Il paradosso della Sicilia dove piove, anzi nevica ma Enna e Caltanissetta si contendono l’acqua della diga Ancipa mentre in tanti quartieri di Palermo l’acqua è razionata

Ovviamente sarebbe interessante conoscere che fine ha fatto l’acqua degli altri invasi artificiali siciliani. Intanto godiamoci la tempesta di neve sulle Madonie

In Sicilia mancherà anche l’acqua ma almeno c’è la neve. Nevica sull’Etna mentre a Piano Battaglia, sulle Modonie, nel Palermotano, va in scena una bufera di neve (foto sopra). Neve anche sui Nebrodi. Neve significa acqua ma non sarà così in Sicilia, regione che sconta il disastro pressoché totale legato alla privatizzazione della gestione idrica voluto dal Governo nazionale di Silvio Berlusconi 2001-2006. Questo è una dei tanti tanni prodotti dal berluscnismo in Sicilia. E’ durante il Governo Berlusconi dei primi anni 2000 che la Sicilia consegna a Sicilacque spa “il servizio di captazione, accumulo, potabilizzazione e adduzione di acqua potabile a scala sovrambito”. In pratica, la stragrande maggioranza di dighe, traverse, pozzi, sorgenti, potabilizzatori, centrali di sollevamento, centrali idroelettriche e altre infrastrutture sono state gestite da Sicilacque spa, che di recente è stata rilevata da Italgas. Al di la delle imprecisioni che vengono diffuse, di acqua, in Sicilia, ce n’è tantissima: basti pensare alle piogge di Agosto (mai un mese di Agosto così piovoso negli ultimi decenni), di Settembre, di Ottobre, di Novembre. Oggi in Sicilia piove ma ad Enna e a Caltanissetta litigano per accaparrasi l’acqua della diga Ancipa mentre a Palermo – sempre mentre piove – l’acqua che esce dai rubinetti delle abitazioni è razionata.

In Sicilia di acqua ce n’è tantissima: il problema è che le condutture idriche sono state abbadonate mentre oltre 40 invasi artificiali su 50 sono stati in parte abbandonati e in parte vengono ancora oggi utilizzati per altre finalità

Tutto questo succede non perché manca l’acqua ma perché oltre 40 invasi artificiali su 50, le condotte e le altre infrastrutture idriche sono state abbandonate (qui un’INCHIESTA sul caos nelle dighe siciliane). A partire dal 2015-2016, quando la temperatura in Sicilia ha cominciato a fare i capricci con una siccità sempre più presente, sarebbe stoto necessario sistemare le infrastrutture. Invece, dal 2015 fino all’insediamento dell’attuale Governo regionale di Renato Schifani è stato fatto poco o nulla. Prendersela con l’attuale esecutivo siciliano è scorretto, perché il pesidente Schifani e i suoi assessori hanno trovato una situazione disastrosa e stanno cercando quanto meno di affrontare l’emergenza. Sistemare e, in molti casi, sistemare nuove condutture idriche non è operazione che si può fare in sei mesi: occorrono come minimo due anni di lavori. Il problema è che gli ultimi tre Governi regionali siciliani si sono occupati di tutto tranne che di acqua. Nessuno di questi tre Governi ha messo alle strette Sicilacque spa. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: piove, c’è la neve come sull’Etna, sui Nebrodi e sulle Madonie e in mezza Sicilia l’acqua arriva dai rubinetti con il contagocce. In compenso siamo tutti contenti perché in Sicilia, dal 2012 ad oggi, abbiamo speso una caterva di miliardi di euro per la Circunetnea, un’opera pubblica mangiasoldi senza fine; per gli eterni appalti ferroviari di Palermo, altre opere mangiasoldi senza fine; per la nuova autostrada Palermo-Agrigento, altra opera pubblica mangiasoldi senza fine; per la nuova autostrada Agrigento-Caltanissetta, ennesima opera pubblica mangiasoldi senza fine. Ce ne sono altre ma ci fermiamo qui, chiedendoci e chiedendo come mai, dal 2015 ad oggi, nessuna autorità ha chiesto conto e regione di questo sfascio. Non ci resta che goderci la neve siciliana di questo fine anno.

Lo sfascio dei Consorzi di Bonifica siciliani. La verità è che cittadini siciliani e agricoltori siciliani meritano l’attuale politica siciliana

Ah dimenticavamo: l’acqua non manca solo in tanti centri abitati della Sicilia: manca anche nelle campagne. Ancora, dopo quasi dieci anni, on si capisce chi deve pagare i debiti dei Consorzi di Bonifica che, è iò caso di dirlo, facevano e fanno ancora acqua da tutte le parti ma un tempo pagavan anche i ‘dirigenti generali’ con l’Assemblea regionale siciliana al gran completo che non chiedeva nemmeno di conoscere la contabilità… E’ stato, se non ricrdiamo male nel 2015, l’allora assessre regionale all’Economia, Alessandro Baccei, a chiedere di conoscere i bilanci dei Consorzi di Bonifica. Per la cronaca, Baccei non era siciliano. Per concludere: i siciliani meritano di restare con poca acqua dai rubinetti: sì. La metà e fprse di più dei cittadini siciliani aventi diritto al voto non va a votare e l’altra metà vota per i partiti politici nazionali. Morale: anche se settore idrico meritano lo sfascio attuale. Gli agricoltori siciliani meritano di andare avanti con poca acqua? Sì, perché sono disorganizzati: o vanno dietro ad organizzazioni agricole fallimentari, o soffiano nel vento e ‘combattono’ dalle tastiere dei computer…

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *