2 milioni di malati psichiatrici senza assistenza per mancanza di fondi ‘inghiottiti’ dal debito pubblico targato Ue. Dall’Aifa uno schiaffo ai poveri con il prezzo del Glucagone a oltre 84 euro

Nonostante il delirio nei Pronto Soccorso e la mancanza di medici e infermieri negli ospedali pubblici, si continua a tagliare nella sanità pubblica italiana. Per le cure pschiatriche servono 2 miliardi di euro che non ci sono

Due notizie danno la misura della crisi economica e sociale italiana. Prima notizia riportata da sanità informazione, autorevole giornale online del settore sanitario. Titolo: “Giornata della salute mentale: ‘Due milioni di pazienti con disturbi gravi non hanno accesso alle cure’”. Domani, 10 Ottobre, si celebra la Giornata  Mondiale della Salute Mentale. L’accasione per parlare dei problemi della sanità italiana. L’articolo riporta una dichiarazione di Giuseppe Ducci, vicepresidente del Collegio Nazionale dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale e direttore del Dipartimento della Asl Roma 1: “Secondo le stime epidemiologiche, a soffrire di disturbi psichici, sarebbe almeno il 5% della popolazione, pari a circa tre milioni di persone in Italia. Le persone con disturbi mentali prese in carico nel 2023 dai servizi pubblici  sono state in Italia oltre 770mila, pari all’1,5% della popolazione. Ciò significa che, considerando solamente i disturbi più gravi, c’è un 3,5% di persone, pari a oltre due milioni di cittadini, che non ha accesso ai servizi. Pesa la paura dello stigma, ma anche la difficoltà delle strutture nel prenderli in carico. A pagare il prezzo più alto sono le categorie più fragili”. La conclusione è che in Italia servono 2 miliardi in più per le cure psichiatriche (qui trovate l’articolo per esteso).

Incredibile la posizione del Movimento 5 Stelle siciliano, che invece di contestare l’Unione europea dell’euro e l’Aifa chiede alla Regione di trovare i soldi per il Glucagone, farmaco essenziale per i diabetici, bambini in testa

Seconda notizia: comunicato stampa di Stefania Campo, parlamentare regionale siciliana del Movimento 5 Stelle: “Duemila bambini diabetici siciliani potrebbero non essere più in grado di procurarsi un farmaco salvavita perché costoso e non alla portata di tutti”. Succede che l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, come si legge nel comunicato della parlamentare grillina, “ha retrocesso il Glucagone spray nasale, commercializzato come Baqsimi, dalla fascia A alla fascia C, con la conseguente imposizione del prezzo, non certo accessibile a tutti, di 84,17 euro per una confezione monodose. Questo farmaco è essenziale per tanti pazienti diabetici, soprattutto bambini, perché permette di ristabilire rapidamente i livelli di zucchero nel sangue e prevenire conseguenze che potrebbero rivelarsi fatali. Imporre un prezzo così alto rischia di mettere molte famiglie nell’impossibilità di usufruirne, con pericolose conseguenze. La Regione deve evitare che una simile eventualità possa verificarsi, come già accaduto in altre regioni italiane, dove i governi regionali hanno disposto la presa in carico del costo del farmaco. Il Governo Schifani faccia lo stesso, dimostrando una volta per tutte che la sanità siciliana non è tra le Cenerentole d’Italia. Quantomeno, se il farmaco non può essere distribuito gratuitamente, gli venga assegnato un prezzo accessibile a tutti”.

Con i tagli alla sanità pubblica italiana (e con i tagli alla scuola, alla spesa sociale e ad altri settori della vita pubblica) i Governi italiani hanno pagato e continuano a pagare gli interessi sul debito pubblico truffaldino che l’Unione europea dell’euro impone al nostro Paese

