Alla Rap di Palermo problemi di liquidità sotto Natale. Lomonte (Siciliani Liberi) torna a ribadire quanto dice da tempo: il Comune dovrebbe dichiarare il dissesto finanziario per tutelare i dipendenti

da Ciro Lomonte
esponente di Siciliani Liberi
riceviamo e pubblichiamo

Si può amministrare una città con una cronica mancanza di soldi?

Da oltre due anni, cioè dalla sua elezione, Siciliani Liberi ha suggerito al Sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, di dichiarare il dissesto finanziario del Comune per mettere in salvo gli stipendi dei dipendenti comunali e delle numerose aziende comunali. Il Sindaco, un professore universitario a Medicina già Rettore dell’Univertià di Palermo e due volte assessore regionale, ha preferito ignorare il nostro consiglio. Sempre presentato in modo argomentato e pacato al solo fine del bene della comunità, e dunque anche del Sindaco. Abbiamo più volte illustrato che insistere nell’ignorare il dissesto, di fatto, delle finanze comunali avrebbe condotto inevitabilmente ad una crisi di liquidità tale che avrebbe portato la banca cassiera del Comune o quella delle aziende comunali a metter fine alle anticipazioni fino al pagamento degli stipendi.

Mancano i soldi anche per i fornitori?

Ora, come scrive il Giornale di Sicilia, ad essere a rischio sono gli stipendi in Rap: l’azienda comunale che si occupa della raccolta dei rifiuti. Titola il quotidiano siciliano: “Palermo, la Rap ora non ha soldi per gli stipendi”. Leggiamo alcuni passi dell’articolo: “Venerdì scorso non appena Sala Martorana si era espressa sui debiti fuori bilancio (peraltro coi consiglieri di maggioranza che scappavano per sottrarsi a qualsiasi responsabilità e lasciando a votare solo 11 colleghi del centrodestra grazie all’opposizione che ha tenuto il numero legale dell’aula) la presidenza del Consiglio comunale ha dato il via libera al pagamento delle tredicesime. Nessuno poteva immaginare questo clamoroso intoppo. Restano, però, da liquidare gli stipendi, i fornitori, le manutenzioni, le bollette e tutto quanto rappresenta il ‘carburante’ di un’azienda complessa e difficile come Rap. Fino a ora le cose sono andate avanti sulla parola. Ma sotto Natale bisognerà sganciare i soldi a chi legittimamente li aspetta: soprattutto aziende che a loro volta devono pagare dipendenti, tredicesime, tasse, muti e via dicendo”.

I debiti fuori bilancio e i consiglieri comunali ‘in fuga’

Il cronista spiega che a rendere impossibile il pagamento degli stipendi sarebbe 1 milione di euro in meno rispetto ai 19 milioni di euro che dovrebbe trasferire il Comune attraverso l’ennesimo “debito fuori bilancio” che altro non è che l’effetto della sistematica sottovalutazione delle voci di spesa e sopravvalutazione di quelle di entrata. “Un maligno emendamento alla delibera sul riconoscimento del debito fuori bilancio da 19 milioni in suo favore, approvato dal Consiglio comunale di Palermo, obbliga gli uffici del Comune a decurtare la cifra del 5 per cento. Significa che salta via circa un milione che rischia di diventare una perdita di bilancio per l’azienda di igiene ambientale”. In altre parole, il cronista prima spiega come i consiglieri comunali “in fuga” siano impauriti dalle conseguenze amministrative per aver approvato un simile debito fuori bilancio. E poi spiega come la situazione finanziaria di Rap sia tale che senza 1 milione dei 19 previsti saltino gli stipendi.

L’allarme rosso

Siciliani Liberi è una forza politica leale e concreta. La Rap del presidente Todaro ha dato il via con successo alla raccolta differenziata a Mondello e Partanna. Si accinge a farlo nel centro di Palermo. Ha acquistato nuove macchine. Ed interviene costantemente per rimuovere i rifiuti che troppi palermitani e troppi commercianti abbandonano in spregio a qualsiasi regola. A lui e a Rap vanno quindi cordiali sentimenti di gratitudine da Siciliani Liberi. La questione riguarda esclusivamente il Comune di Palermo, e la scelta politica di non aver dichiarato il dissesto. “Ieri è stata una giornata di lunghe riunioni – spiega ancora il cronista – per cercare di venire a capo della situazione. Non sfugge a nessuno che un ritardo di questo pagamento è una bomba a orologeria, sotto Natale. Il direttore generale, Eugenio Ceglia, ieri ha fatto scattare l’allarme rosso”.

Il Comune di Palermo dovrebbe dare quello che ha fatto il Comune di Catania

Solo di personale, Rap ha un costo annuo di quasi 80 milioni di euro, e costa al Comune di Palermo oltre 110 milioni annui. Secondo la legge voluta dal Governo di Mario Monti, il Comune dovrebbe coprirne l’intero costo attraverso la Tari, la Tassa sui rifiuti. Che a Palermo ha un tasso di evasione del 50 per cento. E infatti, a fine anno, basta 1 milione in meno a mettere a rischio gli stipendi. Questo significa che Rap non può chiedere alla banca cassiera di anticipare nemmeno 1 milione, a fronte di trasferimenti dal Comune per oltre 110 milioni. Se il Comune non sarà in grado di trasferire ogni volta quanto previsto dal contratto di servizio, i dipendenti di Rap resterebbero senza stipendio. Vale per Rap. Ma vale per qualsiasi altra azienda comunale. Esattamente per questo, Siciliani Liberi torna a ribadire la necessità che il Comune di Palermo dichiari un dissesto: per mettere al sicuro gli stipendi trasferendoli sulle casse del Tesoro. Come avvenuto a Catania: dove senza dichiarazione di dissesto, migliaia di dipendenti comunali e delle aziende comunali sarebbero rimasti per mesi senza salario.

Foto tratta dal Comune di Palermo

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