Brucellosi e Tubercolosi: allevatori siciliani e campani in sciopero della fame contro i Governi romani. Attenzione alla Ue che vuole smantellare gli allevamenti

Anche se la confusione, nella lotta per eradicare queste due malattie, è stata contrassegnata dalla confusione, non possono essere gli allevatori di Sud e Sicilia a pagare il conto

Un gruppo di allevatori siciliani e campani ha iniziato una protesta contro i Governi incapaci, a loro dire, di affrontare due malattie: la Brucellosi (BRC) e la Tubercolosi (TBC). La Brucellosi colpisce i bovini, le bufale (molto presenti in Campania), gli ovini e i caprini, mentre la Tubercolosi colpisce i bovini, le bufale e, in minima parte, i caprini. La gestione di queste due malattie è stata gestita, nel corso degli anni, all’insegna della confusione. Non è escluso che ci sia stato un eccesso di vaccinazioni, fatto sta che oggi la situazione è critica e rischia di diventare ancora più critica con le nuove normative europee che rischiano di eliminare gli allevamento del Sud Italia e la Sicilia. Non c’è da stupirsi, perché l’Unione europea, da anni, cerca di distruggere la coltivazione del grano nel Sud e in Sicilia per sistemare nei terreni i pannelli fotovoltaici. A questo è servito, a partire dal 2006, l’invasione di grano duro e tenero canadese. Nel Nord Italia la coltivazione di grano tenero si è molto ridotta, grazie anche al fatto che i contributi europei del cosiddetto Primo Pilastro vengono erogati sulla base delle superfici a cereali, così i nostri amici del Nord si prendono i contributi anche senza coltivare i seminativi. Il Sud e la Sicilia – dove a dominare è il grano duro – hanno resistito ma la situazione, complice i bassi prezzi del grano duro e gli alti costi di produzione si va facendo sempre più critica. Oggi la Ue, sfruttando anche confusione che si è creata negli allevamenti di Sud e Sicilia con le scelte non esattamente lungimiranti dello Stato, sta provando a fare saltare anche gli allevamenti, oltre al gran duro.

L’appello al Governo nazionale

Come finirà? Gli allevatori di Sud e Sicilia hanno cominciato a dare battaglia. Dal 18 Ottobre 2023 due allevatori hanno iniziato lo sciopero della fame in Sicilia e in Campania per sostenere la petizione  che chiede al Governo di Roma “di nominare un commissario nazionale che risolva i problemi della BRC e della TBC. È il primo atto della mobilitazione che coinvolgerà tutte le Regioni meridionali”. Come annunciato lo scorso 17 Ottobre nel corso della Conferenza stampa tenuta alla Camera dei Deputati è stato inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, ed al Ministro alla Salute, Orazio Schillaci, il testo della Petizione prodotta dagli allevatori meridionali “impegnati da molti mesi – si legge nel comunicato – a denunciare lo scandalo dei fallimentari Piani di eradicazione della BRC e della TBC che al Sud”. Piani di eradicazione che “invece di eradicare la malattia, stanno distruggendo quello che rimane del sistema di allevamento territoriale”. Gli allevatori chiedono “una soluzione che solo il Governo nazionale ha i poteri di mettere in campo”. La Petizione è on line da ieri insieme con un appello agli allevatori, alle loro comunità ed ai cittadini. Nel comunicato si invitano gli allevatori di Sud e Sicilia a sostenere la petizione “e a unirsi per l’obiettivo di liberare i territori rurali dagli effetti di un fallimento decennale che sta condannando il Sud alla marginalità”. Nel comunicato si chiede “il rispetto per le mandrie, per gli allevatori, per i trasformatori artigianali e per la salute dei cittadini”.

Lo sciopero della fame. Giusto chiedere a Roma di risolvere i problemi legati a Brucellosi e Tubercolosi. Ma il vero pericolo è l’Unione europea che vuole ridurre ai minimi termini agricoltura e allevamenti di Sud e Sicilia

Gli allevatori che hanno iniziato lo sciopero della fame per sostenere la petizione sono Pasquale D’Agostino (allevatore Casertano che terrà lo sciopero della fame presso il Centro Don Diana a Casal di Principe) e Sebastiano Lombardo (allevatore siciliano in sciopero della fame presso la Sala Consigliare del Comune di San Teodoro, Comune in provincia di Messina). “Pasquale D’Agostino e Sebastiano Lombardo – si legge sempre nel comunicato – rimarranno in sciopero della fame (assumendo solo un cappuccino la mattina e bevendo acqua con integratori minerali) fino a quando non ci saranno risposte alle richieste della petizione ovvero fino a quando non sarà chiaro che la speranza degli allevatori meridionali di vedere, finalmente, interrotto il ciclo fallimentare dei Piani territoriali con un intervento risolutivo del Governo non verrà garantito”. Fin da ora, e in attesa di ulteriori comunicazioni, è possibile seguire quotidianamente gli aggiornamenti dalle pagine del sito altragricoltura.net e, grazie alla programmazione di IAFUE PERLATERRA (la web/radio-tv dell’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare) collegandosi alle dirette streaming che quotidianamente metteranno in onda un Notiziario degli Allevatori tutte le sere fra le 20.45 e le 21.15. Detto questo, ribadiamo che è giusto risolvere con il Governo nazionale i problemi legati alla Brucellosi e alla Tubercolosi. Ma attenzione all’Unione europea che, con i suoi regolamenti, punta limitare al minimo le attività agricole e gli allevamenti nel Sud e in Sicilia. L’unica speranza è la nascita di un movimento politico di forte connotazione meridionalista iniziando una contestazione contro la politica agricola europea e, segnatamente, contro i nuovi regolamenti europei sugli allevamenti. Non c’è più tempo da perdere.

Foto tratta da Il Mattino

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