Disoccupati in attesa da 4 anni: non siamo invisibili. Le leggi non possono diventare ostacoli per creare problemi a chi chiede soltanto il rispetto dei propri diritti

di Tiziana Iocolano
responsabile Sifus Confali
della Formazione professionale provincia di Siracusa

“… ostaggi, quasi prigionieri di un sistema che, anziché aiutarci, sembra manipolare la legge a nostro sfavore…”

Da quattro anni, noi disoccupati della Formazione professionale siciliana attendiamo l’avvio di corsi di formazione, strumenti pensati per ridarci dignità e opportunità nel mercato del lavoro. Ma tutto tace e ci troviamo ostaggi, quasi prigionieri di un sistema che, anziché aiutarci, sembra manipolare la legge a nostro sfavore. Una legge nata per fronteggiare la pandemia… dimenticata? Nel 2020, in piena emergenza pandemica, sono state approvate norme per supportare chi, come noi, ha perso il lavoro. Quei corsi, concepiti per offrire formazione e reinserimento nel mondo del lavoro, dovevano essere una risposta concreta alla crisi. Eppure, oggi siamo ancora qui in attesa. Ci viene detto che “stanno applicando la legge”, ma la realtà sembra diversa. Si insiste su verifiche infinite dello “stato di disoccupazione”, come se 4 anni non fossero abbastanza per dimostrare la nostra situazione. Si rimanda, si tergiversa, mentre noi continuiamo a vivere nell’incertezza, privati di opportunità che dovrebbero essere un diritto.

Perché è importante agire ora

Quattro anni sono troppi. Ogni giorno che passa perdiamo possibilità di ricostruire il nostro futuro. La formazione non è un lusso, ma una necessità per permetterci di reinserirci nel mondo del lavoro. Non possiamo più tollerare scuse o ritardi burocratici. Cosa chiediamo alla fine? 1) Trasparenza: vogliamo sapere perché i corsi non sono ancora iniziati. 2) Velocità: basta rinvii. È il momento di agire e dare seguito a quanto promesso. 3) Rispetto: Non siamo numeri su un foglio, ma persone che meritano dignità e opportunità. Chiediamo a chi ha il potere decisionale di smettere di nascondersi dietro la burocrazia. La legge deve essere uno strumento per aiutare, non per creare ostacoli. Non siamo invisibili. Non siamo silenziosi. Siamo qui, e continueremo a farci sentire.

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