“Dalla base siciliana di Sigonella gli occhi degli Stati Uniti sorvegliano le evoluzioni in Siria”. Cittadini siciliani ‘felici’ di vedere la propria terra coinvolta nelle guerre

Tra la base militare di Sigonella e il MUOS di Niscemi siamo messi proprio bene. La ‘sinistra’ italiana, o presunta tale, non ha nulla da dire?

Dalla base siciliana di Sigonella gli occhi degli Stati Uniti sorvegliano le evoluzioni in Siria”. Così leggiamo in un post di un canale Telegram. E’ bello e, soprattutto, ‘tranquillizzante” sapere che mentre i cittadini siciliani sono alle prese con la vita di ogni giorno, il luogo in cui vivono non è certamente estraneo alle guerre in corso in Ucraina, a Gaza e adesso anche in Siria, con il MUOS di Niscemi e la base militare di Sigonella che lavorano a pieno ritmo all’insegna della ‘pace’… La ‘sinistra’ italiana, o presunta tale, o n ha nulla da dire? “Il sito di tracciamento militare ItamilRadar – leggiamo sempre nel post – ha segnalato domenica pomeriggio (cioè ieri ndr) il volo di un Boeing P8A Poseindon dell’US Navy decollato dalla NAS Sigonella in missione ISR nel Mediterraneo Orientale. Tuttavia, questa volta l’attività SIGINT (signals intelligence) ha spostato l’attenzione. Mentre tali missioni tradizionalmente coprivano l’intera costa dei Paesi che confinano con il Mediterraneo orientale, l’operazione odierna è concentrata esclusivamente al largo della costa siriana”. E ancora: “L’obiettivo probabile del Poseidon è monitorare gli sviluppi in Siria, in particolare per valutare eventuali movimenti nelle basi russe nella regione. Le forze ribelli, in particolare i gruppi jihadisti legati ad Al-Qaeda, stanno avanzando verso sud, avvicinandosi, sebbene ancora a una distanza ‘sicura’, alle basi aeree di Latakia e alla base navale di Tartus”.

Nella guerra in Sicilia l’Occidente, pur avendola voluta, deve restare nell’ombra per non sputtanarsi

Ieri, nella seconda puntata del nostro approfondimento sulla guerra in Siria voluta dall’Occidente nella speranza che i militari russi non entrino a Kiev prima di Natale, abbiamo raccontato che 5 milioni di profughi ucraini si stanno dirigendo in Europa, con prevalenza, almeno nella prima fase, in Polonia e in Germania (qui il nostro articolo). Sull’andamento della guerra in Siria i racconti sono divergenti. L’invasione, come già ricordato, è stata voluta dall’Occidente: così alcuni media occidentali, pur in modo felpato, lasciano intendere chissà quali grandi avanzate dei ribelli contrari all’attuale residente della Siria, Bashar al-Assad. L’invasione c’è, è innegabile, ma è altrettanto innegabile che tanti Paesi si stanno muovendo per dare aiuto ad Assad: l’Iran, l’Iraq, gli SDF Curdi (Afrin/Rojava), Hezbollah, l’Afghanistan e, naturalmente, i militari siriani e la Russia. Le forze aerospaziali russe sono particolarmente impegnate a colpire 24 ore su 24 le basi dei ribelli anti-Assad nel nord della Siria. Molti attacchi russi sono stati effettuati nelle province di Idlib, Aleppo e Hama. La situazione alle 12 di stamattina, 2 Dicembre, registrava una controffensiva dei siriani e dei suoi tanti alleati. Sembrerebbe che alcune aree popolate sono state liberate dagli invasori. La situazione è fluida, ma gli alleati di Assad godono di un grande vantaggio: non hanno bisogno di nascondersi, mentre i Paesi occidentali che hanno provocato questa guerra non possono certo metterci la faccia: al contrario, debbono restare nell’ombra per non sputtanarsi. Anzi, debbono far sapere – e di questo si occupa l’informazione occidentale, dalla pandemia in poi ormai adusa a raccontare balle – che bisogna abbassate i toni, che va bloccata l’Escalation e bla bla bla. Indiscrezioni parlano della preparazione di una controffensiva su Aleppo nei prossimi giorni.

