L’Italia per compiacere la ‘Civiltà dell’hamburger’ nella guerra in Ucraina colpisce Mosca negando ai russi il visto per il congresso aerospaziale di Milano. Ancora una volta si colpisce la cultura

di Diego Fusaro

Il nostro Paese continua nella sua ottusa politica di disprezzo verso la Russia calpestando anche le relazioni culturali che andrebbero tutelate a prescindere dai conflitti
Foto tratta da Wikipedia

Così leggo sulle pagine digitali de Il giornale d’Italia: “Ucraina, nuovi ‘aiuti’ Usa da 425mln $, rifiutato visto alla Russia per congresso aerospaziale a Milano, Mosca: ‘Indignati con Italia’”. Insomma, siamo alle solite e come usa dire nihil sub sole novi. La civiltà dell’hamburger continua in ogni modo a propiziare la guerra finanziando senza sosta l’Ucraina del guitto Zelensky, attore Nato, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood, l’attore più pagato di tutti i tempi. D’altro canto, non ci stancheremo di ribadire ad nauseam come questa non sia la guerra della Russia contro l’Ucraina, come sempre viene ribadito dai menestrelli del pensiero unico politicamente corretto ed eticamente corrotto, essendo invece la guerra che l’occidente, anzi l’uccidente liberal-atlantista sta conducendo contro la Russia di Putin, colpevole di non piegarsi all’imperialismo di Washington e al nuovo ordine mondiale a stelle e strisce, cioè a quella globalizzazione che meglio andrebbe definita come anglobalizzazione.

L’Italia resta una colonia subalterna alla civiltà dell’hamburger

L’Italia, per parte sua, continua a recitare la risibile parte di colonia subalterna della civiltà dell’hamburger: e lo fa con uno zelo davvero pietoso sotto ogni profilo. Non si parla soltanto delle già di per sé risibili sanzioni alla Russia, il primo caso nella storia umana di sanzioni che danneggiano il sanzionante e non il sanzionato: si parla anche della guerra culturale alla Russia, che negli anni scorsi oltretutto ha portato alcune università a bandire perfino Dostoevskij, nel trionfo di quella cancel culture che andrebbe tradotta alla lettera con cancellazione di ogni cultura. E adesso abbiamo l’ennesima estrinsecazione di questa risibile subalternità Italica all’imperialismo neobarbarico di Washington: viene negato il visto alla Russia per prendere parte a un convegno scientifico a Milano. Dunque ancora una volta si colpisce la cultura, ciò che in realtà sempre andrebbe tutelato a prescindere dalle nazioni e dai loro conflitti. Una volta di più l’Italia ha perso una buona occasione per risparmiarsi una figura pessima e deplorevole sotto ogni riguardo.

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