Nella Formazione professionale siciliana fa tutto il centrodestra: riforma, controriforma, tetto di finanziamento ora sì ora no, quattro figure qualificate assunte ora sì ora no…

di Mandrake

Effetto tergicristallo: quando si dice avere dei legislatori con le idee chiare…

Vi raccontiamo una storia che non è frutto di invenzione e fantasticheria, non è una fiaba per bambini ma semplicemente la ricostruzione di comportamenti che rasentano l’inverosimile. Protagonisti, i deputati dell’Assemblea regionale siciliana eletti dal popolo nell’esercizio dell’attività di legiferazione. Argomento oggetto della farsa, la Formazione professionale. Cominciamo col dire che la Sicilia è governata da sette anni dal centrodestra. Prima il Governo di Nello Musumeci e adesso quello del presidente Renato Schifani. Dal 2017 ad oggi intensa è stata l’attività parlamentare nella Formazione professionale. Nel Dicembre del 2019 viene approvata la legge regionale numero 23 che riforma il settore e sostituisce la legge regionale numero 24 del 1976. Come dire, dopo 40 anni il settore viene riformato, dando una nuova e moderna veste alla Formazione professionale. Una legge nata dopo un intenso lavoro in Commissione Cultura all’Ars con la partecipazione delle parti sociali.

‘Magica’ Assemblea regionale siciliana: una legge approvata e stravolta in meno di due mesi

Tutto a posto? Non esattamente. Alla prima fibrillazione eccoti confezionata una norma che sconquassa l’ossatura della legge 23/2019. Il racconto prosegue con l’Agosto 2022 dove la legge subisce una prima modifica sostanziale. È sempre il centrodestra a volere e ad approvare una norma che sottrae all’assessore regionale al ramo la discrezionalità nell’introdurre in tetto al finanziamento pubblico per ciascun ente formativo. Scoppia la polemica perché la norma viene vista come uno scippo a danno di alcuni enti che, nel frattempo, si sono ingrossati tanto con lauti finanziamenti ottenuti. Nella ricostruzione arriviamo a Gennaio 2024. In questo caso la politica si supera. Perché prima approva una norma e poi la elimina, facendo un salto all’indietro. Il tutto accade in meno di due mesi. Difatti, nel Gennaio di quest’anno viene eliminato il tetto al finanziamento e introdotta una norma che obbliga gli enti ad assumere quattro figure qualificate per ogni sede formativa. Ma si sa, gli enti grossi, quelli che si pappano più del 70 per cento della torta, sono allergici a limiti, controlli, scadenze ed infatti hanno fatto “a carte quarantotto” per fare abrogare la legge sulle assunzioni. Abrogazione avvenuta durante i lavori della seduta d’aula del 20 Marzo di quest’anno.

Chi ha i soldi detta la legge

Insomma, ha fatto tutto il centrodestra. O quasi. Perché dietro c’è il potere economico. Quindi il potere economico governa quello politico? A leggere quanto raccontato non si può che rispondere affermativamente. E quindi quali interessi si sono perseguiti con le continue norme approvare a modifica della legge regionale del Dicembre del 2019 che ha riformato la Formazione professionale? Interessi generali o di parte? È complicato farsi un’opinione in tal senso. I fatti raccontati e la volontà espressa dal Legislatore sono l’unica certezza intorno alla quale ognuno potrà farsi un’idea. Il settore della Formazione professionale è sotto mira. È plausibile che pochi enti stiano decidendo il “liberi tutti” con il placet del Governo regionale e dei partiti che lo sostengono. Ne è un chiaro esempio l’approvazione della norma di abrogazione all’interno di un disegno di legge sul turismo. Che c’azzecca?

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