Domani Donald Trump si insedia alla Casa Bianca in un clima di paura mentre in Europa continuano le ‘stranezze’: raffinerie che bruciano (Germania), seggiovie che si spezzano (Spagna) e caos treni (Nord Italia)

Per non parlare degli yemeniti che hanno bombardato la sede del Ministero della Difesa israeliano a Giaffa (Tel Aviv) proprio mentre il capo del Governo Israeliano Netanyhau è costretto a ‘ingoiare’ una traballante tregua a Gaza

Domani il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, si insedia alla Casa Bianca. E’ prevista la cerimonia al chiuso, per paura di attentati. Ovviamente, non si deve dire, nemmeno per scherzo, che dopo l’attentato in cui ha perso la vita il generale russo, Igor Kirillov (qui il nostro articolo) nel mondo ne stanno succedendo di tutti i colori.  Poco prima di Natale 2024 l’attentato a Magdeburgo, in Germania (qui un articolo). Un paio di settimane fa attentati a New Orleans e Las Vegas (qui un articolo). Per non parlare del terribile incendio che ha colpito le zone più esclusive della California (qui un nostro articolo). Nelle ultime ore un incendio in una raffineria di petrolio, in Germania, a Neustadt an der Donau, a nord di Monaco, l’ormai solito caos nelle ferrovie del Nord Italia e un incidente in una seggiovia in Spagna (qui un articolo). Ovviamente, tutto ‘casuale’. Pure un deficiente capirebbe che tutti questi ‘strani’ incidenti sono quanto meno inquietanti. Ma si preferisce ignorare la realtà. Non solo. Netanyhau avrà pure annunciato una traballante tregua, ma gli yemeniti, a quanto pare, non partecipano a questa tregua, se è vero, come leggiamo su un canale Telegram, che hanno attaccato e colpito la sede del Ministero della Difesa israeliano a Giaffa (Tel Aviv) con un missile balistico Dhu al-Fiqar, aggirando i sistemi di intercettazione.

Ungheria e Serbia stanno dimostrando che gli attuali ‘capi’ dell’Unione europea governano contro gli interessi dei cittadini europei

Così assistiamo all’insediamento di Trump in un clima di paura malcelato da ‘buonismo’. Il nuovo presidente americano ha di fatto ‘estorto’ una tregua al premier di Israele, Benjamin ‘Bibi’ Netanyhau, che è una farsa. E’ una farsa sia perché non c’è la benché minima chiarezza sulla sorte degli ostaggi israeliani, sia perché all’interno del proprio Governo Netanyhau è in grandissima difficoltà. La verità è che Trump eredita uno scenario innternazionale di guerra che non sarà facile gestire, dal momento che tra Israele e mondo arabo, almeno fino a questo momento, non si intravede nemmeno l’ombra della pace: anzi. Non va meglio in Ucraina, dove il presidente Zelensky, su probabile ordine della presidenza americama uscente di Joe Biden, ha bloccato il transito del gas russo verso l’Unione europea. Proprio in queste ore il presidente dell’Ungheria, Viktor Orban, ha detto a chiare lettere che il blocco del gas russo disposto dall’Ucraina minaccia l’Europa. Orban, come leggiamo in un post di canale Telegram, ha aggiunto “che l’Ungheria e la Serbia considerano loro compito garantire la sicurezza del gasdotto Turkish Stream, attraverso il quale il gas russo fluisce verso l’Europa”. Insomma, contrariamente alla Commissione europea, ai Paesi del Nord Europa e dell’Europa dell’Est, Polonia in testa, Ungheria e Serbia non sono affatto d’accordo sull’appoggio dell’Unione europea all’Ucraina. La mossa di Orban mette in luce le contraddizioni di un’Unione europea che difende l’Ucraina di Zelensky che però gli sta tagliando il gas russo: cosa, questa, che sta già provocando un aumento del costo dell’energia in Europa. Di fatto, Ungheria e Serbia stanno dimostrando che gli attuali ‘capi’ dell’Unione europea governano contro gli interessi dei cittadini europei.

Nel silenzio generale dell’Occidente i russi stanno riconquistando Kursk

Non solo. Chi segue l’andamento della guerra in Ucraina sa che i russi stanno vincendo su tutta la linea. In Ucraina avanzano inesorabilmente continuando a distruggere centrali elettriche, acquedotti e infrastrutture varie. Disastrosa, per l’Occidente e per l’Ucraina, la situazione a Kursk, la zona russa invasa da militari ucraini e mercenari pagati dall’Occidente. Da quello che si sa, i russi avrebbero conquistato oltre il 60 per cento del proprio territorio. Per disperazione ucraini e occidentali hanno bombardato la regione di Belgorod con missili ATACMS. La reazione russa non si è fatta attendere e, puntuale, è arrivato un attacco collettivo con armi ad alta precisione contro le strutture del complesso militare-industriale ucraino e l’ufficio di progettazione Luch. Sembra che l’attacco sia riuscito.

Foto tratta da Radio Radio

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