“Il coccodrillo cosa fa… in Sicilia? Il clima cambia e arrivano le specie animali aliene. Alcuni pesci aggrediscono anche l’uomo! E ancora il Pesce Palla, il Pesce Scorpione, il Ragno Violino, la Formica di Fuoco

Nella nostra Isola non c’è solo il coccodrillo, o alligatore nelle acque fluviali dell’Agrigentino. I cambiamenti climatici stanno riservando sorprese sgradevoli e inquietanti
dav

di Domenico ‘Mimmo’ Macaluso
Ispettore Onorario dei Beni Culturali della Regione Siciliana in materia di Geologia Marina

“Il coccodrillo cosa fa…” richiama una nota canzoncina dello Zecchino d’Oro e non a caso! Se è il mar Mediterraneo a subire maggiormente l’effetto delle variazioni del clima, imputate all’attività umana, le cose non vanno meglio per le terre emerse, in particolar modo per la Sicilia, isola di record non sempre invidiabili. L’aumento delle temperature del pianeta Terra, con un 2024 considerato l’anno più caldo da
sempre, ha comportato uno stravolgimento del clima, con ricorrenti fenomeni di precipitazioni estreme, le cosiddette bombe d’acqua, in realtà dei veri e propri uragani mediterranei (Medicanes); questi devastanti fenomeni hanno origine proprio nel Mediterraneo, dove il riscalamento della superficie marina, a contatto con le correnti freddi autunno-invernali, crea dei vortici che si caricano di vapore d’acqua, che poi precipita in forma di pioggia torrenziale o grandine.

Gli effetti dell’aumento delle temperatura nelle acque del Mediterraneo

Ma l’aumento della temperatura delle acque del Mediterraneo, sta provocando anche considerevoli
trasformazioni dell’ecosistema marino, stravolgendo un equilibrio che si era stabilizzato negli ultimi secoli: tutto questo per la diminuzione dell’ossigeno disciolto nell’acqua, che determina l’allontanamento degli animali marini costretti a cercare acque più fredde; di contro, il conseguente arrivo nelle aree più a nord del bacino del Mediterraneo di animali marini autoctoni che vivevano a latitudini più basse (fenomeno della meridionalizzazione), ma soprattutto l’arrivo delle cosiddette specie alloctone o aliene, animali marini che generalmente vivono in mari esteri al Mediterraneo (fenomeno della tropicalizzazione), specie tropicali che determinano un ulteriore danno all’ecosistema, in quanto questi animali non soltanto entrano in competizione con i pesci autoctoni, ma spesso li predano. E non hanno predatori!

Il Granchio Fantasma e il Granchio Blu

Le nuove specie arrivate con le acque di zavorra delle navi o direttamente attraverso il canale di Suez, si ambientano e si riproducono in un mare che non è più ostile: il Granchio Fantasma (Ocipode cursor) (foto sopra) attacca gli animali che fanno parte del sistema dunale e può distrugge le uova ed i piccoli esemplari di tartaruga marina; il Corridore Atlantico (Percnon gibbesi) è un voracissimo divoratore di alghe, mentre il Granchio Blu (Callinctes sapidus), distrugge pesci, molluschi e coralli determinando gravissimi danni agli impianti di acquacoltura delle vongole.

Un Sarago che attacca i bagnanti

Il riscaldamento delle acque del Mediterraneo, sta determinando alterazioni anche nel comportamento di animali presenti da sempre nel nostro mare, come l’aumento della voracità delle Salpe (Sarpa salpa) che sembra mettere a rischio i banchi di Posidonia oceanica, una pianta adattatasi a vivere nel mare e che rappresenta un oasi per l’ambiente marino; altri pesci come il nostro Sarago maggiore (Diplodus sargus) sembrano essere divenuti aggressivi nei confronti dei bagnanti, con morsi che causano piccole ferite: sia nel caso della salpa che del sarago, questa modifica del loro comportamento sembra esse dovuta ad un aumento del loro metabolismo basale causato dalle alte temperature del mare. Altre variazioni del comportamento registrato negli animali marini, è l’alterato rapporto predatore-preda, con una diminuzione della reattività nei grossi predatori, verosimilmente determinata dall’aumento nel loro sistema nervoso di un neuromediatore, l’acido Gamma-Aminobutirrico. Qualche anno fa è stato registrato un attacco mortale ai danni di una Verdesca (Prionace glauca) di circa tre metri, da parte di due pesci spada, che dovrebbero rappresentare una preda per la verdesca!

