Inutile ‘leccare il culo’ a Trump per scongiurare i dazi doganali contro la Ue. Gli USA debbono necessariamente utilizzare questo strumento per ridurre il deficit federale

In questi casi è bene risparmiare la ‘lingua’ per altri lecchinaggi…

A poco più di un mese dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca in Italia si assiste al solito balletto tra maggioranza e opposizione. Il Governo di Giorgia Meloni sorretto da una maggioranza di centrodestra spera, o forse s’illude, che Trump non appioppi dazi doganali ai Paesi dell’Unione europea. O magari che risarmi il nostro Paese, perché per l’Italia i dazi doganali americani sarebbero una rovina. Le opposizioni, invece, sperano nei dazi doganali statunitensi, perché creerebbero problemi economici enormi al Governo di centrodestra. Come finirà?

I Paesi europei più penalizzati dai dazi doganali americani sono Germania e Italia

Nel 2023 le esportazioni italiane in America si sono attestate intorno ai 63 miliardi di euro. L’Italia esporta negli USA una serie di prodotti che, per quasi il 20%, sono rappresentati da macchinari e apparecchi fissi e mobili o portatili per uso industriale, agricolo, per l’edilizia e per l’ingegneria civile; esporta poi mezzi di trasporto (poco più del 17%); e anche articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (per circa il 12%). L’Italia importa da Oltreoceano petrolio, gas, metalli preziosi, macchinari e farmaci per un valore di circa 25 miliardi di euro. Facendo i conti, l’interscambio tra Stati Uniti e Italia vale 92 miliardi di euro, con un saldo commerciale positivo per l’Italia pari a 42 miliardi di euro. Da notare che mentre l’Italia, causa ottuso atteggiamento anti-russo, dovendo fare a meno del petrolio e del gas della Russia dovrà comunque acquistare petrolio e gas americani, gli Stati Uniti, al contrario, possono benissimo fare a meno dei prodotti italiani. Per essere precisi, l’impegno che ha assunto Trump in campagna elettorale è quello di ridurre le importazioni per dare impulso alle imprese statunitensi, creando nuovi posti di lavoro, e, soprattutto, per ridurre il deficit federale grazie a un aumento del gettito fiscale. Cosa che Trump ha già fatto durante la sua prima presidenza tra il 2016 e il 2020. A differenza dell’Italia, dove i partiti politici prendono per il culo gli elettori per poi farsi i cavoli propri (vedi i grillini e, oggi, Fratelli d’Italia che, da anti-‘europeisti’, sono diventati partiti ‘europeisti’), in America questo non si può fare.

Per i tedeschi è arrivato il momento di pagare il conto (che già hanno cominciato a pagare e che continueranno a pagare)

Abbiamo illustrato i dati relativi all’Italia. In realtà, il problema dei dazi doganali riguarda tutta l’Unione europea, dove più, dove meno. Fino ad oggi la bilancia commerciale è stata favorevole ai Paesi Ue: basti pensare che nel 2023 l’Europa ha registrato un’eccedenza di 156 miliardi di euro. Ma, come già ricordato, l’America deve assolutamente ridurre il deficit federale. Ciò significa che ‘leccare il culo’ a Trump non serve a nulla, perché i dazi doganali, per gli Stati Uniti, sono una necessità. Certo, c’è anche un significato ‘politico’, ma questo riguarda la Cina, avversario dichiarato degli Stati Uniti d’America. E riguarda anche la Germania, Paese che in Europa ha guidato i tentativi di indebolire l’area del dollaro americano per favorire la Cina. Per non parlare degli accordi sull’auto elettrica siglati dalla Germania, sempre con la Cina, per fregare le industrie automobilistiche americane e quelle di altri Paesi europei. E’ inutile che i tedeschi rimettano in campo Angela Merkel: per loro ormai è arrivato il momento di pagare il conto. Fino ad oggi la Germania ha esportato negli USA merci pari a 156 miliardi di euro e, contemporaneamente, come già accennato, ha stretto accordi con la Cina per fregare gli USA. Gli americani, soprattutto in economia, non sono esattemente dei coglioni e hanno preso le contromisure. Di fatto, i Paesi europei che verranno penalizzati di più dai dazi doganali americani sono Germania e Italia. Tra l’altro, gli USA, oggi, hanno tutto l’interesse a smantellare l’Unione europea, perché sanno che alcuni Paesi Ue hanno interesse a fare da piazza neutra alla Cina per indebolire la moneta statunitense. Insomma, non è più il tempo per le furbate ‘europeiste’ e, soprattutto, tedesche.

Foto tratta da LaC News24

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