Quando Gesù previde la distruzione del tempio di Gerusalemme, all’epoca una delle sette meraviglie del mondo, annunciando un cambimento epocale di liberazione

di Frate Domenico Spatola

In questo passo del Vangelo di Luca (21, 5 -11) si racconta dell’avvento della nuova era dopo che il tempio di Gerusalemme sarebbe stato raso al suolo

Il tempio di Gerusalemme? Una delle sette meraviglie del mondo. Quando Gesù ne previde la distruzione, erano passati 38 anni dalla fondazione. Iniziato da Erode “il Grande” nel 19 a. C., su un suo progetto, era a buon punto, bisognerà tuttavia aspettare l’anno 66 d.C., per vederlo finito, ma solo per quattro anni. Nel 70 infatti i Romani lo distruggeranno “senza lasciare pietra su pietra”. Gesù, disincantato alla vista delle “belle pietre che lo adornano”, ne dichiarò la fine ai discepoli, che tuttavia domandarono curiosamente: “Quando avverrà?”. Era nelle loro corde la febbrile attesa di quel momento, convinti che avrebbe segnato la rivincita di Israele sui nemici, perché Dio in persona sarebbe sceso a difendere la città e il suo tempio. Ma Gesù li disilluse profetizzando tuttavia che, alla distruzione, sarebbe seguito un cambiamento epocale di liberazione. La storia continuerà e la caduta di Gerusalemme segnerà infatti la nuova era: quella dell’uomo, non più schiavo, ma nella condizione del figlio (“figlio dell’uomo”).

Fto tratta da Avvenire

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