Il terribile incidente lungo la strada Palermo-Sciacca ripropone una domanda: era proprio necessario sventrare le gole di Portella della Paglia realizzando un tornante pericolosissimo?

Chi scrive è originario di Sciacca e questa domanda ha cominciato a porsela a metà anni ’70 del secolo passato

In queste ore si riflette e si commenta l’ennesimo incidente automobilistico che si è verificato nella strada a scorrimento veloce Palermo-Sciacca, che un tempo veniva chiamata Fondovalle, all’altezza di Giacalone. Tre morti e tre bambini ricoverati in ospedale in gravi condizioni. Sono originario di Sciacca e posso affermare di conoscere bene questa strada che ho visto nascere nella seconda metà degli anni ’70 del secolo passato. L’incidente che si commenta in queste ore è avvenuto nel tratto di strada all’altezza di Giacalone, forse la parte più pericolosa di questa tormentata strada. Su Sicilia in progress, Roberto Di Maria, ingegnere trasportista di grande esperienza, esprime il proprio pensiero: “Nel tratto in questione, in particolare, la strada è in forte pendenza e, per un lungo tratto, in curva: un enorme tornante che consente il raggiungimento della quota utile per superare Portella della Paglia e passare dalla valle dell’Oreto a quella dello Jato. La pendenza è tale da rendere necessaria la ‘corsia di arrampicamento’ ovvero una seconda corsia a destra per chi sale, presente sulla Statale 624 sin da Altofonte. Una configurazione che rende complicato controllare il veicolo, soprattutto in frenata. Non sappiamo, ovviamente, come sono andate le cose, ma sappiamo che su questa stessa tratta gli incidenti, spesso purtroppo mortali, non sono una novità. E rendono necessario prendere dei provvedimenti: ai tecnici ANAS tocca stabilire quali. Per quanto ci riguarda, possiamo ipotizzare la netta divisione delle correnti di traffico in senso opposto, ovvero l’adozione dello spartitraffico: in questa particolare situazione, con la strada più larga del normale, per i motivi prima accennati, non dovrebbe essere un problema. Brutto da vedere ed invasivo, certo, ma può salvare delle vite umane. E questo non è un dettaglio. Andrebbe bene anche l’autovelox, meglio se accompagnato da una drastica riduzione del limite di velocità: ma, sempre per i calcoli sopra accennati, non è affatto una garanzia di assoluta sicurezza” (qui l’articolo di Sicilia in progress per esteso).

L’alternativa c’era: collegare la scorrimento veloce con l’autostrada Palermo-Trapani-Mazara del Vallo. magari tra gli svincoli di Partinico e Balestrate. Ma bisognava realizzare il grande viadotto da brivido

Questa benedetta strada a scorrimento veloce è nata male e, come si usa dire in questi casi, è cresciuta in peggio. Chi scrive ricorda la realizzazione del primo tratto a metà degli anni ’70, tratto che va dal bivio di Misilbesi al bivio di Zabbia. Ebbene, era passato un anno dalla realizzazione di questo primo tratto e già iniziavano i problemi. Con l’arrivo delle prime piogge la terra invadeva la carreggiata della strada. Ricordo molto bene quegli anni, perché prima di eliminare questo problema sono passati anni! Ho preso la patente a fine 1976 e passare su questa strada-delirio quando pioveva era un’impresa. Ogni tanto, in Inverno, la strada veniva chiusa al traffico: chiusa per modo di dire, perché si passava comunque in un modo o nell’altro. La seconda parte della strada – il tratto che va dal bivio di Zabbia fino a Palermo – è stata oggetto di ‘pensamenti’ e ‘ripensamenti’. Si poteva evitare di fare ‘arrampicare’ la strada nelle alture di Portella della Paglia optando per un’altra soluzione? Si poteva, in alternativa, collegare la strada con l’autostrada Palermo-Trapani-Mazara del Vallo? Qualcuno, all’epoca, proprio per evitare la ‘cementificazione’ di Portella della Paglia, ipotizzò di collegarla con l’autostrada, tra lo svincolo di Partinico e lo svincolo di Balestrate. Alla fine si optò per la soluzione più pericolosa e più costosa: lo sventramento di Portella della Paglia con un viadotto da brivido. Si disse, allora, che bisognava collegarla con Piana degli Albanesi e Altofonte. Le pressioni, in tal senso, sono state tante e forti. Ne dovrebbero sapere qualcosa gli amministratori della Provincia di Palermo di quegli anni. Nasce da questa scelta un po’ discutibile l’enorme tornante sospeso nel vuoto all’altezza di Giacalone dove, come scrive l’ngegnere Di Maria, è “complicato controllare il veicolo, soprattutto in frenata”. Sono tanti, forse troppi, i tratti pericolosi della strada a scorrimento veloce Palermo-Sciacca. Chi scrive, negli anni ’80, in piena Estate, all’altezza di Sambuca, ha impattato più volte con la nebbia. E in Inverno e in Primavera, spesso, la nebbia invade Portella della Paglia. Non mancano le curve pericolose, soprattutto a causa di chi le affronta ad alta velocità. Ma il tratto da brivido è quello descritto dall’ingegner Di Maria: sia arrivando in discesa da Portella della Paglia verso Palermo, sia provenendo da Palermo in salita, la tensione è tanta, perché se chi scende arriva ad alta velocità – cosa non rara – il pericolo aumenta. Ribadiamo: si poteva evitare lo sventramento delle gole di Portella della Paglia dove un tempo scorrazzava Salvatore Giuliano con la sua banda? Questo è stato uno degli interrogativi che, per anni, ha accompagnato la realizzazione di questa strada a scorrimento veloce.

Foto tratta da Belice News

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