Così come faceva con i discepoli, anche oggi Gesù invita gli uomini a riconoscere “i segni dei tempi” per aiutarci ad incontrare il Dio della salvezza

di Frate Domenico Spatola

25 Ottobre 2024, Venerdì della XXIX settimana del tempo ordinario: Luca 12, 54-59

Gesù educò i discepoli a riconoscere “i segni dei tempi”. Il tema fu ampiamente recepito dal Concilio Vaticano II, nella Costituzione dei “rapporti della Chiesa con il mondo Contemporaneo”
(“Gaudim et Spes”). In precedenza, aveva rimproverato ai Giudei di non averli saputo né riconoscere né interpretare. Sapeva che erano in grado di valutare i fenomeni metereologici, ma non mostravano altrettanta avvedutezza nell’interpretare il suo tempo e la sua missione in mezzo a loro. Eppure erano stati numerosi i “segni” da lui compiuti e interpretati. Erano di liberazione, sia quelli a beneficio degli ammalati, oppure ad arginare il potere del male (il satana). Offriva segni originali nel compiere e interpretare le Scritture. Il suo invito a “riconoscerli” è fatto anche agli uomini del nostro tempo: urge interpretarli come espressivi della storia, individuale e collettiva, perché quale “Historia salutis” inverino per ogni uomo l’incontro con il Dio della salvezza. “Segno” per il nostro tempo è anche l’invito odierno di Papa Francesco che, nella sua quarta Enciclica “Dilexit nos”, se compiange il mondo contemporaneo che, con l’odio e le guerre ha perduto “il cuore”, ricorda che Dio ci ha messo a disposizione il suo.

Foto tratta da La Luce di Maria

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