Gesù incompreso anche dai suoi discepoli che lo identificavano con il ‘Figlio di Davide’. Pietro invitato senza tanti complimenti a mettersi dietro a lui perché pensava come gli uomini

di Frate Domenico Spatola

Gesù interroga i discepoli: Marco 8, 27-33

Accadde nei dintorni di Cesarea di Filippo. Alle falde dell’Hermon e ai confini con il Libano. Dopo l’episodio dei “pani”, Gesù sperava nella migliore comprensione della gente su di lui. Alla domanda ai discepoli: “Chi dice la gente che io sia?”. Le risposte riguardarono personaggi del passato: Giovanni Battista, Elia o un profeta. La gente non lo vedeva neppure Messia. Interpellati direttamente i discepoli, Pietro, a nome di tutti, disse: “Tu sei il Messia”. Il titolo preceduto dall’articolo lo identificava con il “Figlio di Davide”. Ambiguità da non diffondere, perciò intimò il silenzio. Quando volle ai suoi spiegare la sua missione da “Messia, sofferente fino alla morte di croce”, Pietro si ribellò ma Gesù vide in lui l’avversario (“il satana”) del progetto divino, per il suo pensare come “gli uomini”, e gli intimò di mettersi dietro a lui, a sequela, senza l’arroganza di volere dettare il cammino al Maestro.

Foto tratta da La Luce di Maria

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