In questi giorni ricordiamo Sant’Agata Patrona di Catania, che è stata più volte salvata dai fiumi di lava dell’Etna arrivati fino alle porte della città

Oggi, 6 Febbraio, si conclude a Catania la festa dedicata a Sant’Agata iniziata quattro giorni fa

di Frate Domenico Spatola

Sant’Agata fu martirizzata perché cristiana nel 251, sotto il superstizioso imperatore Decio che addebitava i guai dell’impero ai Cristiani, accusati di essere atei, perché non frequentavano i templi e attiravano la vendetta degli dèi. Chi volle la morte di Agata fu tuttavia il proconsole romano Quinziano che, invaghito di lei, non si vide corrisposto, avendo la Santa scelto Cristo come sposo. Catania, a lei devota, ne ha sperimentato l’intercessione nei secoli perché più volte Sant’Agata ha fermato i fiumi di lava dell’Etna, alle porte della città, ove ancora visibili sono i segni del pericolo corso.

Anche Santa Lucia si è rivolta a Sant’Agata

Anche Santa Lucia, da Siracusa, venne alla sua tomba, a chiedere con preghiere la guarigione della madre, e Agata le rispose che l’avrebbe potuto guarire essa stessa. Palermo, che in qualche momento, aveva ipotizzato di averle dato i natali, la venera “come patrona” con Santa Rosalia, e una chiesa, vicina alla Porta col suo nome, in zona “Albergheria”, conserva l’impronta del suo piede sagomato nella lava. I Catanesi la onorano Patrona e ogni anno, il 5 febbraio, puntualmente e orgogliosamente, non mancano di farlo sapere al mondo intero con l’invidiabile Festino e la spettacolare processione per i vicoli cittadini.

Foto tratta da QdS

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