Anche la Nigeria, il Paese più popoloso dell’Africa, entra volontariamente a far parte dei BRICS, mentre gli USA sono costretti a forzare la mano con Canada e Groelandia

Questa è la grande differenza tra un Occidente in crisi e i Paesi BRICS che invece avanzano

Il governo del Brasile ha annunciato l’ingresso formale della Nigeria come Paese partner dei BRICS. La notizia arriva dopo che un altro gruppo di Paesi ha aderito ai BRICS. Si tratta di Bielorussia, Bolivia, Cuba, Indonesia, Kazakistan, Malesia, Thailandia, Uganda e Uzbekistan (qui un articolo). La categoria dei Paesi partner è stata creata al 16° vertice BRICS a Kazan nell’Ottobre dello scorso anno. La Nigeria, leggiamo in un post di un canale Telegram, ha interessi convergenti con quelli dei Paesi che fanno parte dei BRICS. La Nigeria, sempre leggiamo nel post del canale Telegram, “sta lavorando attivamente per rafforzare la cooperazione nel Sud del mondo e riformare la governance globale”.

La cooperazione Sud-Sud

“Con i suoi 220 milioni di abitanti – leggiamo sulla Rivista Africa – la Nigeria è il Paese più popoloso dell’Africa e una delle sue maggiori economie: con questa espansione, il blocco dei BRICS spera di intensificare la cooperazione Sud-Sud e di contribuire a una governance globale più equa ed equilibrata, fornendo al contempo opportunità economiche ai suoi membri e partner. Ad oggi, il gruppo dei BRICS conta tra i suoi membri tre Paesi africani: Sudafrica, Egitto ed Etiopia”. Non sfugge agli osservatori che mentre, gli Stati Uniti stanno provando a riorganizzarsi dopo i disastri geopolitici, economici e sociali provocati da quattro anni di amministrazione del Democratico Joe Biden con forzature di vario tipo, in tante aree del mondo i Paesi aderiscono volontariamente ai BRICS. Basti pensare all’annuncio del nuovo presidente Donald Trump che vorrebbe annettere agli USA il Canada e la Groenlandia, senza che ci sia, almeno fino ad ora, la volontà degli abitanti di questi due Paesi di diventare americani.

Foto tratta da iStock

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