La Sicilia “Trinitaria” celebra i suoi Santi conosciuti e venerati tra memoria e Reliquie retaggio di un passato di fede e devozione

di Frate Domenico Spatola

La nostra Isola fu evangelizzata dagli Apostoli e dai loro discepoli

Cristiana dalla prima ora. Sulla rotta dei mercantili del Mediterraneo, la Sicilia fu immediatamente evangelizzata dagli Apostoli o dai loro discepoli. Siracusa, Catania, Taormina furono i primi approdi di cui si ha memoria. Gli “Atti” di Luca certificano il passaggio di Paolo apostolo da Siracusa. Ispica, con le sue “Cave”, fu il primo luogo del Monachesimo proveniente dalla Siria e dall’Egitto. I primi evangelizzatori sono individuabili tra i portuali, operai del mare e i tanti mercanti anonimi. Presto anche l’entroterra fu toccato dal Vangelo. Bisognerà attendere l’imperatore Costantino perché il Cristanesimo divenisse “religio licita” con l’editto di Milano del 313. Vero o pseudo? Non è facile mettere d’accordo gli Storici. Le Chiese di Sicilia si uniformarono, fino alla invasione islamica (IX secolo) al rito di Bisanzio. Si parlava e si pregava in greco. Per due secoli, fino alla fine del XI secolo, il Cristianesimo in Sicilia fu soppiantato dall’Islam, e le Chiese tradotte in moschee. A Palermo, non senza esagerazione, un cronista dell’epoca ce ne tramandò “settemila”.

Dopo l’invasione islamica si creanpo nuove Chiese ra Monreale e Cefalù

I Normanni, venuti in Sicilia dalle Puglie dietro invito di Urbano II, cacciarono gli ultimi mussulmani, sconfitti da re Ruggero a “Piano Battaglia” sulle Madonie, e rifondarono, come “legati pontifici” le Chiese, creandone delle nuove tra cui Cefalù e Monreale. Preziosa eredità lasciarono con le splendide relative cattedrali. Da allora il rito divenne esclusivamente latino, e le Chiese di Sicilia, si uniformarono nel diritto e nella liturgia alla Chiesa di Roma. Chi tenne la fede, nelle mutevoli circostanze storiche, fu la miriade dei Santi e Beati, conosciuti e venerati, ma anche i tanti anonimi quali lo Spirito Santo suscitava e sosteneva nel tempo. Oggi li celebriamo tutti, venerandone con le Reliquie, anche esse retaggio di un passato di fede e devozione, anche la memoria, perché intercedano per questa nostra Terra segnata da rivoli di pianto ma anche splendente del sorriso in ospitalità sincera.

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