Oggi agricoltori e allevatori tornano in piazza in tutta Italia. L’assemblea a Poggioreale alle 18 e 30. Riusciranno gli agricoltori siciliani a non farsi fregare dagli ‘infiltrati’ e a far nascere un nuovo movimento organizzato?

Le proteste sono già iniziate a Strasburgo e in Francia contro l’Unione europea che vorrebbe fare ‘ingoiare’ agli agricoltori il Mercosur, la nuova porcata ‘europeista’

Stasera alle 18 e 30, nell’aula consiliare di Poggioreale, provincia di Trapani, si tiene un’assemblea di agricoltori e allevatori. A un anno dalle manifestazioni di protesta degli agricoltori europei il mondo agricolo torna a scendere in piazza. Una manifestazione è andata in scena nei giorni scorsi a Strasburgo, la sede del Parlamento europeo (qui un articolo). Una protesta contro il Mercosur, l’accordo commerciale siglato nel Dicembre dello scorso anno tra la Ue, rappresentata dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, i i rappresentanti di Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay. In base a questa nuova porcata ‘europeista’ i prodotti agricoli sudamericani invaderanno l’Europa a dazio zero mentre le grandi aziende europee, soprattuto tedesche, che operano soprattutto nel settore dei servizi e dell’industria andranno in questi Paesi sudamericani a fare affari d’oro (magari a vendere automobili). In pratica, ancora una volta, l’Unione europea sacrifica l’agricoltura, gli agricoltori, gli allevatori e i consumatori europei per tutelare gli interessi di altri settori produttivi (qui un articolo). Un’altra protesta, sempre nei giorni scorsi e sempre contro il Mercosur, si è svolta in Francia (qui un articolo). Il Mercosur, per la cronaca, deve ancora essere ratificato dagli organi comunitari e dai 27 Paesi che fanno parte dell’Unione europea. Ma tra gli agricoltori europei c’è molto malumore, perché la presidente von der Leyen, che è tedesca, dà il Mercosur come cosa fatta. Bisogna capirlo: i tedeschi non riescono più a vendere le auto che producono e pensano, o forse si illudono, di vendere le auto tedesche in Sudamerica in cambio del Mercosur. Bella questa Unione europea, vero?

Oggi inizia la protesta del mondo agricolo in tante città italiane. Le parole di Franco Calderone su chi dice che in Italia l’agricoltura va bene: “Assurdità. Nel nostro Paese la fantasia orwelliana sta superando la realtà”

Oggi i trattori degli agricoltori tornano in strada in tante città italiane: a Brescia, in Lombardia; a Cuneo, in Piemonte; ad Arezzo, in Toscana; a Viterbo, nel Lazio; proteste di agricoltori a Piacenza; proteste a Reggio Emilia e dintorni; in Puglia, nell’area della Capitanata, luogo d’elezione del grano duro; in Campania, da Capua a Santa Maria di Capua Vetere, ad Avellino. Agricoltori e pescatori in piazza anche in Calabria, a Rosarno. E proteste anche in Sicilia con la citata assemblea di stasera a Poggioreale. C’è, in questa vicenda, un aspetto che oscilla tra il distopico e il tragicomico, con l’attuale Governo italiano che, quasi ad anticipare la protesta, ha fatto sapere che l’agricoltura italiana sarebbe in crescita. “Veramente incredibile l’atteggiamento del Governo nazionale – ci dice Franco Calderone, agricoltore con azienda nel Palermitano -. Tanti agricoltori non riescono più a tirare avanti e i governanti dicono che tutto va bene. L’agricoltura italiana è massacrata dalla globalizzazione dell’economia, che fa arrivare nel nostro Paese prodotti agricoli di pessima qualità a prezzi irrisori. La globalizzazione sta distruggendo buona parte dell’agricoltura e assistiamo a campagne di disinformazione. La fantasia orwelliana sta superando la realtà”. (qui una video intervista a Franco Calderone).

I soliti inghippi sul grano duro e sull’olio d’oliva

Gli unici soggetti che guadagnano con questo sistema sono i commercianti che, come si usa dire in Sicilia, accattanu e vinnino, comprano e vendono. Due esempi per tutti. il grano duro e l’olio extra vergine di oliva. Il grano duro italiano e, in particolare, del Sud Italia e della Sicilia paga la presenza massiccia di grano duro estero canadese, ucraino, turco e russo; nei mesi scorsi il prezzo del grano duro è sceso a 26-28 euro al quintale, con punte più basse in Sicilia (24-25 euro al quintale). Oggi è saluto un po’, fino a 32 euro al quintale in Puglia ma non in Sicilia. Quanto all’olio d’oliva extra vergine, beh, assistiamo al ritorno, anche se lento, alla solita sceneggiata. L’annata, iniziata con la raccolta delle olive a metà Ottobre-Novembre dello scorso anno è stata scarsa. Una bottiglia di olio extra vergine da 3/4 di litro non dovrebbe costare meno di 9 euro. Invece nei centri commerciali si comincia a vendere le bottiglie di olio extra vergine di oliva a 8 euro e anche a 7 euro. I commenti li lasciamo a voi…

Tra infiltrati e parassiti

Non sappiamo che effetti sortirà questa nuova protesta degli agricoltori italiani. Lo scorso anno, senza offesa per nessuno, i circa due mesi di proteste non sono serviti a nulla. Certo, l’effetto scenico non è mancato: parate di trattori, striscioni, slogan efficaci. Risultato: nulla. Anche perché nei movimenti si ‘infiltrano’ soggetti legati ai Governi che svolgono, grosso modo, due ruoli: seminare dubbi, pessimismo e zizzania nelle chat degli agricoltori; e, dopo qualche settimana di proteste, andare a trattare con i governi per sputtanare le proteste e gli stessi agricoltori. Non escludiamo che, anche quest’anno, avvenga la stessa cosa. Lo scorso anno gli agricoltori siciliani, anche a causa delle chat ‘infestate’, non sono riusciti a organizzare nulla di concreto: né un’associazione per preparare non tanto un partito politico degli agricoltori organizzato, ma almeno le candidature da proporre ai partiti politici più sensibili ai temi agricoli; né un nuovo sindacato agricolo da contrappore alle attuali, fallimentari organizzazioni agricole che ‘parassitizzano’ l’agricoltura. Così oggi assistiamo a una Commissione europea che continua a penalizzare l’agricoltura: basti pensare allo scandalo ‘Green’ esploso in questi giorni, con un fiume di denaro pubblico dell’Unione europea utilizzato per corrompere la politica e, in particolare, per penalizzare l’agricoltura (qui un articolo). Riusciranno gli agricoltori siciliani a imprimere una svolta, magari dando vita a un’organizzazione nuova di agricoltori e allevatori? O, come avvenuto fino ad oggi, si faranno fregare dai soliti ‘infiltrati’?

Foto tratta da Irpinianews

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