‘Viaggio’ tra gli alfabeti delle circa settemila lingue del mondo. Il primato italiano con 21 caratteri. Le lingue fonetiche scritte con lettere ‘ordinabili’ e gli ideogrammi cinesi

di Nota Diplomatica

In realtà, nel mondo, l’Italia possiede l’alfabeto con meno caratteri – 21 – se non confideriamo l’alfabeto della Papua Nuova Guinea che ha appena 12 caratteri

L’Italia detiene un record interessante. Tra le lingue del mondo, l’italiano possiede l’alfabeto più breve in assoluto, appena 21 caratteri. Le lettere j, k, w, x, e y, anche se familiari, sono ‘straniere’, dunque non fanno parte della lingua nazionale. L’italiano è ‘tallonato’ dall’ebraico, che ha un alfabeto di 22 lettere ed è, come l’alfabeto arabo, senza vocali. Nel mondo esiste un solo ‘sfidante’ al primato dell’italiano, il poco conosciuto idioma rotokas, una lingua degli indigeni della Papua Nuova Guinea che in qualche modo se la cavano con un alfabeto di soli 12 caratteri… Comunque sia, lo spagnolo ha 27 caratteri, l’inglese, il francese e il tedesco ne hanno 26 ciascuno, senza contare eventuali segni ‘diacritici’, accenti e simili. Il contrasto con l’elegante semplicità italiana è ancora più spettacolare quando si allarga l’orizzonte ad altre lingue importanti. Il giapponese, almeno nelle sue due forme di scrittura ‘non ideografiche’ – hiragana e katakana – di caratteri ne ha 46, il russo 33 e l’arabo 28 (tutti consonanti). Queste cifre sono poca cosa a fronte della lingua khmer della Cambogia (74 caratteri, record della speciale classifica), del nepalese (64) e della lingua hindi (50), che con le sue varianti è parlata da 600 milioni di abitanti del subcontinente indiano.

Il sistema pinyin cinese

In totale, il numero delle lingue parlate nel mondo supererebbe le settemila secondo gli etnologi, ma molte di queste non hanno una forma scritta e il dato stesso è ‘ballerino’ dal momento che dipende fortemente da definizioni astruse e distinzioni sottili tra cos’è una ‘lingua’ e cosa invece è un dialetto: un problema spesso più politico che linguistico. A ogni modo, le lingue fonetiche scritte con lettere ‘ordinabili’ – che permettono di alfabetizzare elenchi, liste di vario tipo, dizionari, enciclopedie e quant’altro – sono senz’altro maggioritarie sulla Terra, ma c’è un’ovvia e importante eccezione: la Cina, la cui lingua ‘scritta’ consiste in ideogrammi e non lettere. Come diavolo fanno in Cina a trovare un nome sull’elenco telefonico oppure una voce nell’enciclopedia? Perlopiù, i cinesi impiegano il sistema noto come pinyin che permette di analizzare gli ideogrammi attraverso le vocali che pronunciano a voce, traslitterandole in lettere dell’alfabeto latino così da “romanizzare” sistematicamente lo scritto. Il metodo è da tempo lo standard adottato dalla Repubblica Popolare Cinese e da Taiwan per trascrivere gli ideogrammi, nonché digitare caratteri cinesi dalla tastiera di un computer. Se la descrizione del meccanismo pinyin fa già girare la testa, immaginate come dev’essere il sistema di scrittura braille cinese  che aggiunge ancora un altro livello di complessità al processo…

Foto tratta da Wikipedia

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