Donald Trump vuole bloccare con un’operazione militare in Messico contro i narcotrafficanti la droga che arriva negli USA dal Sudamerica. Come mai tanto silenzio nel resto dell’Occidente?

Già al confine tra Texas e Messico il nuovo Governo federale americano ha inviato 10 mila soldati. Ora non si esclude un intervento del Pentagono

L’amministrazione americana di Donald Trump è più che mai intenzionata a bloccare l’arrivo di droga negli Stati Uniti d’America. Da quello che leggiamo in un post pubblicato da un canale Telegram, il #Pentagono non esclude un’operazione militare in Messico contro i narcotrafficanti. “Al confine con il #Texas – leggiamo nel post – si registrano scontri a fuoco tra le guardie di frontiera e membri affiliati ai cartelli messicani della droga. In questo contesto il segretario alla Difesa americano, Pete Hegseth, non esclude l’ipotesi di un’operazione militare speciale per eliminare i gruppi malavitosi sul territorio messicano, rilevando come la priorità della nuova amministrazione siano gli americani e la difesa dei propri confini. Tutte le opzioni saranno prese in considerazione”.

La trattativa tra Trump e il Messico su dazi doganali e, con molta probabilità, sul controllo dei confini

Ricordiamo che, in queste ore, il presidente Trump ha prima annunciato dazi doganali del 25% per Messico e Canada. Un provvedimento sospeso dopo che è stata avviata una trattativa tra il Governo americano e i vertici di Messico e Canada. Non a caso in questi giorni i governi messicani e canadesi hanno razzorzato i controlli alle frontiere per provare a rabbonire Trump (qui un articolo). In un prossimo articolo illustreremo il perché gli Stati Uniti d’America hanno deciso di adottare i dazi doganali verso questi due Paesi. In questa fase possiamo ipotizzare che le trattativa con il Messico riguarderà anche lo stop alla droga che, dal Messico, arriva in America passando per il confine con il Texas. Proprio per fermare i migranti e la droga che arrivano dal Sudamerica, Trump, durante il suo primo mandato (2016-2020), ha iniziato a costruire un muro fra Messico e Texas. Ora il presidente statunitense torna all’attacco.

Droga, corruzione, silenzio

Come abbiamo scritto nei gorni scorsi, “la nuova Amministrazione Trump ha già inviato 10 mila militari al confine con il Messico per bloccare gli immigrati; questa mossa rappresenta un colpo durissimo per le organizzazioni che esportano droga negli Stati Uniti d’America: il giro di affari è di decine e decine di miliardi di dollari annui, con danni enormi non soltanto per i ‘cartelli’ sudamericani ma anche per le organizzazioni criminali che operano in America, spesso protette dalla politica e non soltanto dalla politica”. Va precisato che oggi, nel mondo, la coltivazione di arbusti di Coca (Erythroxylon coca), da cui si estrae il potente principio attivo chiamato cocaina, si concentra in tre Paesi dell’area Andina: Colombia, Bolivia e Perù. Come già ricordato, la droga arriva in America dal confine con il Messico: da qui l’azione dell’amministrazione Trump che vuole bloccare, anche con le armi, questo commercio di droga. Una mossa che non farà certo piacere ai protagonisti del mondo della droga, la cui potenza economica e corruttiva non ha confini e non risparmia certo chi prende soldi per difendere l’organizzazione commerciale della droga, magari adducendo ragioni umanitarie… Non suona un po’ strano il silenzio dei media occidentali sulla battaglia iniziata dall’amministrazione Trump contro la droga?

AGGIORNAMENTO

“Gli Stati Uniti stanno preparando qualcosa di grosso contro i cartelli in Messico. Oltre agli aerei da ricognizione che sorvolano il perimetro dello spazio aereo messicano, la Marina degli Stati Uniti ha schierato in Messico la portaerei a propulsione nucleare USS Nimitz con un intero squadrone di caccia F/A-18 Super Hornet. Il velivolo di allerta precoce e di puntamento E-2 Hawkeye è già operativo nell’interesse del gruppo d’attacco”( Telegram))

Foto tratta da scenarieconomici.it

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