Adesso anche i Comuni, i sindacati e i costruttori siciliani si accorgono che i fondi del Pnrr non esistono. Ma sono un po’ in ritardo perché ormai i danni sono stati fatti e qualcuno li dovrà pagare

Il Pnrr è una presa in giro. Chi fino ad oggi ha nascosto la verità ora dovrà fare i conti con un’amara realtà. Con riferimento a chi, fino ad oggi, ha avallato le menzogne per ‘parare il culo’ a un’Unione europea disastrosa

Il Pnrr è una presa in giro. Se ne sono accorti anche i vertici dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e i vertici ‘siculi’ di CGIL, CISl e UIL (chissà, tra un po’ se ne accorgeranno anche i vertici nazionali di queste tre organizzazioni sindacali). La presa per i fondelli viene denunciata da oltre due anni in solitudine da Ciro Lomonte, segretario politico di Siciliani Liberi (foto sotto). Il direttore di questo blog la pensa esattamente come Lomonte. “Siciliani Liberi – scrive Lomonte in un post su Facebook – ha dimostrato ancora una volta con i fatti di essere l’unica forza politica al fianco dei siciliani, inclusi gli amministratori attuali dei Comuni e della Regione, anticipando e spiegando come il Pnrr, interamente definanziato da Roma in segreto, fosse in realtà un inganno politico che avrebbe distrutto i bilanci di tutti gli Enti locali e di tutte le amministrazioni regionali, oltre che delle Università”. In realtà, non c’è alcun segreto, semmai c’è una sistematica disinformazione da parte di chi continua a parlare di cose che non esistono. Ricordiamo che quando le banche tedesche hanno speculato sulla crisi economica della Grecia per un debito di circa 300 miliardi di euro sono morti di fame centinaia di bambini greci. Notizia che è stata nascosta per ‘parare il culo’ all’Unione europea e alla Germania. Oggi, sempre per ‘parare il culo’ a una fallimentare Unione europea si nasconde il fatto che i fondi del Pnrr sono finiti in massima parte in Ucraina per sostenere una guerra che la Russia ha vinto sconfiggendo l’Occidente ultra-liberista e globalista. Il resto sono solo minchiate. (Sopra, foto tratta da CASARTIGIANI)

Ora chi pagherà alle imprese i danni che hanno subito?

Ma le bugie, si sa, hanno le gambe corte. E ora anche i mezzi di informazione che hanno nascosto la truffa del Pnrr, davanti ai Comuni e ad altri soggetti pubblici rimasti in questo caso con il ‘culo a terra’ perché i fondi del Pnrr non sono mai arrivati, sono costretti a dire la verità. Se non altro perché le imprese che hanno iniziato i lavori pubblici con i fondi anticipati da Comuni, Aziende sanitarie e persino Università hanno interrotto gli stessi lavori perché i fondi del Pnrr non sono mai arrivati. Le stesse imprese che hanno iniziato i lavori si sono rivolte alla Magistratura perché hanno subito danni e vogliono essere risarcite. E hanno ragione da vendere. Come finirà? Speriamo non finisca come la terapia genica delle multinazionali farmaceutiche presentata come ‘vaccino anti-Covid’; o come le libertà personali concultate a milioni di cittadini italiani con provvedimenti amministrativi, nel nome di una tragicomica “tutela della salute pubblica”.

