Lo sciopero di oggi del settore automobilistico? Fallimentare e inutile. Il gruppo Stellantis non aiuterà le auto italiane. Mentre la guerra in Ucraina farà franare l’economia Ue

La ‘presunta’ sinistra italiana e i sindacati tradizionali hanno sempre appoggiato l’Unione europea ultra-liberista e globalista e oggi ne piangono le conseguenze

Oggi a Roma è andato in scena uno sciopero a sostegno dell’industria automobilistica italiana in profonda crisi. Detto questo, non si capisce contro chi sia stata organizzata questa giornata di lotta. Uno sciopero è, deve essere sempre per contestare qualcuno. Chi è, in questo caso, il contestato? Il Governo italiano di Giorgia Meloni? E che dovrebbe fare l’attuale Governo del nostro Paese? Contestare la globalizzazione economica voluta dai partiti di sinistra e dai sindacati che l’hanno abbracciata allegramente? Anzi il Governo e il Parlamento italiano – a mio avviso sbagliando – hanno messo nel piatto incentivi per l’acquisto di auto che stanno favorendo, in larga parte, auto non italiane. Lo sciopero di oggi è contro l’Unione europea ultra-liberista e globalista? Peccato che la sinistra italiana, o ‘presunta’ tale, e i sindacati tradizionali legati alla stessa sinistra italiana hanno sempre appoggiato la Ue ultra-liberista e globalista. Ora che il ‘mercato’ si sta mangiando l’industria automobilistica italiana si lamentano? Troppo comodo: chi è causa dei suoi mal pianga se stesso! Lo sciopero di oggi è contro Stellantis? E dov’erano la sinistra italiana e Cgil, Cisl e Uil quando Stellantis acquisiva la Fiat? Se proprio la dobbiamo dire tutta, lo sciopero di oggi è tragicomico e snobbato dalla maggioranza dei lavoratori del settore. Esageriamo? Parlano i ‘numeri’. Vediamoli per grandi linee.

‘Numeri’ alla mano, la manifestazione di oggi è stata un mezzo fallimento

I lavoratori del settore che sono scesi oggi in piazza a Roma sono stati circa 20 mila. Secondo me erano di meno ma diamo per buona questa stima generosa. Numeri alla mano, oggi in piazza è scesa una minoranza di lavoratori del settore. In Italia i lavoratori della filiera coinvolta nella produzione di automobili sono oltre 165 mila. Se consideriamo solo i lavoratori italiani del gruppo Stellantis diventano circa 86 mila. Vogliamo essere buoni e consideriamo solo i lavoratori di Stellantis in Italia. Anche considerando i soli lavoratori di Stellantis – sempre ‘numeri’ alla mano – in piazza sono scesi pochi lavoratori: per la preciisione, poco meno di un quarto dei dipendenti di Stellantis. Quanto basta per certificare che la manifestazione è stata un mezzo fallimento.

La nostra previsione: le industrie automobilistiche italiane del gruppo Stellantis saranno le prime ad essere sacrificate. Per due motivi

Come finirà con l’industria automobilista italiana? Male, molto male. Le industrie automobilistiche italiane del gruppo Stellantis saranno le prima ad essere sacrificate. Per due semplici motivi. In primo luogo perché la guerra in Ucraina sta affossando l’economia di tutta l’Unione europea, tant’è vero che alcuni Paesi Ue che hanno aderito all’euro stanno già pensando al dopo euro. Questo è il primo motivo. Ma c’è un secondo motivo: la Ue, per far cadere il Governo Meloni, ha imposto un nuovo Patto di stabilità che ha appioppato all’Italia il pagamento di 100 miliardi di euro in sette anni. Contrariamente a quanto scrivono certi mezzi di informazione, questo allucinante Patto di Stabilità non costerà all’Italia 12 miliardi di euro all’anno ma 16 miliardi di euro all’anno. Non è una cifra che l’Italia può sostenere. A meno che i cittadini italiani, che oggi detengono poco più di 5 mila miliardi di euro di risparmio privato, non sottoscrivano altri Btp come hanno fatto fino ad oggi, assecondando l’Unione europea dell’euro che, per l’appunto, vuole appropriarsi del risparmio degli italiani. Dicono che l’attuale Governo italiano, il prossimo anno, conti di raccogliere circa 80 miliardi di euro dai risparmiatori italiani. C’è da crederci? Mah… Anche se, in effetti, gli italiani continuano a farsi intontire da calcio e tennis e sono capaci di tutto. Senza i soldi dei risparmiatori italiani l’economia italiana, che è già in crisi, affonderà prima. Non mettiamo nemmeno nel conto l’ipotesi che l’Italia venda Btp a investitori esteri: sarebbe una follia.

La realtà è che ultra-liberismo e globalizzazione, dopo aver fatto fuori buona parte dell’agricoltura italiana – soprattutto dell’agricoltura di Sud e Sicilia – farà fuori anche le industrie automobilistiche italiane. Esiste un ‘piano B’ per salvare l’auto italiana? Sì, ma…

Alla luce di questi due motivi, gl’italiani disposti ad acquistare, in generale, auto nuove sono destinati a ridursi drasticamente. Il mercato italiano interno delle auto è destinato a crollare a breve. Esportare? Pensare che il gruppo Stellantis aiuti le fabbriche italiane a vendere le proprie auto all’estero è un’illusione. Stellantis ‘parla francese’ e favorità le auto francesi, non quelle italiane. La sinistra italiana, o ‘presunta’ tale, e Cgil, Cisl e Uil dovevano pensarci un decennio fa e forse più a contestare la follia della globalizzazione dell’economia. La realtà è che ultra-liberismo e globalizzazione, dopo aver fatto fuori buona parte dell’agricoltura italiana – soprattutto dell’agricoltura di Sud e Sicilia – farà fuori anche le industrie automobilistiche italiane. Prima la crisi investirà le fabbriche italiane del gruppo Stellantis: cosa che sta già avvenendo; poi toccherà alle altre piccole realtà. E’ possibile salvare l’industria automobilistica italiana? Sì. Il rimedio è uno e l’abbiamo già illustrato un paio di volte: l’Italia, ancipando il crollo dell’Unione europea dell’euro ormai imminente, deve uscire subito dalla Ue abbandonando l’euro e adottando il dollaro americano, sfruttando il fatto che oggi dollaro statunitense e euro hanno quasi lo stesso valore. Una volta abbracciato il dollaro, l’Italia deve contestare l’attuale debito pubblico che sfiora i 3 mila miliardi di euro ricorrendo all’istituto del debito detestabile o odioso. Succederebbe un ‘casino’ ma con la forza di ‘convinzione’ degli americani gli ‘europeisti’, Germania in testa, si attaccherebbero al tram…

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