Ieri a Roma di 50 mila persone con Michele Serra, PD e CGIL? Un fallimento. La CGIL di Susanna Camusso dieci anni fa contro il Jobs Act del PD di Renzi portò in piazza un milione di persone

Se il PD e la CGIL oggi riescono a portare in piazza un ventesimo delle persone rispetto al 2014, beh, significa che sono sulla via del tramonto. Detto questo, va lodato il coraggio degli organizzatori: perché ci vuole veramente coraggio per manifestare in favore dell’Ue guerrafondaia di oggi

Dicono che ieri, alla manifestazione di Roma organizzata da Michele Serra erano presenti prima 30 mila persone che poi sono diventate 50 mila. “Un successo”, hanno ‘strillato’ gli organizzatori. Sommessamente non possiamo sottolineare che 50 mila persone in piazza, a Roma, per una manifestazione voluta anche dal PD, dalla CGIL e da tutte le sigle e da tutti gli ‘ammennicoli’ di questo partito e di un sindacato come la CGIL sono un totale fallimento. Per Michele Serra 50 mila persone saranno anche un successo, ma per PD e CGIL sono ben poca cosa. Chi ha un po’ di memoria ricorderà che dieci anni fa, sempre a Roma, l’allora segretaria della CGIL, Susanna Camusso, organizzò una manifestazione per criticare il Jobs Act voluto dal Governo del PD di Matteo Renzi portando un piazza un milione di persone (qui un articolo). Attenzione al passaggio: nel 2014 la CGIL era contro il Governo del PD e, ribadiamo, portò in piazza un milione di persone. Ieri, pur nella confusione di un PD smarrito e diviso, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schelin, e il segretario della CGIL, Maurizio Landini, hanno appoggiato insieme la manifestazione ma in piazza sono arrivate, sì e no, appena 50 mila persone: un ventesimo dei cittadini che la sola CGIL di Susanna Camusso riuscì a portare in piazza, a Roma, da sola, nel 2014. Al di là delle divisioni del PD, al di là del fatto grottesco che tra queste 50 mila persone c’erano quelle favorevoli all’Unione europea che si arma e quelle contrarie alla guerra, al di là, ribadiamo, della confusione, il vero flop ‘politico’ della manifestazione di ieri è nei numeri: 50 mila persone per una manifestazione della ‘sinistra’ targata PD e CGIL sono, lo scriviamo ancora una volta, poche.

Intanto sulla rete Zelen’skyj ‘arringa’ il popolo dei 50 mila di ieri a Roma

Ma c’è un secondo fallimento, ancora più grave del flop di PD e CGIL a Roma. Questo secondo fallimento si materializza nel fatto che proprio mentre erano in corso a Roma tre manifestazioni – oltre alla manifestazione di Michele Serra e company ci sono state le manifestazioni di Italia Libera e Sovrana di Marco Rizzo e la manifestazione di Potere al Popolo – il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelen’skyj, si è dichiarato contento per quanto stava avvenendo a Roma ed è tornato a chiedere il riarmo dell’Europa e l’invio di truppe europee in Ucraina. Poiché la manifestazione promossa da Italia Libera e Sovrana di Marco Rizzo è stata organizzata dichiaratamente contro l’Unione europea e contro la guerra e poiché la manifestazione di Potere al Popolo è stata organizzata dichiaratamente contro la guerra, se ne deve dedurre, sul piano della logica dei fatti, che il presidente ucraino commentava positivamente la terza manifestazione dove erano presenti, tra gli altri, gli esponenti del PD con i suoi tanti volti e gli esponenti della CGIL.

Cosa chiede il presidente dell’Ucraina agli ‘europeisti’? Che l’Ue dichiari guerra alla Russia inviando militari a combattere contro un esercito che, tutto sommato, ha umiliato tutto l’Occidente in Ucraina e, come si dice a Sciacca, ci fici rari u striocatuni nterra a Napoleone e a Hitler: minchiatelle, va…

Zelensky, leggiamo in un post di un canale Telegram, è tornato a chiedere la militarizzazione dell’Europa e un colpo di acceleratore, mettiamola così, alla produzione di munizioni. Visto che è già in argomento, dopo il voto guerrafondaio del Parlamento europeo, il presidente dell’Ucraina ha chiesto anche un rafforzamento della difesa aerea. L’Europa, secondo Zelen’skyj – stando sempre a quello che leggiamo nel post di un canale Telegram – ha bisogno di arsenali e capacità proprie per produrre le armi più moderne. Quando si tratta di difesa e sicurezza, la produzione di munizioni non dovrebbe richiedere dai tre ai cinque anni”. Insomma, ci dobbiamo sbrigare, ci dice Zelen’skyj. Magari dobbiamo trasformare le industrie automobilistiche italiane ormai ferme in industrie delle armi come sta facendo la Germania di Ursula von der Leyen, come vorrebbe anche qualche Ministro del Governo di Giorgia Meloni? “Il presidente ucraino – leggiamo sempre nel post – ha inoltre sottolineato con fermezza l’importanza strategica di schierare un contingente militare europeo sul suolo ucraino come garanzia di sicurezza non solo per il suo Paese, ma per l’intera Europa, esortando a respingere i diktat di Mosca. Il contingente deve essere schierato sul suolo ucraino. Questa è una garanzia di sicurezza per l’Ucraina e per l’Europa. Se Putin vuole introdurre qualche contingente straniero nel territorio russo, è affar suo. Ma non è affar suo decidere nulla sulla sicurezza dell’Ucraina e dell’Europa”.

Chissà cosa ne pensano Putin e Trump?

La Russia di Vladimir Putin ha già fatto sapere che non tollererà presenze militari straniere al confine con la Russia e, se ciò dovesse avvenire, risponderebbe con le armi. A quanto pare, anche su questo punto, il presidente americano, Donald Trump, è d’accordo con Putin. Chiediamo ai protagonisti della manifestazione dei 50 mila di ieri, e segnatamente alla segretaria del PD e al segretario della CGIL: voi siete daccordo con Zelen’skyj? L’Unione europea deve schierare un contingente militare sul suolo ucraino dichiarando, di fatto, gierra alla Russia di Putin? Ah, dimenticavamo. ‘Complimenti vivissimi’ ai promotori della manifestazione dei 50 mila di ieri a Roma: siete riusciti a galvanizzare Zelen’skyj. Volete mettere!

Sopra foto tratta da Tgcom 24 – Mediaset Infinity

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