storia, che non riguarda solo l’Amat ma tutte le società in house del Comune di Palermo: Rap, Sispi e via continuando: “In breve – conclude Lomonte – Amat potrà continuare a pagare gli stipendi fino a quando la banca cassiera si fiderà della solvibilità del Comune di Palermo. Non appena la banca in questione riterrà che il Comune di Palermo è ormai in una situazione finanziaria prossima all’insolvenza (non poter pagare più i propri debiti), smetterà di farlo. Siciliani Liberi ha già detto e scritto che il 2024 sarà l’anno in cui la situazione finanziaria dei Comuni siciliani e della Regione si rivelerà nella sua concretezza, con il dissesto di fatto che si trasformerà in insolvenza”. Lomonte scrive che, in questo momento, il Comune di Palermo va avanti con le anticipazioni delle banche. Se ciò risponde al vero la domanda è: quanto potrà durare? E quanti sono in Sicilia i Comuni nelle stesse condizioni del Comune di Palermo?

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