Non ci crederete ma si sono svegliati anche gli ‘europeisti’ dell’ANCI Sicilia

Oggi Lomonte cita un quotidiano online nazionale che si è accorto che “Asili nido, scuole, centri di raccolta rifiuti, impianti fognari, palestre e strutture sanitarie non possono essere completati a causa della mancanza di fondi”. Ma no! Ancora: “Molti Comuni siciliani hanno ricevuto solo una parte degli stanziamenti previsti, rendendo impossibile completare i lavori senza ulteriori pagamenti”. Si svegliano anche i belli & addormentati dell’ANCI Sicilia: e si svegliano, scrive Lomonte, “dopo tre anni di silenzi e innumerevoli convegni passerella in cui intervenivano presunti ‘esperti del Pnrr’ e amministratori locali entusiasti”. Oggi i vertici di ANCI Sicilia sono costretti “ad ammettere come stiano in realtà le cose”. Lomonte ci cita, scrivendo che le sue battaglie sono state riprese solo da questo blog e da una radio locale, ovvero Radio Time. Il Sergretario di Siciliani Liberi cita il presidente di ANCI Sicilia, Paolo Amenta, costretto ad ammettere che “Tutti i Comuni hanno avuto finora acconti solo per il trenta per cento del valore delle opere da realizzare”. In una prima ricognizione, l’ANCI Sicilia conta in 800 milioni di euro il valore dei progetti bloccati che riguardano scuole, impianti fognari, centri di raccolta rifiuti, palestre. (https://www.linkiesta.it/…/sicilia-pnrr-fallimento…/)”. Non sappiamo dove Amenta abbia tirato fuori il dato del 30% di anticipazioni: e infatti Lomonte precisa che da Roma è arrivato il 10% e non il 30%: il restante 20% è stato anticipato da Comuni e soggetti pubblici vari.

e s’arruspigghiaru puru i sindacati

“Insieme ad ANCI Sicilia – scrive sempre Lomonte – parlano finalmente anche i sindacati che per tre anni hanno ignorato le circostanziate analisi di Siciliani Liberi che mostravano come i fondi del Pnrr non esistessero”. Sindacalisti che passavano “da un convegno all’altro” ripetendo sempre la stessa ‘formula magica’: “Mettere a terra i fondi del Pnrr” che non sono mai esistiti. Lomonte, a questo punto, si dovrebbe chiedere: ma esistono ‘sti sindacati? E in che cosa si misura l’esistenza dei sindacati tradizionali? Forse dal fatto che ‘sti sindacati citano i rappresentanti dei Comuni che lamentano l’assenza dei fondi del Pnrr? Non mancano i ‘vertici’ nelle Prefetture: riunioni, contro-riunioni, iper-riunioni, meta-riunioni. Chiacchiere. Non ci crederete, ma oggi i sindacati prendono atto che “molti Comuni rischiano di trovarsi esposti a decreti ingiuntivi e difficoltà finanziarie”. Poi arriva la parte più ‘creativa’ del risveglio sindacale, nella quale si sottolinea “la necessità di anticipare una quota più congrua dei fondi e di accelerare il trasferimento delle risorse, affinché i Comuni possano completare gli appalti senza ulteriori ritardi”. Egregi sindacalisti: chi dovrebbe anticiparli ‘sti soldi? La fornite voi la ‘bacchetta magica’?

Intanto la Commissione europea, in mancanza di un accordo tra i 27 Paesi Ue su nuovi debiti, ha emesso bond SURE privi di qualsiasi garanzia, fatti comprare alle banche di Italia e Germania. Sbagliati e demagogici gli attacchi alle banche che in questo momento tengono in vita i Comuni siciliani

