Gesù ridà la vista a Bartimeo il cieco dopo che quest’ultimo si converte. Salvato dalla sua fede può seguire il Maestro

di Frate Domenico Spatola

Commento a un celebre passo del Vangelo di Marco (10, 46-52)

Bartimeo era il nome. Timeo era suo padre, “l’onorato” cioè Davide. Di lui il cieco, sulla strada di Gerico, voleva che Gesù realizzasse il Regno. La stessa cosa avevano chiesto i figli di Zebedeo. Ma quel titolo (“figlio di Davide”), a Gesù non garbava. Il cieco in strada gridava che si restituisse a Israele il dominio sulle Nazioni pagane. Ma Gesù fu sordo, e l’invocazione, ripetuta in crescendo, più volte. Quando si zittì, il Signore poté invitare il cieco a venirgli vicino. “Cosa vuoi che ti faccia?”. Gli chiese di poterlo vedere, ormai era convertito e, con il mantello, aveva gettato via  l’arroganza del potere. Pronto dunque a nuova identità, quella del “Dio che salva”.  “Rabbuni”, lo chiamò. L’aveva accettato “Maestro”, e lo poté seguire.

Foto tratta da Parrocchia Sant’Agata al Collegio

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