Sicilia verso il default? La legge finanziaria dell’Ars è una mezza scatola vuota. Mancano i soldi per trasporti via mare e AST. I Comuni dell’Isola alle prese con mancati incassi pari a un miliardo di euro

di Ciro Lomonte

L’Assemblea regionale siciliana si appresta ad approvare una legge finanziaria 2025 che, in parte, è una scatola vuota

Il 2024 volge al termine. Le analisi economiche e politiche di Siciliani Liberi, sempre unite alle proposte, hanno tutte trovato conferma nei fatti. Affranti dalla mancanza di denaro concretamente presente nel c/c bancario della Regione siciliana, i 70 deputati di Sala d’Ercole (foto sopra tratta da Assemblea regionale siciliana) si accingono ad approvare la legge finanziaria per il 2025 che, come quella del 2024, resterà in gran parte lettera morta. Senza soldi, infatti, gli articoli di legge non hanno alcun valore pratico. Vediamo insieme i principali, per illustrare la situazione concreta tanto ai cittadini che in larga parte se ne disinteressano che ai deputati regionali e agli amministratori locali, cioè ai Sindaci dei Comuni tutti di fatto insolventi (in default).

Il pesce, come si usa dire, puzza sempre dalla testa. La testa, in questo caso, è la Commissione europea, che non ha i soldi per pagare gli interessi sui 482 miliardi di eurobond già emessi

Basta guardare a due capitoli del nuovo Bilancio di previsione della Regione siciliana, un Bilancio che dovrebbe finanziare la spesa per capire che si tratta ormai di un libro dei sogni, e non più di una legge finanziaria. Il capitolo del Bilancio che finanzia le aziende del trasporto pubblico locale passa infatti da 171 a 200 milioni di euro. Quello per le compagnie dei collegamenti marittimi con le isole minori passa da 67 a 75 milioni di euro. Ma se nel 2024 la Regione non è riuscita a pagare che pochi milioni di euro dei 67 previsti per la Caronte & Tourist appaltatrice di tutti i collegamenti marittimi in questione, dove pensa di trovare 75 milioni di euro nel 2025? Ancor peggio per il trasporto pubblico locale: se la Regione, nel 2024, non è riuscita a trasferire all‘Azienda Siciliana Trasporti (AST) 23 milioni di euro per consentirle di pagare i 23 milioni di euro di debito bancario cumulati (https:///livesicilia.it/finanziaria-sicilia-dagnino-caro-voli-ast/amp/), dove pensa di trovare 200 milioni di euro al posto dei 171 del 2024 in cui ne sono stati spesi forse nemmeno 50? Roma ha avocato a sé e fatto sparire ogni euro dei fondi comunitari. Dei fondi della fiscalità generale, lo Stato non ne trasferisce in Sicilia che una parte rispetto a quanto avveniva appena 5 anni fa. Lo stesso Stato italiano, del resto, deve pagare oltre 100 miliardi di euro di interessi passivi sul debito pubblico. La Commissione europea non emette più debito perché non riesce a pagare gli interessi sui 482 miliardi di eurobond già emessi (https://www.investireoggi.it/debito-comune-europeo…/) fatti comprare alle banche e ai loro vari fondi. Il Bilancio della Regione siciliana, in altre parole, è del tutto inutile, perché come in tutte le Regioni italiane vedrà un ulteriore calo del 30-40% del denaro previsto dai vari fondi comunitari per i programmi ordinari già dai primi giorni del 2025.

La Regione siciliana non ha più i soldi per pagare i fornitori

Dovendo fronteggiare l’enorme calo del denaro trasferito da Roma e da Bruxelles, la Regione siciliana deve scegliere chi pagare, e chi no. Ed ha cumulato già 9 mesi di ritardo nel pagamento dei servizi di collegamento marittimo a Caronte & Tourist (https://travelnostop.com/…/caronte-tourist-la-regione…). Non paga moltissimi altri fornitori, e non trasferisce ai Comuni ormai tutti insolventi il denaro previsto dal capitolo di Bilancio (Fondo regionale per le autonomie locali).

Il Comune di Catania costretto a tenere in piedi la “Commissione straordinaria di liquidazione” per evitare il default

Non va meglio nei Comuni. A Catania la Regione non riesce a pagare ai creditori la frazione dei debiti contattati con la “Commissione straordinaria di liquidazione”, nome inutilmente complesso per indicare un gruppo di 3 esperti di contabilità nominati appunto dalla Regione siciliana. E così, scrive il cronista, “Il lavoro della commissione, che doveva concludersi a settembre 2023, è stato prorogato fino a gennaio 2025… per completare il contatto con i creditori e proporre soluzioni transattive”. E perché lo fa lo spiega uno dei funzionari in questione: “L’inclusione dei debiti residui nel bilancio ordinario potrebbe avere impatti significativi, anche se attualmente il bilancio rimane in equilibrio”. Ovvero, la “Commissione straordinaria di liquidazione non può andare a casa perché se lasciasse l’enorme debito residuo ancora non pagato sulle casse vuote del Comune di Catania, lo stesso Comune dovrebbe dichiarare il dissesto per la seconda volta (https://siciliatv.org/…/dissesto-finanziario-comune-di…/)

Il Comune di Palermo con un ‘buco’ di 60 milioni di euro relativo alla TARI

A Palermo il Comune deve fronteggiare una morosità della TARI, la Tassa comunale sui rifiuti, pari ad oltre 60 milioni annui (https://palermo.repubblica.it/…/cartelle_pazze_tari…/): esattamente come previsto da Siciliani Liberi che, dal 2022, ha chiesto a più riprese al Sindaco di comunicare il dato relativo all’evasione. Un buco di 60 milioni significa che il Comune di Palermo deve trovare ogni anno 60 milioni per evitare il fallimento di Rap, i cui costi devono essere interamente coperti dalla TARI, che infatti a Palermo supera i 100 milioni di euro.

Nelle prime settimane di Gennaio la Sicilia dovrà fare a meno di alcuni collegamenti stradali fino ad oggi assicurati dalle autolinee private che hanno sostituito AST

Dalle isole ai Comuni, dai dipendenti alle imprese, in Sicilia il coro rivolto alla Regione siciliana è unanime: “Vogliamo più soldi!”. Ma i soldi, la Regione siciliana, li ha a stento per pagare i dipendenti e la sanità, incluse le carissime fatture presentate dai privati. Non resta ormai null’altro. Esattamente come previsto da Siciliani Liberi. Con una differenza, rispetto al 2024 che si conclude. E cioè che i privati pagati poco e male non rispetteranno alcun ordine di precettazione, come avvenuto da Settembre con le corse che AST non riesce a sostenere. Come si vedrà dalle prime settimane del 2025. Scenario pesante per i Comuni siciliano che, nel complesso, pesentano un miliardo di euro di mancati incassi: una voragine finanziaria.

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