Commissione europea, l’accordo su Teresa Ribera e Raffaele Fitto è solo sulla carta, a decidere sarà il Parlamento europeo. Illustriamo perché Fratelli d’Italia rischia di perdere una caterva di voti

Noi ci auguriamo che tale accordo non regga in aula e che la presidente Ursula von der Leyen affondi con tutta la sua scombicchierata schiera di Commissari europei-armata Brancaleone

In queste ore i media ‘europeisti’ sprizzano gioia da tutti i pori per l’accordo raggiunto a Bruxelles sul Governo dell’Unione europea. E’ un accordo per ora sulla carta, perché il tempo in cui la massoneria deviata decideva i nomi del presidente della Commissione europea e dei Commissari europei è finito. Ormai l’ultima parola la pronuncia il Parlamento europeo, che si riunirà la prossima settimana. L’accordo strombazzato oggi dagli ‘europeisti’ è il frutto di compromessi tra i partiti politici. Bisognerà vedere cosa succederà in Aula. Mediando a destra e a manca sul filo del rasoio, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è riuscita a trovare la convergenza su due nomi contestatissimi: la spagnola Teresa Ribera e l’Italiano Raffaele Fitto. Reggerà in aula tale accordo? Noi ci auguriamo di no, perché si tratta di due papocchi politici che proveremo a illustrare.

I Socialisti europei e, quindi, anche il PD perderanno credibilità politica se sosterranno Fitto dopo averlo avversato per mesi? No, perché questo scheramento la credibilità politica l’ha già persa e ormai non ha nulla da perdere, contando in massima parte sul voto clientelare e in minima parte sui nostalgici

Molti media si soffermano sulla nomina di Fitto, che dovrebbe essere votato dai Socialisti europei e, quindi, anche dal PD di Elly Schlein. Queste formazioni della finta sinistra europea, fino a qualche giorno fa, dicevano che mai e poi mai avrebbero votato Fitto come Commissario e, addirittura, come vicepresidente della Commissione europea. A quanto pare ci sono pressioni fortissime sui parlamentari di questo schieramento politico. C’è chi dice che, votando Fitto, i Socialisti europei perderanno credibilità. Sarà così? A nostro modesto avviso, no, perché questa formazione politica la credibilità politica l’ha persa da un pezzo. Tant’è vero che è in caduta libera. Ormai i Socialisti europei si reggono sul voto clientelare, che è un voto che svanisce se si perde il potere. Paradossalmente, appoggiando Fitto, i Socialisti europei rimangono in sella e mantengono il potere nel governo di quello che resta dell’Unione europea. Questi sono i fatti.

Chi rischia è Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni che, nel nome di un fallimentare ‘europeismo’, potrebbe giocarsi il voto di opinione e franare alle elezioni regionali del prossimo anno

Chi, invece, rischia di perdere una caterva di voti è Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni (foto sopra tratta da Governo.it). Questa formazione politica è l’unica, in Italia, a mantenere una forte componente ideologica. A differenza del PD, che ormai mantiene il voto clientelare e va avanti togliendo voti al Movimento 5 Stelle (che sta scomparendo), ai Verdi, a Italia Viva di Matteo Renzi e ad Azione di Carlo Calenda (tre formazioni politiche ormai quasi del tutto prive di seguito popolare), Fratelli d’Italia è un partito che, per un buon 50 per cento, fonda la propria forza elettorale sul voto d’opinione. Già la Meloni, come si usa dire in Sicilia, ha preso la via dell’aceto, adeguandosi agli ‘ordini’ dell’Unione europea dell’euro. La Meloni e i suoi Ministri hanno accettato supinamente la prima follia di un debito pubblico ‘europeista’ truffaldino, che a fine anno costerà più di 100 miliardi di euro e la seconda follia di un nuovo Patto di Stabilità, targato sempre Ue, che costerà all’Italia altri 100 miliardi di euro in sette anni. Accettando queste due follie l’Italia governata dalla Meloni deve, da un lato, tagliare fondi come sta facendo con la sanità pubblica (da qui lo sciopero dei medici pubblici di ieri), con la scuola pubblica (per fortuna del Governo i docenti della scuola pubblica italiana sono famosi perché accettano tutto e non scioperano mai: e infatti sono i peggio pagati di tutto l’Occidente) e via continuando; dall’altro lato, l’attuale Governo deve cercare di ‘spremere’ i cittadini italiani con condoni di tutti i tipi, concordati e diavolerie varie. Raschiatura del barile fino ad oggi avara. Per non parlare della ‘news’ di queste ore, ovvero l’ultima trovata del Ministro Matteo Salvini, che ha trovato il modo di fare perdere altri voti alla Lega con il varo di un nuovo cervellotico Codice della strada, che non è altro che un maldestro tentativo di fare ‘cassa’ sulla pelle degli automobilisti con la terza follia della maggiorazione delle multe: multe maggiorate che i cittadini non pagheranno mai, rinviando tutto all’Agenzia delle Entrate e comu finisci si cunta.

Anche i Popolari europei sono a rischio: se appoggeranno la Commissaria Ribera, protagonista del Green Deal, questo partito rischia di perdere voti a vantaggio dei populisti. A cominciare dalle elezioni politiche tedesche che si terranno tra meno di quattro mesi

Lo scenario politico-elettorale per il Governo Meloni è critico. Come i grillini, nati per combattere l’Unione europea dell’euro e poi diventati il puntello del fallimentare ‘europeismo’, anche Fratelli d’Italia, di fatto, sta percorrendo la stessa strada, la citata via dell’aceto. Già sostenere un personaggio come Fitto, un ex democristiano buono per tutte le stagioni, non farà certo guadagare voti a Fratelli d’Italia. Ma l’errore gravissimo che il partito di Giorgia Meloni starebbe per compiere è il sostegno alla Commissaria Teresa Ribera, una fondamentalista dell’ultra fallimentare Green Deal. Questa politica spagnola, criticatissima nel suo Paese, avversata dagli agricoltori europei, giudicata insopportabile da milioni di cittadini europei contrari ai ‘cappotti termici’ agli edifici, con molta probabilità, non dovrebbe avere il voto di tanti europarlamentari del Partito Popolare Europeo (PPE). Vero è che i Popolari europei, per definizione, sono trasformisti e, per dirla in lingua siciliana, cangia bannera, gente capace di tutto e del contrario di tutto. Però, stavolta, se i Popolari europei dovessero sostenere la Verde Ribera perderebbero la faccia e, soprattutto, i voti a scapito dei partiti populisti, che invece sono da sempre contrari all’affarismo sfacciato del Green Deal e all’esponente ambientalista spagnola. Ecco il punto: i voti di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo a sostegno della Ribera dovrebbero sostituire almeno una parte dei voti dei Popolari in uscita. Tra l’altro, il voto sarà palese e gli europarlamentari di Fratelli d’Italia dovranno metterci la faccia. Con il rischio di diventare ‘europeisti’ perdenti, perché la Commissione europea della von der Leyen potrebbe essere ‘inchiummata’ dal Parlamento europeo. Salta agli occhi anche la contraddizione geopolitica del Governo Meloni, schierato a ‘pancia a terra’ con gli USA nella guerra in Ucraina e, contemporaneaente, sostenitore di un’Unione europea che gli Stati Uniti d’America debbono sbaraccare per evitare che gli ‘europeistì’ continuino a fare da ‘sponda’ a Cina e Russia nello scontro con l’area del dollaro americano.

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