Regione siciliana verso il disastro: tra il 2026 e il 2032 lo Stato si prenderà quasi 5 miliardi di euro. Più 450 milioni di fondi Covid che Roma vuole indietro, più oltre 500 milioni dal 2025 al 2029.

Ma che razza di accordi finanziari ha firmato l’attuale Governo regionale con il Ministero dell’Economia retto da Giancarlo Giorgetti? Sembra di essere tornati ai tempi dei Governi siciliani di centrosinistra quando la nostra Isola era il bancomat di Roma

Si comincia piano piano a capire chi è che, in Italia, pagherà il nuovo Patto di stabilità voluto dall’Unione europea. Da notizie in nostro possesso, la Regione siciliana viene pesantemente penalizzata dallo Stato, se è vero che dal 2026 al 2032 dovrà consegnare a Roma quasi 5 miliardi di euro: per la precisione 4 miliardi e 800 milioni di euro, ovvero 800 milioni di euro all’anno per sei anni. Quando la nostra Isola era governata dal centrosinistra abbiamo consentito a Roma di non pagare alla nostra Isola oltre 6 miliardi di euro di debiti, soldi che lo Stato doveva alla Regione siciliana. Oltre 6 miliardi di debiti dello Stato verso la Sicilia sono stati cancellati dal Bilancio regionale con un voto dell’Assemblea regionale siciliana. Nello stesso periodo sono state approvate le norme di attuazione dell’articolo 36 dello Statuto. In barba allo stesso Statuto autonomistico siciliano, che prevede che tutta l’IVA maturata in Sicilia resti nella nostra Isola, abbiamo regalato allo Stato poco meno del 64% dell’IVA siciliana. Una follia! E’ andata un po’ meglio con l’IRPEF: a norma dello Statuto tutta l’IRPEF maturata in Sicilia dovrebbe restare nella nostra Regione. Invece la Sicilia regala allo Stato il 23% dell’IVA. Non ci chiedete a quanto ammonta il maturato in Sicilia di IVA e IRPEF: impossibile saperlo. Si ipotizza 7 miliardi e mezzo di euro circa di IVA e altrettanti di IRPEF: ma sono dati imprecisi. Potrebbero essere di più. Ancora: poiché dai primi anni ’60 del secolo passato lo Stato, non si capisce bene a che titolo, tratteneva una parte di queste imposte, è stata di fatto approvata una sanataria alla napoletana: chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato… Con l’arrivo del centrodestra alla guida della Regione la musica non è cambiata, visto che l’attuale Governo siciliano ha regalato allo Stato 9 miliardi di euro che Roma ha scippato al Fondo sanitario regionale dal 2007 al 2023. Adesso lo stesso Governo siciliano, come già accennato, ha accettato un accordo-capestro che toglierà al Bilancio regionale 4,8 miliardi di euro dal 2026 al 2032. Altra follia che i cittadini siciliani pagheranno sulla propria pelle.

La verità è che il Governo nazionale non sa più cosa inventarsi per pagare quasi 100 miliardi all’anno di interessi sul debito pubblico e i 16 miliardi di euro all’anno del nuovo Patto di stabilità imposto dall’Unione europea

Da Roma dovrebbero arrivare circa 74 milioni di euro legati a una tormentata riforma dell’IRPEF del 2023. In Sicilia li considerano già incassati. Speriamo bene. Un’altra brutta notizia per il 2025: lo Stato sta chiedendo alla Regione siciliana poco più di 450 milioni per “eccesso di ristori Covid”. Chi ha effettuato questo calcolo? A noi ‘sta storia sembra inventata di sana pianta a tavolino. La nostra sensazione? Il Governo nazionale non sa dove trovare i quasi 100 miliardi all’anno di interessi sul debito pubblico e i 16 miliardi all’anno per ottemperare al citato nuovo Patto di stabilità. Così Roma scippa soldi a destra e a manca. Il dubbio è che la Sicilia sia una delle Regioni più penalizzate d’Italia. Fine degli scippi? No. La Regione siciliana, in forza di una stranissima trasformazione del disavanzo del proprio Bilancio in debiti verso lo Stato, paga ogni anno circa 211 milioni di euro. Roma ha deciso che, nel 2025, oltre a questi 211 milioni di euro, la Regione siciliana dovrà accantonare altri 60 milioni di euro. A che titolo? Non si capisce. Non solo. Dal 2026 al 2028 la Regione siciliana dovrà accantonare altri 179 milioni di euro. E altri 288 milioni di euro la Regione li dovrà accantonare nel 2029. Non possiamo che fare i ‘complimenti’ al Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e al presidente della Regione siciliana, Renato Schifani.

Non è una questione di Governi regionali di centrodestra e di centrosinistra: entrambi gli schieramenti politici hanno penalizzato i cittadini siciliani. Che senso ha per i cittadini siciliani andare ancora a votare se la politica tutta li penalizza?

Come i nostri lettori possono notare – quei pochi lettori siciliani che seguono questo ‘fastidioso’ articolo sui conti della Regione siciliana invece di seguire le partite di calcio e di tennis – non è una questione di Governi regionali di centrodestra e di centrosinistra: entrambi gli schieramenti politici hanno penalizzato i cittadini siciliani. In tanti oggi si chiedono perché ormai in Italia vota meno del 50% degli elettori aventi diritto. Il ragionamento va capovolto: perché 4-5 cittadini su 10 vanno ancora a votare? In Sicilia, per quello che sta succedendo, nessuno dovrebbe più andare a votare. Perché tutti questi soldi che la Regione siciliana ha regalato e si accinge a regalare allo Stato – gli oltre 6 miliardi di euro di crediti che la Regione vantava verso lo Stato, il gettito IVA e IRPEF regalato a Roma, i 9 miliardi di euro fondi sanitari regalati a Roma, i 4 miliardi e 800 milioni di euro che la Regione siciliana pagherà dal 2026 al 2032, i 450 milioni di euro di ristori Covid che la Regione dovrà restituire allo Stato e gli accantonamenti per oltre 500 milioni di euro – sono risorse che sono già state in parte tolte e che verranno tolte ai cittadini siciliani fino al 2032. Sono fondi in meno per la sanità pubblica, sono soldi in meno per la tutela dell’ambiente, sono soldi in meno per la spesa sociale e via continuando. Non c’è bisogno di essere grandi economisti per capire che con questi tagli dal Bilancio regionale l’economia siciliana è destinata a colare a picco, al di là delle minchiate che raccontano in televisione. Roma continua a mettersi sotto i piedi l’Autonomia siciliana. Alla luce di questi fatti che senso ha oggi, in Sicilia, andare a votare? Perché continuare ad essere complici di un’Italia che si fa massacrare dall’Unione europea e che poi fa pagare il conto a Regioni e Comuni e, quindi, ai cittadini? Molto più serio non andare più a votare.

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