L’amministrazione americana uscente ha pronto un altro pacchetto di aiuti militari per l’Ucraina per un importo di 275 milioni di dollari. Pronto anche l’impeachment per Biden?

Ricordiamo che il presidente americano uscente resterà in carica fino al 20 Gennaio del prossimo anno, secondo quanto previsto dall’ordinamento degli Stati Uniti d’America. Morale: altri due mesi di ‘bordello’ assicurato. A meno che non venga mandato a casa prima con l’impeachment

Non c’è solo il via libera all’uso di missili a lunga gittata per consentire all’Ucraina di colpire la Russia “in profondità” (in realtà, a lanciare i missili contro la Russia sono i militari occidentali). Non bastano i missili ATACMS che hanno già colpito il territorio russo. Il presidente americano Joe Biden – che lo ricordiamo, resterà in carica per altri due mesi, cioè fino al 20 di Gennaio del prossimo anno – ha disposto un nuovo pacchetto di aiuti per l’Ucraina. Gli Stati Uniti stanzieranno 275 milioni di dollari che verranno utilizzati per l’acquisto di armi da consegnare all’Ucraina. Si dovrebbe trattare di proiettili per missili anticarro HIMARS MLRS, TOW e Javelin, droni e mezzi di protezione contro armi nucleari, chimiche e biologiche. Ragionando brutalme nte, Biden ha davanti a sé altri due mesi per fare ‘bordello’. A meno che non venga mandato a casa prima con il ricorso all’impeachment: ipotesi tutt’altro che remota, visto che i Repubblicani hanno la maggioranza nei due rami del Parlamento americano. (Sopra, foto di Byoblu che vale più delle parole)

L’hanno capito a Washington e a Bruxelles che i russi potrebbero consegnare armi letali ai ribelli Houthi e all’Iran?

Da quello che si capisce, il presidente uscente, il Democratico Biden, non vuole uscire di scena come il presidente americano che ha perso la guerra in Ucraina. Così sta giocando il tutto per tutto: missili per bonbardare il territorio russo e altre armi all’Ucraina. Nella testa dei Democratici americani, i russi, una volta che verranno colpiti nel proprio territorio, dovrebbero ‘arrendersi’ e chiedere la pace e, magari, consegnare all’Ucraina i territori ucraini abitati da popolazione di origine russa conquistati con le armi. La risposta russa non si è fatta attendere. I media occidentali si sono soffermati sulla “nuova dottrina nucleare della Russia”: ovvero che i missili NATO lanciati in territorio russo potrebbero essere considerati un attacco del blocco alla Russia. “La Russia – ha scritto un canale Telegram citando Dmitrij Anatol’evič Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa – potrebbe rispondere con armi di distruzione di massa contro Kiev e le principali strutture NATO, ovunque si trovino. Ciò significa la Terza guerra mondiale”. Stando sempre al canale Telegram, Medvedev sembra aver affermato tra le righe che “una possibile risposta russa sarà quella di armare i nemici della NATO anche al di fuori del teatro ucraino ed europeo, ad esempio gli Houthi o l’Iran”.

La risposta di Putin all’Occidente si presta almeno a due interpretazioni

C’è un’altra risposta russa, data dal presidente Putin, là dove ha affermato che sarebbe disposto a discutere di pace in Ucraina con il nuovo presidente statunitense, Donald Trump. Questa risposta va interpretata. Putin sa benissimo, come già accennato, che Trump si insedierà alla Casa Bianca il 20 Gennaio prossimo. E che in questo momento Trump potrebbe fare poco o nulla. Una ‘lettura’ diversa di questa risposta di Putin può voler dire che la Russia non intende parlare di pace in Ucraina con il presidente americano uscente Biden. Ciò significa che ci saranno altri due mesi di guerra in Ucraina senza esclusioni di colpi. Chi segue le cronache di guerra sa che l’Ucraina è ormai ridotta a colabrodo dalle bombe russe. E che la capitale Kiev è a rischio, non a caso stanno chiudendo le ambasciate. L’Occidete ha già perso la guerra (e la faccia). La speranza è che dalla Regione russa di Kurks, ancora in parte nelle mani di militari ucraini e occidentali, possano partire i missili a lunga gittata per colpire i territori russi. Da quello che leggiamo sulla rete, i russi non sembrano particolarmente spaventati dai circa 400 missili a lunga gittata che potrebbero essere lanciati verso i territori della Russia. Contano di intercettarli e bloccarli. Ma se qualche missile occidentale dovesse colpire infrastrutture o, peggio, centri abitati russi, ebbene, la risposta militare non si farà attendere. La televisione russa ha già reso noti i Paesi europei che potrebbero essere colpiti (qui un articolo). Non sappiamo come finirà ma ci piacerebbe sapere cosa faranno gli ‘scienziati’ dell’Unione europea dopo che qualche Paese europeo verrà colpito. Ce la vogliamo vedere tutta.

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