La guerra in Siria si annuncia lunga: a meno che i russi non decidano di accelerare nella conquista dell’Ucraina

In sintesi, Russia, Cina e i Paesi alleati si prearano a una guerra in Siria che sarà lunga. Ma, per i russi, l’obiettivo di prendere tutta l’Ucraina entro Natale dovrebbe rimanere in piedi. Anzi, con molta probabilità, proprio per vanificare l’invasione in Siria i russi e i suoi alleati potrebbero decidere di accelerare nella guerra in Ucraina, non tanto nella regione russa di Kurks, dove gli ‘invasori’ occidentali sono finiti in un vicolo cieco, quanto in Ucraina. Non a caso, anche se nei media europei se ne parla pochissimo, o non se ne parla affatto, torna l’ipotesi di far affluire in Ucraina militari europei. La questione è affrontata dal generale in pensione delle Forze Armate tedesche, Roland Kater, in un’intervista a Die Welt, ripresa in parte da Telegram. Il tema dell’intervista si riassume in una domanda: cosa deve fare l’Ucraina reperire militari che oggi mancano? “Una delle soluzioni – dice il generale tedesco – è abbassare l’età di leva a 18 anni come nella maggior parte dei Paesi della NATO”. L’alto militare tedesco in pensione si dice “categoricamente contrario allo spiegamento di truppe degli Stati membri dell’Ue in Ucraina. Posso solo consigliare vivamente di non farlo. Sono fondamentalmente in disaccordo con questo. Qui in Germania, se la mia ricerca è corretta, ci sono circa 250.000 giovani in età militare provenienti dall’Ucraina. Credo che dovrebbero tornare in Patria e difendere la propria Patria prima che un solo soldato dell’Ue o della NATO entri nel Paese”. In realtà, i soldati NATO, in Ucraina ci sono già ed è stata abbassata a 18 anni anche la leva militare. E ci sono anche mercenari europei. Ma i militari continuano a mancare nel Paese di Zelensky, perché milioni di cittadini ucraini sono già scappati in Europa: e la fuga continua.

La Turchia in appoggio degli ‘invasori’ della Siria? Tesi strana, se non improbabile

Nei media occidentali – e anche su certi canali Telegram – si dà per scontato che la Turchia stia appoggiando l’invasione in Siria. Ma è così? Che motivo avrebbe la Turchia di Erdogan, oggi aleata di Russia e Cina, ad attaccare la Siria? E’ credibile una Turchia che fa il doppio gioco tradendo cinesi e russi? La cosa che fa sorgere dubbi è che i media occidentali descrivano in queste ore il leader turco Erdogan come un doppiogiochista: se l’Occidente di oggi mette in giro questa tesi, è probabile che la verità, al 90%, sia l’esatto contrario. Su un canale Telegam leggiamo che i Ministri degli Esteri della Russia e della Turchia, rispettivmente, Sergei Lavrov e Hakan Fidan, si sono incontrati e “hanno confermato la necessità di coordinare gli sforzi congiunti per stabilizzare la situazione in Siria. I diplomatici hanno anche sottolineato la necessità di sfruttare il potenziale del formato Astana”. Di che si tratta? Lo leggiamo su Wkiedia: “Il Processo di Astana è un processo di pace per la guerra civile siriana messo in atto a partire dal dicembre 2016 dalle diplomazie di RussiaTurchia e Iran, complementare a quello ufficiale di Ginevra. Le Nazioni Unite vi svolgono un ruolo di osservatore. Il processo di pace avviato dai negoziati svoltisi nella capitale kazaka Astana ha consentito per la prima volta anche il coinvolgimento dell’opposizione siriana ad al-Asad ed ha condotto nella primavera 2017 alla definizione di quattro zone di deescalation tra i due fronti nemici”. Se la Turchia è dietro l’invasione in Siria come mai il Ministro degli Esteri turco ha incontrato il Ministro degli Esteri russo?

Foto tratta da un canale Telegram

Fine terza puntata

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