In tutto il mondo sta crollando la natalità. Le possibili cause e i dubbi sulla possibilità di assicurare a una popolazione che invecchia pensioni e cure sanitarie

di Nota Diplomatica

L’autore della Nota Diplomatica paragona quello che sta succedendo alla peste nera

È un fenomeno che non si vede da sette secoli, dai tempi della peste nera del Trecento. In Europa quella pandemia causò la morte di almeno un terzo degli abitanti del Continente. Ebbe effetti simili – o peggiori – anche in altre parti del globo, decimando le popolazioni una per una. Ora, per la prima volta da settecento anni, il numero degli abitanti del globo, anziché crescere, torna a restringersi. Dai tempi della peste, la popolazione mondiale non ha fatto che aumentare a un ritmo che fino a poco tempo fa pareva inarrestabile. Doveva essere infatti la sovrappopolazione terrestre il rischio maggiore per il futuro. Oggi cresce soprattutto la preoccupazione per il suo calo, non più per la troppa crescita. Quel calo doveva sembrare una buona notizia, ma la questione non è così semplice. La nostra civiltà dà per scontato una sorta di dinamica di continua espansione. Invece, si profila un’inversione di rotta. Si sta verificando in molti Paesi una brusca frenata, con la popolazione in deciso crollo; non per un disastro naturale come il passaggio della peste nera, ma piuttosto perché dappertutto la gente sceglie di ‘procreare’ di meno.

Solo negli Stati Uniti d’America la popolazione cresce ma solo grazie alla forte immigrazione

Secondo dati ONU, il ‘tasso di fertilità’ planetario si è dimezzato tra il 1965 e il 2015, causando in tutti i Paesi un calo della natalità nel medesimo periodo. Già nel 2022, ogni importante popolazione asiatica si stava riducendo. Nel 2023, il tasso di natalità in rapporto alla mortalità della popolazione era sotto del 50% in Cina e solo poco meno in Giappone. Oggi nell’Ue i 27 Stati membri presentano una natalità del 30% inferiore rispetto al livello necessario per mantenere la popolazione. L’anno scorso la Francia ha contato meno nascite del 1806 e l’Italia ha riscontrato il minor numero di nascite dalla sua riunificazione nel 1861. Tra le grandi potenze cresce solo la popolazione degli Usa, ma il ‘saldo’ è dovuto alla forte immigrazione, non alla crescita interna.

Le possibili cause

Il perché della crescente infertilità mondiale è incerto. Fattori che saltano agli occhi comprendono l’estesa disponibilità di tecniche anticoncezionali efficaci e poco costose, come anche la ‘inutilità’ di generare una numerosa prole: i figli non sono più necessari nei campi o per mantenere i genitori nella vecchiaia. Inoltre, un po’ ovunque si è trasformato il ruolo delle donne, non più da tenere ‘scalze e incinte’, nemmeno nelle società meno progredite. Inoltre, la nostra civiltà non è ormai a ‘propulsione muscolare’. Non servono tante braccia… L’impatto ultimo di tutto questo è difficilmente prevedibile, ma è ‘matematico’ che con la nascita di un numero sempre minore di bambini, la popolazione mondiale diventerà – anche in fretta – mediamente parecchio più anziana. Nel bene o nel male, il futuro è dei ‘grigi’. Già la fetta popolazione in più rapida crescita in molti Paesi è quella degli ultra-ottantenni. Non è però per niente chiaro chi debba pagare tutte quelle pensioni, né quanto sarà mentalmente ‘acuta’ la nuova classe dei senior numericamente dominante…
Foto tratta da Avvenire

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