Lomonte, giustamente, spiega che da Roma è arrivato appena il 10% e non il 30% dei fondi e che il 20% è stato anticipato da Comuni, Aziende sanitarie, università e via continuando. Anticipazioni temerarie che, secondo il Segretario di Siciliani Liberi, “hanno condotto le amministrazioni al default”. Lomonte cita una dichiarazione del Sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci: “Siamo costretti a fare da banca per lo Stato perché dobbiamo anticipare noi delle somme che non sappiamo quando vedremo e a stressare ulteriormente i bilanci dove misuriamo le risorse con il contagocce. Una volta che realizzeremo questi nuovi asili nido ci sarà un ulteriore costo per il Comune, perché il Pnrr finanzia l’opera e gli arredi, ma non la gestione. E quindi sarà il Comune a dover assumere personale o a fare la gara per non tenere la struttura chiusa”. Commenta Lomonte: “Caro Sindaco di Mazara del Vallo, i soldi non arriveranno mai, come ormai dovrebbe aver compreso. I lavori non saranno mai terminati perché a Roma il Tesoro ha utilizzato le prime tre rate del Pnrr per la spesa corrente. Le altre non sono mai arrivate essendo ormai anche la Commissione europea indebitata per 450 miliardi di euro avendo emesso i bond SURE privi di qualsiasi garanzia fatti comprare alle banche di Italia e Germania”. Non c’è da stupirsi, poi, se le banche, caricate di oneri impropri, ‘stringano’ sui cittadini e, come nel caso italiano, chiudano gli sportelli bancari. L’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl ha analizzato i dati di Banca d’Italia e Istat. “Secondo l’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl – leggiamo su Facile,it – ben 163 sportelli hanno chiuso i battenti, lasciando altri 14 Comuni completamente privi dei servizi offerti dalle banche. Ad oggi, infatti, circa 4 comuni su 10 non hanno uno sportello bancario“. Nell’articolo si citano le 101 nuove aperture, che operano però nel “private banking (l’amministrazione dei patrimoni di persone facoltose), spesso ricavate all’interno di ex filiali tradizionali preesistenti”. Morale: il saldo resta negativo. In Italia, ad oggi, sono stati chiusi 3 mila e 200 sportelli bancari. Inutile, se non errato, prendersela con le banche ‘cattive’, se è vero che le banche, in Sicilia, tengono in piedi i Comuni con le anticipazioni. Senza le banche molti Comuni siciliani non esisterebbero più. E’ chiaro che qualcuno questo servizio lo deve pagare.

Anche i vertici di ANCE Sicilia ora manifestano preoccupazione

La situazione rimane precaria. Dice ancora il leader degli Indipendentisti siciliani: “In breve, tutti i Comuni siciliani e meridionali rovinati dal finto Pnrr da mesi ormai vanno avanti solo grazie alle anticipazioni bancarie. Il Tesoro ha chiesto infatti alle banche di anticipare senza condizioni. Infatti, come spiega il cronista, intervengono gli uffici centrali di Roma. ‘I prefetti’, scrive ancora il bravo cronista, ‘strigliano i Sindaci: A che punto siete? La risposta è quasi sempre unanime: Fermi, Eccellenza, ma non per colpa nostra”. Lomonte cita anche una dichiarazione del Sindaco di Adrano, Fabio Mancuso: “Il Comune ha anticipato tre milioni di euro. Di più non possiamo. Se da Roma non ci sarà un segnale, anche questi cantieri si fermeranno”. Commenta ancora Lomonte: “Esatto, caro Sindaco di Adrano: si fermeranno come si sono già fermati a Marineo e in decine di altri Comuni senza che nessuno – tranne Siciliani Liberi – lo dicesse. Con le aziende che per evitare il fallimento ora citeranno in giudizio le amministrazioni pubbliche committenti chiedendo il pagamento dei debiti con gli interessi legali”. Lomonte cita anche il presidente di ANCE Sicilia, Santo Cutrone (ANCE sta per Associazione Nazionale Costruttori Edili): “In pratica – dice Cutrone – tutte le ditte che hanno vinto gli appalti, banditi con urgenza dai Comuni, dato che la scadenza dei lavori è il 2026, sono indebitate. Può reggere chi ha una media o grande struttura, ma chi ha una piccola ditta o gestisce due o tre cantieri in contemporanea, rischia il fallimento”. Lomonte si rivolge a Cutrone: “Forse, presidente, se avesse letto e seguto le analisi di Siciliani Liberi avrebbe invitato le imprese associate a non partecipare ai bandi. E a sospendere immediatamente i lavori dopo i primi mancati pagamenti. Così non è stato. E ora le imprese sono tutte pesantemene indebitate. Come diceva De Gasperi: ‘Se non ci si occupa di poltiica, sarà la politica ad occuparsi di voi'”.

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