Le polemiche sui contributi regionali ad associazioni e sigle culturali: Governo e Ars trovino la soluzione per non lasciare fuori nessuno. A che punto siamo con ‘Agrigento Capitale della Cultura’?

Non si può dire che mancano i soldi per le attività culturali quando in tutta la Sicilia, contemporaneamente, si spendono miliardi di euro a tempesta per opere pubbliche che vanno avanti da decenni. I ‘casi’ delle autostrade Palermo-Agrigento e Agrigento-Caltanissetta

Siamo un’Isola di artisti, musicisti, attori e via recitando e musicheggiando e non ce ne siamo mai accorti. Con tutta questa cultura, beh, la Sicilia dovrebbe essere ai primi posti nel mondo per vendita e lettura di libri. Invece di libri ne circolano pochi mentre le polemiche sono tante. Ironia a parte, al ‘gran casino’ esploso perché un deputato regionale di Fratelli d’Italia, o meglio, associazioni e società riconducibili a tale parlamentare e ai suoi familiari hanno ricevuto contributi pari a 750 mila euro si aggiungono adesso le polemiche per una spartizione di 20 milioni di euro a un’ottantina di soggetti sponsorizzati da questo o quel deputato regionale. Così leggiamo in un articolo del Giornale di Sicilia online. Da quello che si capisce, alcuni soggetti sarebbero stati privilegiati, altri penalizzati (qui l’articolo del Giornale di Sicilia con tutti i particolari). Pare che stia intervendo anche la Corte dei Conti. Bene l’intervento della Magistratura contabile. Il nostro augurio è che, oltre che sulla spartizione di fondi per le attività culturali, si faccia chiarezza anche sui miliardi di euro spesi fino ad oggi in Sicilia per opere pubbliche mai completate, a cominciare dalle nuove autostrade o strade a scorrimento veloce Palermo-Agrigento e Agrigento-Caltanissetta. Anche perché – visto che si parla di attività culturali – mancano meno di due mesi all’avvio di Agrigento Capitale della Cultura 2025.

Una ventina di milioni di euro rispetto ai fasti della tabella H degli anni passati sono ben poca cosa. Ciò posto, quando si ‘risparmia’ sulle attività culturali, ebbene, ciò significa che una società è alla ‘frutta’…

Tornando alle polemiche di queste ore, fatti quattro conti, non si tratta di grandi somme: 20 milioni di euro, più altri 3 milioni di euro per centinaia di assocazioni e sigle varie sono ben poca cosa. Rispetto ai ‘fasti’ della tabella H degli anni passati, ma molto passati sono quasi nulla. Eppure i soggetti che se li contendono sono tanti. La verità è che quando per le attività culturali si va allo ‘sparagno’, significa che una società è ridotta male. Da quello che abbiamo capito la polemica riguarda associazoni e sigle varie che operano nel settore cultura presenti per lo più a Palermo. Vero è che in Sicilia la cultura è stato sociale, o welfare, per accontentare chi ama gli inglesismi. Ma abbiamo la sensazione che nel capoluogo il numero di soggetti che si dedicano a tali attività culturali sia più che proporzionale alle risorse messe a disposizione dalla pubblica amministrazione regionale. Una volta, quando ancora c’erano soldi, anche il Comune di Palermo sosteneva le attività culturali. Ormai da anni, a parte il Teatro Massimo, il Festino di Santa Rosalia e un po’ il Teatro Biondo Stabile (molto meno rispetto al Teatro Massimo e non si capisce il perché), per altre iniziative culturali il Comune non può fare molto. In compenso abbiamo la città disseminata di cantieri in buona parte ‘ammutta fumu c’a stanga e cogghi acqua c’u panaru… E quando qualche opera viene completata dopo non meno di trent’anni, viene inaugurata in pompa magna con servizi dell’immancabile televisione. E poi magari si scopre che non è inn attività e chissà quando lo sarà. Stiamo parlando della tanto blasonata nuova stazione ferrovaria di via Lazio a Palermo? Chissà.

La politica non può abbandonare chi si occupa di attività culturali

Tornando a Palermo, le polemiche di queste ore non sono entusiasmanti. Non è bello sapere che un folto gruppo di associazioni o sigle che si occupano di attività culturali sponsorizzate da questo o quel politico hanno ricevuto contributi, magari anche gli anticipi, e oltre un centinaio di altri soggetti sono rimasti senza sostegno. Non può funzionare così. Sia che siano artisti maturi, sia che siano giovani, ebbene, la politica deve trovare il modo di sostenerli. Nel caso dei giovani, poi, bisogna intervenire a tamburo battente: la politica siciliana non può stracciarsi le vesti annuciando impegni solenni per impedire che i giovani lascino la nostra terra e poi abbandonare giovani siciliani di valore, perché coloro i quali si occupano di attività culturali sono risorse umane importantissime. Egregi governanti siciliani, trovate una soluzione: qualche grande appalto in meno e un po’ di risorse in più per le attività culturali.

‘Caso’ Auteri: ancora non abbiamo capito come sono andate le cose

Il parlamentare regionale Carlo Auteri, infine. Della sua vicenda ci siamo occupati nei giorni scorsi (qui il nostro articolo). Ribadiamo quello che abbiamo già scritto: se questi 750 mila euro – che comunque non sono pochi – sono stati erogati a soggetti a lui vicini prima della sua elezioni in Assemblea regionale siciliana non vediamo scandali. Chi si indigna è un ipocrita. Ma se queste somme sono arrivate a soggetti a lui vicini dopo la sua elezione in Assemblea regionale siciliana, ebbene, allora il discorso cambia: e non cambia in meglio. Sappiamo benissimo che alcuni parlamentari di Sala d’Ercole sponsorizzano questa o quella associazione culturale. Ma, vogliamo credere, mai direttamente a se stessi o a propri familiari: sarebbe una follia! Non è una questione di ipocrisia ma di stile. Lo sappiamo: quando a Sala d’Ercole si profila l’erogazione di contributi c’è sempre ‘ressa’. Ma c’è modo e modo e modo…

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