Il Carnevale è finito, l’Ue di Ursula von der Leyen purtroppo c’è ancora: la follia di 800 miliardi di nuovi armamenti tagliando fondi a sanità e scuola per fare arricchire i produttori di armi e gli speculatori di Borsa

Non è un po’ strano che l’Unione europea decida di armarsi proprio quando il presidente ucraino Zelens’kyj sta per tornare a Washington per fermare la guerra nel suo Paese? Le industrie delle armi che volano in Borsa

Ieri abbiamo lanciato su Facebook la proposta di una manifestazine a Palermo per chiedere le dimissioni dalle presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen (foto sopra tratta da Il Fatto Quotidiano). Mentre si sta cercando in tutti i modi di fermare la terribile guerra in Ucraina, questa signora che ha già gestito malissimo la pandemia, rifiutandosi di spiegare come sono andate le cose con le multinazionali farmaceutiche che hanno prodotto e venduto discutibili ‘vaccini’, adesso vorrebbe addirittura imporre un piano di riarmo da 800 miliardi di euro per armare l’Europa. Ovviamente, i produttori di armi sono felici, tant’è vero che i titoli delle aziende di questo settore quotate in Borsa sono volati ai massimi storici. Non sfugge agli osservatori il paradosso di quanto sta avvenendo: mentre il presidente dell’Ucraina, Zelens’kyj si accinge a tornare a Washington con il capo cosparso di cenere per firmare la pace e bloccare la guerra nel suo martoriato Paese, l’Unione europea della signora von der Leyen e chi gli va dietro vogliono armare l’Europa.

Alla fine la corsa agli armamenti in Europa la pagheranno i cittadini

Domanda: da dove dovrebbero arrivare gli 800 miliardi di euro per fare arricchire ulteriormente i produttori di armi? Nell’Unione europea la ‘monetazione’ è a credito. Ciò significa che i 27 disgraziati Paesi che fanno parte di questa Ue di falliti & banditi hanno davanti due possibili vie per trovare ‘sti soldi: o ognuno dei 27 Paesi dell’Unione li tira fuori in quota parte; o si procede con un nuovo indebitamento, sempre in quota parte, pari, appunto, a 800 miliardi di euro. In entrambi i casi a pagare sarebbero i cittadini. Nel primo caso, ovvero se si dovesse decidere di non ricorrere a un nuovo indebitamento, ogni Paese dovrebbe tassare i propri cittadini con nuovi balzelli, o dovrebbe trovare i soldi tagliando i servizi: per esempio, scuola e sanità pubblica (per inciso, quello che ha fatto l’Italia dal 2011 ad oggi); nel secondo caso, là dove si dovesse ricorrere a un nuovo indebitamento per 800 miliardi di euro, a pagare sarebbero sempre i cittadini con un aumento, per ognuno dei 27 Paesi Ue, del pagamento degli interessi sul debito pubblico (anche in questo caso i soldi per pagare l’aumento degli interessi sul debito pubblico verrebbero trovati con tagli ai servizi, in testa sanità pubblica e scuola pubblica).

I partiti che governano l’Unione europea debbono fare ‘ingrassare’ i propri amici & sodali che producono armi?

Domanda: ma se il presidente americano Trump sta imponendo lo stop delle armi in Ucraina perché l’Unione europea deve armarsi? Forse perché i partiti che governano l’Unione europea debbono fare ‘ingrassare’ i propri amici & sodali che producono armi? Chi segue, anche senza grande impegno, le vicende economiche e finanziarie, saprà che la ‘svolta bellicista’ della Commissione europea è stata preceduta da un grande acquisto di azioni delle aziende produttrici di armi quotate in Borsa (qui un articolo). E’ evidente che tutto è stato preparato prima. Come avvenuto per la pandemia, quando le multinazionali farmaceutiche hanno imposto un ‘presunto’ e discutibile vaccino contro il Covid, oggi le forze economiche che producono armi, con l’aiuto della politica, stanno imponendo il riarmo per guadagnare una barca di soldi sia in Borsa, sia con la vendita delle armi. Insomma, è ancora una volta tutta una questione di denaro. Le manifestazioni pro-Ucraina e pro-Unione europea, di certo senza volerlo, rischiano di essere strumentalizzate.

Attenzione a non diventare stumenti inconsapevoli di grandi interessi economici speculativi

Si può fermare questa nuova speculazione ‘europeista’? Quanto meno bisogna provarci. Sarebbe importante organizzare manifestazioni di piazza contro il riarmo e contro l’Unione europea della von der Leyen, chiedendo a gran voce le sue dimissioni. Scendere in piazza è giusto, ma non per avallare la grande operazione economica e finanziaria-speculativa che sta prendendo piede sfruttando gli ultimi rantoli della terribile guerra in Ucraina. Invitiamo i nostri lettori a seguire l’evoluzione di questa storia: i partiti politici che sponsorizzeranno il riarmo in Europa sono parte integrante di questo gioco mostruoso dove armi e denaro si fondono e si confondo. Basterà osservare la realtà che, come ci ricorda Marcel Proust, “è il più abile dei nemici” perché “lancia i suoi attacchi contro quel punto del nostro cuore dove non ce li aspettavamo e dove non avevamo preparato difese”. Mai come in questo momento bisogna porre grande attenzione a non diventare inconsapevoli strumenti di grandi interessi economici speculativi.

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