Una votazione-farsa al Parlamento europeo salva la Commissione di Ursula von der Leyen. I protagonisti della sceneggiata: gli assenti, gli astenuti e gli europarlamentari di Fratelli d’Italia

Questi ultimi – i Fratelloni di Giorgia Meloni – hanno spiccato il ‘salto della quaglia’ e sono diventati ‘europeisti’ emulando i grillini della passata legislatura. Con questi politici c’è solo da ridere

Il Parlamento europeo ha detto Sì alla riedizione riveduta e corretta della Commissione europea di Ursula von der Leyen. E l’ha fatto con una votazione-farsa. Una commedia parlamentare tragicomica organizzata a tavolino per prendere in giro gli elettori – ormai sempre più pochi – che vanno ancora dietro alla politica in Europa in generale e all’Unione europea in particolare. Proviamo a descrivere come hanno organizzato la votazione per farla sembrare vera.

L’inghippo, conti alla mano, organizzato in Aula per provare a confondere le acque

Cominciamo col dire che lo scorso Luglio, con il voto segreto, la nuova Commissione europea di Ursula von der Leyen ha ottenuto il Sì di 401 eurodeputati su 720. Oggi, con il voto palese, la Commissione ha ottenuto 370 voti, 31 voti in meno rispetto a Luglio; i No sono stati 282 e 36 gli astenuti. Teniamo conto, regolamento alla mano, che la nuova Commissione può entrare in carica se nel Parlamento europeo raccoglie la maggioranza assoluta degli europarlamentari. Poiché, come già accennato, gli europarlamentari sono 720, alla nuova Commissione europea servono i voti di almeno 360 europarlamentari più 1. Il minimo richiesto è di 361 parlamentari se tutt’e 720 europarlamentari si presentano in Aula. I protagonisti della sceneggiata che ha portato alla rielezione della von der Leyen alla presidenza della Commissione europea sono stati gli europarlamentari assenti (32), gli europarlamentari astenuti (36) e gli europarlamentari di Fratelli d’Italia (che sono 21, a meno che, per confondere ulteriormente le acque, qualcuno di loro si sia assentato). L’inghippo comincia proprio con l’assenza di ben 32 eurodeputari. Pensate un po’ che cosa particolare: il voto per dare il via alla nuova Commissione europea è il più importante della legislatura e 32 eurodeputati si assentano dall’Aula. Non è un po’ strano? Abbiamo già sottolineato che 36 europarlamentari si sono astenuti. Andiamo ai 21 eurodeputati di Fratelli d’Italia che hanno votato a favore della nuova Commissione europea. Numeri alla mano, la Commissione europea della signora von der Leyen è stata salvata da un gioco di squadra condotto dai 36 eurodeputati che si sono astenuti, dai 32 eurodeputati che non hanno partecipato alla votazione e dagli eurodeputati di Fratelli d’Italia che hanno votato a favore (dovrebbero essere 21, a meno che, ribadiamo, qualcuno si sia assentato). Vediamo come hanno condotto il gioco.

La politica, in Europa, è veramente penosa

Cominciamo con una considerazione: basta mettere insieme i 282 eurodeputati che hanno votato No, i 36 astenuti, i 32 eurodeputati che si sono assentati dall’Aula e i 21 eurodeputati di Fratelli d’Italia che hanno votato a favore per arrivare a 371. Poiché per il sì alla Commissione europea da parte del Parlamento europeo serve la maggioranza assoluta, ovvero 360 voti più uno, senza la sceneggiata dei 36 astenuti, dei 32 eurodeputati che si sono assentati e dei 21 eurodeputati di Fratelli d’Italia la signora von der Leye sarebbe andata a casa. Infatti, sommando i 282 No, i 36 astenuti, i 32 assenti e i 21 eurodeputati di Fratelli d’Italia si arriva a 371 voti: in questo caso, con 349 voti la signora von der Leyen sarebbe stata battuta. Invece l’hanno salvata rimescolando le carte per cercare di salvare le facce dei progagonisti di questa elezione farsesca. Ma lo sputtanamento è nei fatti. Non ci resta che porgere i nostri ‘complimeenti vivissimi’ ai 36 europarlamentari astenuti, ai 32 europarlamentari che si sono assentati e ai 21 europarlamentari di Fratelli d’Italia. Il bello è che poi, con le facce come il culo, gli ‘europeisti’ si interrogano sul perché le elezioni politiche nei Paesi Ue le vincono i partiti contrati all’Unione europea. Mentre in Italia, con una politica che ormai somiglia tanto ai mercanti nel tempio cacciati da Gesù, si reca alle urne, sì e no, il 45% degli aventi diritto al voto. Ovviamente, da oggi Giorgia Meloni e i suoi Fratelli d’Italia sono entrati a far parte dei partiti politici ‘europeisti’, dopo aver carpito il voto a milioni di italiani che pensavano di sostenere una forza politica critica, se non contraria all’Unione europea. Proprio come hanno fatto i grillini nella passata legislatura. In lingua italiana questa si chiama presa in giro. La politica italiana è veramente penosa. Che fine farà adesso Fratelli d’Italia lo abbiamo già raccontato, di fatto anticipando il voltafaccia di Giorgia Meloni e del suo partito (qui il nostro articolo).

Foto tratta da Italia Oggi

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