Ciro Lomonte (Siciliani Liberi) torna all’attacco dei conti pubblici del Comune di Palermo: “Nelle casse non c’è nemmeno un euro”

I soldi pubblici sono finiti ma non si deve dire

Il Segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte, torna sulla questione finanziaria, con riferimento al Comune di Palermo. “Non passa giorno – scrive Lomonte sulla propria pagina Facebook – senza che i fatti non confermino la validità e la verità delle posizioni di Siciliani Liberi. Abbiamo scritto, detto e spiegato a più riprese come i Comuni siciliani e la Regione siano letteralmente senza un centesimo a parte i soldi che il Tesoro da Roma accredita per il pagamento degli stipendi. E come i Bilanci, di previsione e a consuntivo, siano inutili pezzi di carta in cui alla voce ‘Entrate’ i funzionari degli uffici di Ragioneria inseriscono voci fantasiose che poi gli ignari consiglieri comunali e regionali (“deputati” in Sicilia, pallido riflesso di una tradizione grandiosa) votano a scatola chiusa. Adesso a confermarlo è il quotidiano di Palermo. Scrive l’esperto cronista politico cittadino: “Palazzo delle Aquile ha attivato un accordo quadro di 46 milioni di euro, che sono solo sulla carta. Solo a fine 2023 l’amministrazione, che si è insediata con la spesa bloccata, ha potuto sganciare qualche risorsa, mettendo a disposizione 2,2 milioni. E si spera che altrettanti si possano prevedere con la prossima manovra di bilancio. Coi soldi stanziati a fine dell’anno scorso gli appalti sono stati già affidati, ma c’è qualche piccolo intoppo sulla situazione delle imprese”.

Le strade-gruviera della città resteranno tali perché non ci sono soldi per sistemarle

“In altre parole – prosegue Lomonte – le famose risorse che si liberavano lo scorso Settembre per cui esultavano il Sindaco e l’assessore uscente al Bilancio erano – come ha spiegato a più riprese solo Siciliani Liberi – del tutto inesistenti. Avevamo spiegato come il Comune di Palermo ormai facesse le gare senza copertura finanziaria: ovvero come negli ultimi giorni della Seconda Repubblica fosse divenuto possibile commettere palesi illeciti di natura amministrativa senza che nessuno intervenisse. Nemmeno le imprese che partecipano a gare per cui non esistono i fondi. Ora, la conferma: il Comune di Palermo non ha in cassa un solo centesimo degli oltre 46 milioni messi ‘a gara’ per il rifacimento delle strade. Tutte distrutte dopo 40 anni di ‘Primavera di Palermo’ intervallati dai 10 di ‘Palermo cool’ dell’On.le Gianfranco Micciché, sodale politico di Leoluca Orlando. Il povero assessore al ramo non può far nulla: le piogge dei giorni scorsi hanno ulteriormente aggravato il pietoso e oltremodo pericoloso stato del manto stradale a Palermo. Ma in cassa non c’è un centesimo per fare nulla. La farsa del Pnrr è conclusa. E quella dei ‘Bilanci approvati’ altrettanto”. Per la cronaca, nell’articolo che potete leggere qui abbiamo illustrato perché le strade di Palermo sono tutte buche.

I bilanci pubblici dei Comuni oggi sono solo pezzi di carta

“Ricordiamo in breve – prosegue il Segretario politico di Siciliani Liberi – cosa dicevano l’On.le Varchi (Carolona Varchi, parlamentare nazionale di Fratelli d’Italia, ex vice Sindaco di Palermo ndr) e il Sindaco all’unisono a Settembre: ‘L’approvazione del Rendiconto 2022 da parte del Consiglio comunale rappresenta un segnale importante per la città, alla quale adesso potremo dare nuove risposte in termini di opere pubbliche, manutenzioni e servizi. Dopo anni, in questo Comune si torna a parlare di bilanci approvati e di risorse, circa 35 milioni di euro, di avanzo di amministrazione che saranno destinate a nuovi investimenti sulla base di un percorso di condivisione tra il governo della città e il Consiglio comunale’. Sono passati 7 mesi: non un centesimo dei fantomatici ’35 milioni di avanzo di amministrazione’ si è materializzato. I Bilanci sono inutili pezzi di carta: esattamente come sostiene l’unica forza politica al fianco dei siciliani: Siciliani Liberi. Che ogni giorno di più informa tutti i siciliani – a partire da tutti i consiglieri comunali e deputati regionali. Cui offre una guida politica e culturale nel vuoto assoluto dei loro contenitori elettorali, incapaci di formulare analisi e proposte”.

Gli unici soldi pubblici disponibili oggi sono solo quelli per i grandi appalti. Il ‘mistero’ dei 9 miliardi e mezzo di euro del Fondo sanitario regionale siciliano

Non possiamo che sottoscrivere quanto scritto da Lomonte. Aggiungendo che gli unici soldi pubblici disponibili, oggi, sono quelli per i grandi appalti. Con il dubbio che vengano tolti soldi dal Fondo sanitario regionale siciliano – cioè dagli ospedali pubblici – per pagare spese che con la sanità pubblica siciliana non hanno nulla a che vedere. Non è una novità: l’Assemblea regionale siciliana, negli anni passati, ha addirittura approvato leggi per togliere soldi agli ospedali pubblici siciliani per pagare altre spese. Se non fossero intervenute Corte dei Conti e Corte Costituzionale sarebbe ancora così. Il nostro dubbio – lo ribadiamo – è che ci sia qualcosa che non quadra nei conti della Regione siciliana, con riferimento ai 9 miliardi e mezzo di euro relativi alla sanità: dubbi che abbiamo raccontato (come potete leggere qui).

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