A Marsala sequestrati 400 kg di oloturie. Questa notizia nella Sciacca degli anni ’70 avrebbe suscitato stupore e ilarità: “Ma chi si futtinu puru i minchi di mari?”, si sarebbero chiesti gli sciacchitani

Purtroppo questi esseri viventi marini, in alcuni Paesi del mondo, sono considerati una prelibatezza e vengono pagati 100 dollari al kg e, per alcuni esemplari, anche 3 mila dollari al kg

Negli anni ’70 del secolo scorso, a Sciacca, questa notizia avebbe fatto saltare dalla sedia tanti cittadini, soprattutto i fequentatori, nella stagione estiva, delle contrade a mare: lo Stazzone (o Stazzuni) e la Foggia. La notizia è che a Marsala le forze dell’ordine hanno sequestrato circa 400 kg di oloturie o cetrioli di mare (qui un articolo). Ma chi è, si sarebbero chiesti gli sciacchitani, che va a pescare le oloturie che a Sciacca, senza offesa per nessuno, si chiamano, da sempre “minchie di mare”? Eppure, da aluni anni a questa parte, la pesca alle oloturie è in grande crescita, con danni enormi all’ambiente marino. Questi echinodermi, diffusi nei fondali marini di tutto il mondo, svolgono una funzione ecologica importantissima: si nutrono, infatti, delle particelle organiche presenti nei fondali marini. La loro scomparsa provoca inquinamento, visto che le oloturie riciclano le sostanze nutritive, alimentando i coralli, le alghe e, in generale, la flora subacquea. (sopra, foto di un’oloturia tratta da Wikipedia)

Lo oloturie svolgono una funzione ecologica importantissima. A Sciacca vengono tutelate?

Ma, a quanto pare, sono considerate una prelibatezza in alcuni Paesi del mondo. Le oloturie vengono pagate circa 100 dollari al kg, ma ci sono esemplari particolari che possono essere venduti anche 3 mila dollari al kg. Da qui la pesca indiscriminata di questo essere vivente marino alimentata dal fatto che oggi, a causa della globalizzazione dell’economia, le oloturie strappate ai nostri mari possono in pochi giorni raggiungere, ad esempio, i Paesi asiatici dove sono molto richieste. Oggi questa notizia colpisce, soprattutto per i danni che si stanno recando agli ambienti marini costieri. Negli anni ’70, a Sciacca, avrebbe suscitato incredulità. In quegli anni, inoltrandosi nelle secche dello Stazzone, della Foggia, di Capo San Marco, ma anche nelle secche delle contrade a mare della parte orientale della cittadina, da Sovareto (Suaritu per gli sciacchitani) a San Giorgio, sino al fiume Sosio Verdura, le oloturie era molto presenti. Ma a nessuno saltava in testa di pescarle. Chi scrive non frequenta Sciacca da un quindicennio ma sarebbe importante capire se nei tratti costieri ci sono ancora le oloturie, o se, oltre ai ricci, si futteru puru ‘i minchi ‘di mari!

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