Gli USA al primo posto nel mondo tra le Potenze Militari Global Firepower. Al secondo posto c’è la Russia: riflettano i ‘guerrafondai’ dell’Ue che vogliono lo scontro con Putin

Affermare, come fanno alcuni ‘europeisti’, che l’Unione europea proseguirà la guerra in Ucraina contro i russi, anche se gli americani si chiameranno fuori, è un suicidio militare ed economico

Gli Stati Uniti d’America sono sempre al primo posto nel mondo nella classifica annuale delle Potenze Militari Global Firepower (foto sopra tratta da un canale Telegram). Al secondo posto c’è la Russia, che viene prima della Cina e dell’India. La più forte potenza militare europea è rappresentata dagli inglesi, che si classificano al sesto posto (soto sotto tratta sempre da un canale Telegram)). A settimo posto troviamo la Francia. L’Italia è al decimo posto. I dati li leggiamo in un post pubblicato da un canale Telegram. Va sottolineato che per calcolare l’indice di potenza militare vengono valutati più di 60 fattori, compresi quelli economici. Il secondo posto della Russia dovrebbe fare riflettere i governanti dell’Unione europea che continuano a manifestare la volontà di proseguire, di fatto, la guerra contro i russi in Ucraina. Proseguire la guerra contro il Paese di Vladìmir Putin, anche se gli americani con la nuova presidenza di Donald Trump si chiameranno fuori dal conflitto, sarebbe un errore strategico, perché la Ue andrebbe a ‘sbattere’ contro un Paese fortemente motivato, meglio armato e, soprattutto, più ricco. Vero è che NATO e i Paesi del Nord Europa premono per il proseguimento del conflitto. Ma il proseguimento della guerra va contro gli interessi dell’Europa mediterranea. La spaccatura politica dell’Unione europea, su tale questione, è evidente.

Solo Nord Europa e Francia hanno interesse a proseguire la guerra contro la Russia. Al contrario, l’Europa mediterranea ha interessi opposti. Oggi l’Africa si libera della propria manodopera in accesso con l’emigrazione verso l’Europa

Solo la Francia, nell’Europa mediterranea, potrebbe avere interesse a prosegure la guerra in Ucraina. Questo perché Russia e Cina fomentano le proteste dei Paesi africani ancora oggi sotto il controllo francese. Ma quella di Parigi è una battaglia persa in partenza, perché ormai tutta l’Africa rifiuta l’Occidente, Europa compresa. Rispetto al passato i rapporti tra Africa ed Europa sono cambiati. Sono i Paesi africani che oggi ‘usano’ l’Europa per liberarsi della loro manodopera in eccesso, sostenendo l’emigrazione verso il Vecchio Continente. La classe dirigente africana utilizza la dabbenaggine politica dei capitalisti europei, che nell’ultimo ventennio hanno fatto arrivare dall’Africa manodopera a basso prezzo per deprimere i salari. Ma questa politica folle portata avanti dalle sinistre europee, quasi tutte al soldo del sistema capitalista ultra-liberista e globalista e favorevoli all’immigrazione di massa, si sta rivelando un boomerang. In Svezia la Socialdemocrazia è in grande crisi. In Olanda gli ‘europeisti ultra-liberisti e globalisti sono stati sconfitti. In Francia le destre sono state fermate dalla legge elettorale ma il presidente Emmanuel Macron è senza maggioranza in Parlamento. Tra circa un mese, quando si voterà in Germania, non si esclude la vittoria degli anti-europeisti. E infatti già si parla di annullare le elezioni politiche tedesche in caso di vittoria degli anti-europeisti, come avvenuto in Romania (qui un articolo). In tutto questo la sempre più demenziale Unione europea ultra-liberista e globalista vuole continuare la guerra contro la Russia pur essendo male armata e impoverita. E’ palese l’insufficienza culturale e politica dell’attuale Commissione europea. Disastrosa, poi, la posizione politica dell’Italia, che continua ad appoggiare l’Ucraina e a provocare la Russia. In Europa l’unica istituzione economica oggi veramente in attivo è la Borsa. Questo è un fatto apparentamente positivo ma in realtà è negativo, perché, come avvenuto nel 1933 con ‘La Grande crisi’, il denaro, invece di sostenere i consumi, sostiene le speculazioni. Ma di questo parleremo in un altro articolo.

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