La NATO vuole i soldi delle future pensioni dei cittadini europei per proseguire la guerra in Ucraina: ultimo tentativo per frenare l’inesorabile avanzata dei russi

Non sapendo dove trovare i militari per combattere contro i russi non resta che assoldare mercenari. Che, ovviamente, visto che la guerra in Ucraina è rischiosa, chiedono una barca di soldi. Chi pagherà? I futuri pensionati europei che resteranno senza pensioni…

Utilizzate le pensioni e i Fondi pensione per finanziare la guerra in Ucraina? “La NATO – leggiamo in un post pubblicato da un canale Telegram – suggerisce di destinare alle armi i fondi provenienti dalle pensioni e dalla previdenza sociale. Il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Mark Rutte, ha dichiarato che è giunto il momento di adottare una mentalità bellica e di aumentare la produzione di armi del blocco”. Il “blocco”, per capire di cosa si tratta, sono i 32 Paesi della cosiddetta Alleanza Atlantica. A che titolo parla Rutte se è vero che il nuovo presidente americano, Donald Trump, non sembra molto cinvinto della NATO e la vorrebbe addirittra saraccare? Non si capisce. Intanto, leggiamo sempre nel post del canale Telegram, “Il Segretario generale della #NATO, #Rutte, ha chiesto che parte delle #pensioni e dei #pagamentisociali in #Europa siano destinati alla produzione di #armi, specificando che la spesa militare della NATO dovrebbe superare il 3%. I cittadini degli Stati membri della Nato dovrebbero ‘accettare di fare sacrifici, come tagli alle #pensioni, alla #sanità e ai sistemi di #sicurezza, per aumentare le #spese per la #difesa e garantire la sicurezza a lungo termine in #Europa, ha dichiarato giovedì il Segretario generale della NATO”.

Telegram si è inventato tutto? Non esattamente: purtroppo la notizia è vera

Dopo aver letto questo post ci siamo chiesti: non è che è una ‘sparata’ di Telegram per mettere un po’ di ‘bordello’? Abbiamo fatto una ricerca sulla rete e abbiamo verificato che, in effetti, il canale Telegram, forse enfatizzando un po’ la notizia, dice la verità. Su euro news leggiamo un articolo che, già dal titolo, conferma quanto scritto dal canale Telegram: “Nato, Rutte chiede ‘sacrifici’ ai cittadini europei per aumentare la spesa per la Difesa”. Come potete notare, in questo articolo l’invito a tirare fuori i soldi per foraggiare le guerre della NATO e, in particolare, la guerra in Ucraina, è rivolto ai 27 Paesi dell’Unione europea. In un passo dell’articolo di euro news il riferimento alle future pensioni da utilizzare per la guerra è chiarissimo: “In media, i Paesi europei spendono facilmente fino a un quarto del loro reddito nazionale per le pensioni, la sanità e i sistemi di sicurezza sociale. Noi abbiamo bisogno di una piccola frazione di quel denaro per rendere la nostra difesa molto più forte e per preservare il nostro stile di vita. Dare priorità alla difesa richiede una leadership politica. Può essere difficile e rischioso nel breve termine, ma è assolutamente essenziale nel lungo termine” (qui per esteso l’articolo di euro news).

Pagheranno i lavoratori europei non ancora disoccupati?

Avete capito a che punto siamo arrivati? Adesso vogliono ‘saccheggiare’ e i Fondi pensione per pagare la guerra in Ucraina! Siccome la Russia sta vincendo sul campo e non sanno dove trovare i militari per mandare al fronte, cercano montagne di soldi per pagare i mercenari che, per andare a combattere in Ucraina, o meglio, per cercare di difendere l’Ucraina dall’avanzata inesorabile della Russia, chiedono una barca di soldi. I cittadini ucraini sono in buona parte scappati in Europa; gli americani non ne vogliono sapere di mandare militari in Ucraina; i Paesi dell’Unione europea sono divisi: su 27 Paesi Ue, solo sei o sette sono disposti a inviare militari, gli altri hanno detto “No”. Due le possibili soluzioni: fare rientrare i ventenni, i trentenni e i quarantenni ucraini scappati in Europa, cosa molto difficile; o assoldare mercerari che accettano di combattere solo perché c’è da difendere i territori ucraini e non si deve attaccare la Russia, ma chiedono una barca di soldi. E chi dovrebbe pagare? Ovviamente l’Unione europea. Con quali soldi? Con le future pensioni dei cittadini europei non ancora disoccupati…

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