Il ricco che pensava di finire in Paradiso con le proprie ricchezze scappa quando Gesù gli dice che deve vendere tutto e donarlo ai poveri. Poi deve fugare anche i dubbi dei soliti umani discepoli

di Frate Domenico Spatola

Commento al celebre passo del Vangelo di Marco: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio!

Un giovane per strada corse incontro a Gesù. Gli urgevano certezze per l’aldilà. Del presente era soddisfatto. “Cosa devo fare?” chiese in ginocchio. Di Mosè, Gesù gli recitò i comandamenti che riguardavano i rapporti con il prossimo. Esultò. “Da sempre tutte quelle cose (“tauta panta”) le ho osservate”. Ma fu vera gioia? Quando Gesù gli propose di liberararsi dalle ricchezze, e darne il ricavato ai poveri e seguirlo, si fece scuro in volto e andò per la sua strada. “Possedeva molti beni”. Era l’addebito  dell’evangelista. Deluso fu Gesù. Aveva investito emotivamente invano: “Lo fissò e lo amò”. Commentò con amarezza: “Difficile per un ricco entrare nel Regno di Dio!”. Al cammello sarebbe venuto più facile passare per la cruna di un ago. Denunciava la ricchezza come ostacolo alla salvezza. 

I discepoli tuttavia si rattristarono ritenendo eccessiva intransigenza quella che li privava del benessere che poteva venire da un ricco tra loro. Interlocutoria perciò quanto piccata fu la loro reazione:  “Chi si può salvare?” “Tutto è possibile a Dio”, fu la risposta del Maestro. Pietro venne avanti e, a nome anche dei compagni, gli presentò il conto:  “Noi abbiamo lasciato tutto, e ti abbiamo seguito: che ce ne viene?”.  “Cento volte tanto in case, fratelli, sorelle, madri e figli e campi – rispose – ma non senza persecuzioni”. E inoltre quanto aveva chiesto il giovane ricco: “La vita eterna”.

Foto tratta da La Luce di Maria

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