Le nuove specie animali nella Riserva naturale di Vendicari

È stata anche segnalata la presenza di specie pericolose per l’uomo, come il Pesce Palla, velenosissimo se ingerito, in quanto contiene una tossina che non ha antidoti (tetradotossina), mentre animali come la Cubomedusa (Carybdea marsupialis) e la Caravella portoghese (Physalia physalis) causano nell’uomo gravi lesioni da contatto. Ultimo arrivato è il Pesce Scorpione (Pterois miles), terribile predatore dotato di aculei velenosi, avvistato per la prima volta in Sicilia, nella Riserva Naturale Orientata Oasi Faunistica di Vendicari. E proprio nelle sabbie di Vendicari ed in alcune aree del Siracusano, ad arricchire una ricca
collezione di pericolosi insetti non alieni, come il Ragno Violino (Loxosceles rufescens) e la Vedova
Nera del Mediterraneo
(Latrodectus tredecimguttatus) è arrivata una infernale aliena, la Formica di
Fuoco
(Solenopsis invicta) dalla puntura dolorosissima, capace anche di scatenare reazioni
anafilattiche. Questa formichina è in grado di realizzare complessi e vasti formicai sotterranei ed è
pressoché impossibile arrestare la sua diffusione; anche in questo caso, l’arrivo della formica invicta, è stata mediata dalle alte temperature medie stagionali che proprio nel Siracusano, secondo
l’Organizzazione ONU della Meteorologia, l’11 Agosto 2021 hanno fatto registrare la temperatura
europea più alta di sempre: + 48,8° C!

Il coccodrillo o alligatore di San Giovanni Gemini

Ma la grande abilità dell’uomo, nello stravolgere gli equilibri del nostro pianeta, non si fermano agli
effetti collaterali delle sue attività, ma vi contribuisce in modo stupido, più che criminoso, introducendo in ambienti delicati come quelli del nostro territorio, animali che entrano in competizione con quelli presenti da millenni, come pappagalli, scorpioni e serperti e come la deliziosa tartarughina da acquario (Trachemys scripta), che liberata cresce fino a raggiungere considerevoli dimensioni diventando un voracissimo predatore che spiazza le miti tartarughe palustri siciliane (Emys orbicularis). Ma la notizia più inquietante, anche se da verificare, è la presenza nelle acque fluviali agrigentine, di un rettile che potrebbe essere veramente pericoloso, un coccodrillo (oppure un alligatore). La sua presenza è stata segnalata nell’Ottobre del 2023 in un torrente di San Giovanni Gemini ed il sindaco si è premurato di emettere un’ordinanza per non abbattere l’animale, in caso di avvistamento, in quanto specie protetta. Se trattasi di bufala o di una notizia attendibile, non è importante ai fini della reale esistenza del problema, in quanto purtroppo è abitudine consolidata, liberarsi di animali esotici, nel momento in cui questi diventano ingestibili: si tratta di uccelli, insetti, rettili e pesci, compresi i piranha, come quello pescato il 14 agosto 2014 a Casalmaggiore nel Po, vittima degli abbandoni estivi!

Il protocollo d’intesa tra il CNR di Milano e l’Azienda Sanitaria Locale di Agrigento

Considerato che anche bloccando tutte le fonti di emissioni di anidride carbonica e metano, per
riportare la temperatura della Terra ai valori pre-industriali, sarebbero necessari circa 70 anni, quali
potrebbero essere le soluzioni? Adattarsi ed un processo pressoché irreversibile, cercando di trasformare in risorsa, le nuove specie. Grazie ad un protocollo d’intesa tra il CNR di Milano e l’Azienda Sanitaria Locale di Agrigento, con referenti di questo progetto la dottoressa Daniela Gaglio, per il CNR di Milano ed il sottoscritto per l’ASP di Agrigento, relativamente all’anellide vermocane (Hermodice carunculata) (foto sopra) non
alloctono, ma in considerevole crescita demografica (un anellide che dopo avere invaso lo stretto di Messina, ha colonizzato anche il Canale di Sicilia), si tenterà di ottenere dalle sue tossine, dei biofarmaci. Si sta cercando anche di sfruttare alcune di queste nuove specie, incrementando ad
esempio la pesca del Carango ronco (Caranx rhonchus), dalle carni simili a quelle del Sauro o realizzando impianti per la lavorazione e commercializzazione della polpa di Granchio blu, mentre la nostra premier Giorgia Meloni (foto sotto tratta da Quotidiano di Puglia) si mostra nei social con un vassoio di granchi blu, pronti per essere consumati, magari pronunciando il gentile invito, non romanesco, ma emiliano: “gradisca!”

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *