Racconti impossibili 1: “La signora sovrappeso”

“La verità è che la verità è nemica della verità”

Foto tratta da Wikipedia

di Aristocle III

La signora varca il portone del palazzo. Raggiunge la porta dell’ascensore. Adagia i sacchetti di plastica con la spesa per terra. L’ascensore è al pianoterra. Dopo qualche secondo il portone del palazzo si apre e appare un signore. I due si conoscono. La signora abita al sesto piano, il signore al quarto piano.

La signora sorride e dice: “Penso che l’ascensore sopporterà il peso di entrambi”.

“Non credo proprio, egregia signora”, risponde l’uomo con aria compita ma con un impecettibile sorriso beffardo.

La signora ha percepito solo l’atteggiamento compito dell’uomo. Ma il diniego del signore comunque l’ha un po’ infastidita.

“Faccia come crede”, replica stizzita mentre apre la posta dell’ascensore e prende i sacchi di plastica con la spesa. Sta per entrare nell’ascensore e viene fulminata dalle parole del signore:

“Signora, se lei pesasse sessanta e magari settanta chilogrammi in meno non avrei avuto problemi ad accompagnarmi in ascensore in sua presenza. Considerato il suo peso, beh, meglio evitare”.

La signora è rimasta basita. E’ molto, molto contrariata. Sempre con i sacchetti della spesa tra le mani e la porta dell’ascensore aperta replica: “Lo sa che lei è una persona veramente maleducata?”.

“Perché sarei maleducato? – replica il signore – Perché dico la verità? Perché la verità le fa male?”.

“Ma le sembra questo il modo di rivolgersi a una signora? Lei è uno screanzato”.

“Screanzato? – risponde puntuto il signore -. Sarei uno screanzato perché penso e dico che lei è metà balenottera e metà scrofa?”.

“Ma come si permette ad aprostrofarmi così? Come si permette?”.

“Guardi che ha cominciato lei, cara signora – dice il signore con tono sarcastico -. Lo sa che l’ascensore si lamenta quando lei gli impone di accompagnarla al sesto piano? Sapesse quante me ne ha dette su di lei. Io, con l’ascensore, ho un rapporto espressionista. Due giorni fa mi ha chiesto: ‘Ma la botte di vino che abita al sesto piano quando si mette a dieta? Ogni volta che mi costringe a raggiungere il sesto piano con lei è una sofferenza. Ma quanto mangia questa qui? Dimagrire no? Gia che bella non è. Così pacchiona poi è inguardabile. Ma chi se la deve scopare una del genere!”.

La signora è rimasta con i sacchetti di plastica tra le mani e con la porta dell’ascensore aperta. Con tono di voce basso replica: “Lei è matto. Lei è veramente matto. Un mio collega che insegna scienze sostiene che i medici psichiatri sono un po’ matti. Dice che a furia di confrontarsi con i matti diventano un po’ matti anche loro. Non è il suo caso, però. E sa perché? Perché lei è un medico psichiatra completamente matto”.

Il signore sorride: “Io matto? – risponde con espressione sardonica -. Ma si guardi, signora: si guardi. In questo momento si trova davanti all’ascensore con quattro sacchetti di spesa. E che spesa! Da uno dei due sacchetti tenuti prigionieri dalla sua mano destra fuoriescono due salami che non possono finire. E si intravedono formaggi e altro cibo. Dal secondo sacchetto due filoni di pane si protendono con prepotenza verso il cielo. E dei due sacchetti di spesa che tiene nella mano sinistra ne vogliamo parlare? Scatolette di tonno, scatolette di acciughe, pizze surgelate, sughi pronti, altri formaggi, bottiglie di vino, bibite gassate, patate, carote e magari broccoli. E non mi venga a dire che sono per il suo amebico figlio ventenne magro come un chiodo e tutto ‘fumato’. Suo figlio, secondo me, la cosiddetta ‘erba’, oltre a fumarsela, se la mangia e non si divora certo la spesa che lei porta su in casa sua ogni due, tre giorni. Ma si metta a dieta ferrea, per contesia!”.

Ora la signora è furente. Blocca la porta dell’ascensore con i sacchetti della spesa e con un balzo si dirige verso l’uomo. Il quale fa un passo indietro per non farsi acciuffare. La signora urla: “Che fai, scappi? Figlio di puttana, scappi dopo tutto il veleno che è uscito dalla tua bocca d’inferno?”.

Nel frattempo il portone del palazzo si apre ed entra un altro signore.

La signora ignora il nuovo arrivato e cerca di prendere il medico psichiatra che, però, è lesto a non farsi acchiappare dalla signora. La quale ignorando il nuovo arrivato rincorre il medico psichiatra urlando: “Figlio di puttana!, figlio di puttana!”.

“Che sta succedendo?”, chiede il signore appena entrato.

Il medico psichiatra che cerca di non farsi acciuffare dalla signora sempre più furente risponde:

“Succede che questa signora è un po’ su di giri. E se glielo dico io che sono un medico psichiatra mi deve credere”.

“Ma perché la signora è su di giri?”, chiede il signore appena entrato.

“Se glielo dico lei non ci crede – risponde il medico psichiatra -. Sono arrivato e ho trovato la signora davanti la porta dell’ascensore. Mi ha guardato e mi ha chiesto: ‘Dottore, approfitto della sua scienza: secondo lei dovrei dimagrire?’. Le ho risposto pacato: ‘Forse un po’ dovrebbe dimagrire’. Da quel momento è diventata una furia”.

“Figlio di puttana!”, urla la signora mentre cerca di afferrare il medico-pisichiatra.

“Mi aiuti, la prego”, dice il medico psichiatra rivolgendosi al signore appena entrato.

Quest’ultimo va incontro alla signora e le dice: “Signora, si calmi. Mi racconti quello che sta succedendo”.

La signora guarda in faccia il nuovo arrivato e urla: “Lo capisce o no che questo medico psichiatra è un figlio di puttana? E’ un manipolatore. Le ha raccontato una versione dei fatti falsa. E’ lui che mi ha offeso”.

“Va bene, signora, ma la sua reazione è sbagliata. Si calmi e cerchiamo di venire a capo di questa storia”.

Nel frattemo la signora ha tirato fuori da uno dei sacchi della spesa un filone di pane e si dirige verso il medico psichiatra che cerca di mettersi al riparo. Ma la signora lo ha stretto all’angolo. Finge di assestargli un colpo nei testicoli, il medico psichiatra si protegge con le mani le parti basse e la signora, lestissima, gli sbatte il filone di pane in testa.

“Ahi! – grida il medico psichiatra – questa mi ammazza”.

“Signora, la prego”, dice il signore appena arrivato. Ma la signora ormai è scatenata e assesta un secondo colpo al medico psichiatra con il filone di pane. Ha cercato di colpire la testa, ma questa volta il medico psichiatra ha parato il colpo con il braccio sinistro.

A questo punto il signore appena entrato afferra un braccio della signora: “La prego, la violenza è sempre sbagliata. Si calmi e parliamo”.

La signora si libera e cerca di colpire di nuovo il medico psichiatra che riesce a scappare. La signora lo insegue e gli assesta un terzo colpo alle gambe. Il filone di pane, colpendo il ginocchio del medico pschiatra, si è spezzato.

Nel frattempo si ode una voce di donna. Due donne anziane hanno appena varcato il portone. Hanno assistito alla scena e una delle due ha gridato: “Signora, ma lei non cambia mai? Sempre violenta?”. Le due signore anziane abitano al sesto piano. La porta della loro abitazione si trova proprio di fronte la porta dove abita la signora sovrappeso. I rapporti tra la signora sovrappeso e le due donne anziane sono pessimi. Le due donne anziane hanno assistito più volte alle liti tra la signora sovrappeso e il figlio. Hanno sentito spesso il figlio pronunciare le parole: “Sei una pazza”. In realtà, la signora non è affatto pazza. Il figlio di vent’anni, che frequenta l’università, fuma marijuana. E’ sempre alla ricerca di soldi per acquistarla. La madre lo sa. Ne ha parlato con il medico di famiglia. Tutti i tentativi di convincere il ragazzo a non fumare la cosiddetta ‘erba’ sono falliti. “Non fa male”, dice sempre il ragazzo. Che quando può ruba i soldi alla madre. Che reagisce. Madre e figlio litigano spesso. Succede talvolta che il ragazzo scappa di casa dopo aver rubato i soldi alla madre. Che lo insegue per le scale. Le due donne anziane hanno più volte assistito a queste scene. E pensano, sbagliando, che la madre sia una cattiva madre che tormenta il figlio.

“Lei, signora, ha il vizio della violenza”, dice una delle due donne anziane rivlgedpsi al signore.

La signora sovrappeso guarda le due donne anziane e replica: “Voi non sapete niente, voi non capite niente”.

“Noi sappiamo e capiamo tutto – replica una delle due signore che fino a qual momento era rimasta in silenzio -. Abbiamo più volte assistito alle liti furibonde con il suo figliuolo. Lo insegue per le scale imprecando. Lei, oltre che una donna violenta, è anche senza vergogna”.

Il medico pschiatra si volta verso il signore arrivato poco prima e gli dice: “Come vede, la signora va spesso in escandescenze”.

“Altro che – replica una delle due signore anziane -. Le volte in cui l’abbiamo vista inseguire il figlio per le scale gridando non si contano più. Una volta volevo chiamare la neuro e mia sorella mi ha bloccata”.

La donna sovrappeso getta a terra ciò che è rimasto del filone di pane spezzato e prende l’altro filone di pane: “Se non chiudete la bocca ho anche il pane per voi due, brutte megiere che non siete altro”, dice alle due donne anziane agitando il filone di pane.

“Signora lei è fuori di sé”, dice il signore che è entrato nell’androne poco prima delle due signore anziane. E aggiunge: “Mi dia questo pane, per cortesia, e cerchiamo di mantenere la calma”. Si avvicina alla signora sovrappeso che, per tutta risposta, agita il filone di pane verso la testa del signore: “Guardi – grida la signora sovrappeso – che lo sbatto in testa anche a lei”.

Intanto si ode una voce che arriva dai piani di sopra. E’ la voce di un signore. “Sono io, il signore che abita al quinto piano. Mi serve l’ascensore. Se dovete continuare a discutere, discutete pure. Ma liberate l’ascensore”.

“Ha ragione, mi scusi – dice la signora sovrappeso dirigendosi verso l’ascensore -. Il problema è che qui ci sono due donne e due uomini di maleducazione infinita”. La signora sovrappeso sposta il sacchetto con la spesa e chiude la porta dell’ascensore.

Le due donne anziane, il medico psichiatra e l’uomo osservano la signora sovrappeso.

“Si è calmata, adesso'”, chiede il medico psichiatra. Ora la signora soprappeso coglie nell’espressione del medico psichiatra ciò che poco prima gli era sfuggito: un impercettibile sorriso beffardo.

“Lei, anzi tu sei un grandissimo figlio di puttana – dice la signora sovrappeso rivolgendosi al medico psichiatra -. Puoi stare certo che appena mi capiti a tiro ti spezzo in due con le mie mani”.

“Sentite quello che sta dicendo? La sentite?”, grida una delle due donne anziane. E aggiunge: “Cosa aspettiamo a chiamare la neuro? Questa matta è un pericolo pubblico. E va ricoverata”.

La donna sovrappeso con un balzo raggiunge le due donne anziane. Il medico psichiatra e l’uomo si catapultano sulla donna sovrappeso per difendere le due donne anziane. La donna sovrappeso reagisce con furia. Ne viene fuori un parapiglia. Il medico psichiatra e l’uomo sono riusciti ad afferrare la donna per le braccia. Bloccata per le braccia la donna sovrappeso comincia a scalciare e colpisce alla gamba il medico psichiatra costretto a mollare il braccio destro della donna anziana. Con il braccio libero la donna sferra una botta in testa all’uomo che cade a terra. Le due donne anziane sono pietrificate. Il medico psichiatra, seduto a terra, tiene tra le mani il ginocchio dolorante. L’uomo che è entrato nel portone poco prima delle due donne anziane è a terra con le mani sulla testa.

“Che fai, ci vuoi ammazzare? – dice una delle due donne anziane -. Ammazzaci pure, tanto lo sappiamo che sei una pazza delinquente”.

Nel frattempo si apre l’ascensore. E’ il signore del quinto piano. Nel vedere i due uomi a terra e la donna sovrappeso con la camicia stracciata chiede: “Scusate, ma qui che cosa sta succedendo?”.

“Succede che questa signora è completramente andata di testa”, dice una delle due signore anziane. “Ha azzoppato i due signori che lei vede a terra e adesso stava per attacare anche noi”.

“Non è così – dice la signora sovrappeso -. Mi hanno aggredita e mi sono difesa”.

“Perché non racconta tutta la storia? – replica una delle due donne anziane rivolgendosi alla signora sovrappeso -. Glielo diciamo noi cosa sta succedendo. I due signori sono venuti in nostra difesa, perché l’energumena che sta fronte a lei stava cercando di aggredirci. E questo mostro di centocinquanta chili li ha stesi entrambi”.

La signora sovrappeso volge lo sguardo verso il signore del quinto piano appena arrivato. Ora è calma. “Queste due anziane signore sono malevole – dice -. Mi detestano perché pensano che io tormenti mio figlio. Non sanno nulla delle mie difficoltà familiari e si permettono di tranciare giudizi. Quanto al signore che vede a terra sulla mia destra – e indica il medico psichiatra – è un medico psichiatra psicopatico. Mi ha insultato con frasi ingiuriose. Mi ha offeso. Ho solo reagito”.

Il signore del quinto piano è un po’ perplesso. Volge lo sguardo verso la signora sovrappeso: “Signora, a onor del vero debbo constatare che lei si difende con una certa energia…”.

Nel frattempo ricompare una delle due donne anziane che si era appartata. “Ho inviato un messaggio al poliziotto della caserma che si trova a due passi da qui. Gli ho illustrato la situazione. Sta arrivando”.

La signora sovrappeso è di nuovo furente: “Ha chiamato il poliziotto? E cosa gli ha raccontato? Lei è veramente una zitella acida. Lo sa che ha la faccia di una che da giovane avrebbe voluta darla ma nessuno l’ha voluta? Lei è brutta oggi e sarà stata ancora più brutta da giovane. Zitella schifosa. La mancanza di minchia ha reso lei e sua sorella due persone sgradevoli. In più siete anche stupide”.

“Lei invece sarebbe bella? – replica la sorella anziana che non si è mai mossa -. Lei è una maiala a tutti gli effetti e ha il coraggio di parlare di bellezza e di bruttezza. Sa qual è il suo vero posto? La porcilaia. Lì starebbe benissimo”.

“Lei e sua sorella dovete ringraziare che ci sono altre persone. Ma prima o poi vi darò una lezione”.

“Voi siete testimoni – dice la sorella anziana che ha inviato il messaggio al poliziotto -. Ci sta minacciando. Se ci succederà qualche cosa, ebbene, saprete come comportarvi”.

I tre uomini si guardano l’un l’altro. Il medico pschiatra scuote la testa. Il signore del quinto piano arrivato sulla scena per ultimo guarda la signora sovrappeso e osserva con tono pacato: “Lo capisce, egregia signora, che lei si sta dando la zappa sui piedi? Ammesso che lei abbia ragione, con le sue parole minacciose e il suo comportamento passa dalla parte del torto”

Qualcuno bussa al portone del palazzo. E’ il poliziotto. Una delle due donne anziane apre il portone. Il poliziotto entra con aria spavalda. “Dov’è la matta’”, dice sorridendo.

La donna sovrappeso è terrea in volto. Conosce molto bene il poliziotto. Qualche mese prima aveva assistito a una lite tra lei e il figlio. La donna sovrappeso quel giorno aveva prelevato dalla banca 400 euro e non li aveva nascosti. Poi era uscita di casa. Suo figlio era in casa. Li ha rubati ed è uscito di casa. Proprio in quel momento la donna sovrappeso stata rientrando. E ha visto il figlio che teneva tra le mani i 400 euro. Gli si è parata davanti e gli ha chiesto: “Non è che hai preso i 400 euro?”. Il figlio ha cercato di fuggire. Ma la donna sovrappeso è riuscita ad afferrarlo per un braccio. Il ragazzo si è messo a gridare. Così è intervenuto il poliziotto che si trovava a qualche metro. La donna non se l’è sentita di dire al poliziotto che il figlio aveva rubato 400 euro. Ha mollato il braccio del figlio che è scappato. Poi, rivolgendosi al poliziotto, ha detto: “Non è successo nulla. E’ mio figlio. Una discussione in famiglia”. Ricorda la risposta del poliziotto: “Per essere stata una discussione in famiglia è stata un po’ violenta”. La donna sovrappeso ha minimizzato: “Mio figlio è un po’ vivace. Ogni tanto mi tocca riprenderlo”. La discussione finì lì. Ma la donna ebbe la sensazione che il poliziotto non era molto convinto. Ricorda il suo sguardo perplesso. Ora si ritrova davanti lo stesso poliziotto.

“Questa donna è pazza – dice la signora anziana che ha chiamato al telefono il poliziotto-. Picchia sempre il figlio inseguendolo per le scale. E oggi ha messo ko questi due signori che vede a terra doloranti”.

La donna sovrappeso guarda negli occhi il poliziotto. Ricorda il suo sguardo perplesso: lo stesso sguardo di qualche mese prima.

“Ebbene – dice il poliziotto rivolgendosi alla signpra sovrappeso – me lo dica lei cosa è successo”.

“E’ successo che questo signore – dice indicando con il dito il medico psichiatra – è uno screanzato. E’ un medico psichiatra pazzo. Mi ha ingiuriata senza alcun motivo mentre stavo per prendere l’ascensore. Ha usato parole terribili nei miei riguardi. Senza motivo. Non ho pututo fare a meno di reagire”.

Interviene il medico psichiatra: “L’unica cosa vera detta dalla signora è che io sono un medico psichiatra. E l’unica cosa chiara di questa storia surreale è che la signora è in preda a una crisi psicotica”. E ricolgendosi al poliziotto aggiunge: “La èrego, per l’amor di Dio, chiami la neuro”.

Nel sentire queste parole la sonna sovrappeso si catappulta sul medico psichiatra prendendo per la gola: “Adesso mi vuoi fare internare come una matta? Il matto sei tu!”. Il poliziotto, a propria volta si è gettato sulla donna sovrappeso. Tenta di fermarla. La donna sovrappeso non lo sa, ma il poloiziotto ha già chiamato rinforzi. E in fatti arrivano tre poliziotti che nel vedere il collega a terra che cerca di tenere le braccia della donna si catapuntano a loro volta sulla donna sovrappeso. La lotta è furibonda e solo dopo qualche minuto i poliziotti riescono a metterle le manette.

“Mi hai fatto arrestare, figlio di puttana!”, grida la donna sovrappeso rivolto verso il medico psichiatra.

Il medico psichiatra vede uno dei quattro poliziotti con il telefono cellulare tra le mani. Gi chiede: “Sta chiamando la neuro?”.

“Sì – risponde il poliziotto – tra pochi minuti saranno qui”.

Si apre il portone del palazzo. Entra un giovane smunto. E’ il figlio della signora. Sorride soddisfatto e dice: “Finalmente l’avete arrestata questa matta?”.

Il poliziotto arrivato per primo è contrariato. Guarda il figlio e dice: “In ogni caso è sua madre e le sue parole sono fuori luogo. La signora sta poco bene e verrà visitata. Vada a casa e porti su la spesa”.

La donna si accorge che accanto ai sacchi della spesa c’è anche la sua borsa. Si volge a uno dei poliziotti e gli dice: “Per favore, non consegnate la mia borsa a mio figlio”. I quattro poliziotti si guardanp negli pocchi. Uno di loro dice: “E’ una richiesta ragionevole”. E si dirige verso l’ascensore. Il ragazzo ha preso i sacchi della spesa e la borsa della madre.

“La borsa no – dice al ragazzo -. La borsa va cn sua madre”.

“Ma…”, replica il ragazzo.

“Ma un bel niente”, replica il poliziotto fissandolo negli occhi.

Il ragazzo è titubante. Ora il poliziotto ha un’aria contrariata.

“O mi consegna la borsa o l’arresto”.

Il ragazzo porge la borsa al poliziotto. L’ascensore si chiude. Il poliziotto consegna la borsa alla signora. Che scoppia a pingere. Nel frattempo sono arrivati gli infermieri della neuro. Uno di loro conosce il medico psichiatra.

“Che succede, dottore?”, dice rivolgedosi al medico psichiatra.

“Una vicenda triste – rsponde il medico psichiatra -. La signora è in preda a un attacco psicotico. E’ stata un po’ violenta. Ma ora la situazione è sotto controllo”.

“Lo so – dice la signora sovrappeso – ma il vero matto è questo medico psichiatra. E’ matto e manipolatore. Vi sta manipolando. Credetemi: è completamente matto”.

“Va bene, andiamo”, dicono i due infermieri alla donna sovrappeso.

“Per favore – dice il medico psichiatra – non la portate nel mio ospedale. E’ una questione di opportunità”.

“Ha detto bene – dice la donna sovrappeso mentre si allontana tenuta tra le braccia dai due infermieri -. E’ il suo ospedale. E’ l’ospedale psichiagrico dove lui dovrebbe essere ricoverato. Altro che fare il medico!”.

Prima di uscire dal portone di casa la donna si gira e grida disperata: Credetemi, hp detto la verità, solo la verità. Quell’uomo vi sta manipolando tutti. E’ un demonio”.

“La signora ha ragione, ha detto la verità – dice il medico psichiatra – Io ho detto la verità e sono a terra dolorante. Lei, signora, ha detto la verità e la stanno portando in un ospedale psichiatrico. La verità è che la verità è nemica della verità”.

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