Secondo questa parlamentare – e a quanto abbiamo capito secondo i Governi delle altre 19 Regioni italiane – il problema non sta nel fatto che l’Aifa ha portato il prezzo di questo farmaco a livelli proibitivi per milioni di famiglie italiane, soprattutto per le famiglie che non ce la fanno economicamente. Si dà assiomaticamente per scontato, invece, che debbano essere le Regioni a pagare questo farmaco. Peccato che le Regioni sono in buona parte ‘in bolletta’. Lo scenario è semplice: l’Unione europea ha imposto il nuovo Patto di stabilità in un momento di pesantissima crisi economica provocata dalla guerra in Ucraina. L’Italia, così ha stabilito la Ue, deve pagare 100 miliardi di euro in sette anni per ridurre il ‘debito’ che è provocato dalla stessa Unione europea, ovvero dalla follia di un sistema di monetazione a credito. Da dove li deve prendere ‘sti soldi il nostro Paese che. sotto il profilo economico, è già in ginocchio? La politica romana fa finta di non sapere che le Regioni, per pagare il Glucagone, debbono effettuare tagli ai settori della vita pubblica, magari alla stessa sanità. Alla sanità pubblica hanno tagliato già 40 miliardi di euro, stima in difetto, perché sono molti di più. La sanità pubblica siciliana è stata penalizzata due volte: ha pagato in quota parte i 40 miliardi di tagli (che sono più di 40 miliardi di euro, come già accennato); in più lo Stato, dal 2007 al 2022, ha scippato al Fondo sanitario regionale siciliano circa 9 miliardi di euro che la politica della nostra Isola al gran completo, nessuno escluso, ha regalato a Roma. In tutta Italia mancano i medici nei reparti e soprattutto nei Pronto Soccorso. Con tutti i medici e gli infermieri del servizio sanitario pubblico che negli ultimi anni sono andati in pensione e non sono stati sostituiti, le retribuzioni dei medici e degli infermieri italiani che operano nel servizio pubblico sono tra le più basse d’Europa. Non a caso i giovani medici e i giovani infermieri italiani emigrano all’estero dove vengono pagati di più rischiando meno. I tagli alla sanità pubblica italiana sono stati spaventosi. Come avete letto all’inizio di questo articolo, ormai si lasciano 2 milioni di malati pschiatrici al loro destino, per mancanza di soldi. Anche se il dato viene nascosto, con i tagli alla sanità pubblica italiana (e con i tagli alla scuola, alla spesa sociale e ad altri settori della vita pubblica) i Governi italiani hanno pagato e continuano a pagare gli interessi sul debito pubblico del nostro Paese che, secondo la Banca d’Italia, ammonta a circa 50 miliardi di euro all’anno, stima a nostro avviso in difetto. Il Governo nazionale, che non sa dove trovare i soldi per andare avanti, sta tagliando ancora sulle spese sanitarie. La decisione dell’Aifa, che ha retrocesso il Glucagone dalla fascia A alla fascia C, è stata adottata per ‘risparmiare’. E cosa fa la politica? Grazie a un’informazione distorta inganna i cittadini italiani, facendogli credere che le liste di attesa di mesi e mesi e il caos negli ospedali pubblici, Pronto Soccorso in testa, sono conseguenza dell’operato di direttori e dirigenti, che fanno quello che possono in condizioni difficilissime. Con l’informazione di regime che tiene bordone alla politica strombazzando ‘siluramenti’ di direttori e dirigenti della sanità che non raggiungeranno fantomatici ‘obiettivi’. Uno scenario disdicevole (le parole dovrebbero essere altre…).

Centrodestra, centrosinistra e Movimento 5 Stelle, invece di attaccare l’Unione europea, si beccano l’un l’altra come i celebri capponi di Renzo di manzoniana memoria

Cosa ci dice questa vicenda? Semplice: che l’Italia è ormai alla frutta. Dopo le svendite degli anni ’90, smantellamento dell’IRI in primo luogo, stanno cominciando a svendere quello che resta dei cosiddetti asset strategici italiani. La parte da leone la fanno gli americani, con in testa BlackRock. Negli ultimi tempi hanno venduto la rete fissa di Telecom. E ora sono in vendita le Poste Italiane. In Italia si vende il patrimonio pubblico per pagare gli interessi sul citato debito pubblico ‘europeista’ truffaldino. Una follia. Quando avranno venduto tutto ciò che è vendibile che succederà? La politica italiana dovrebbe attaccare l’Unione europea, che è la vera responsabile dei tagli alla sanità pubblica italiana nel nome di un debito pubblico, ribadiamo, truffaldino. Persino il Movimento 5 Stelle, che qualche anno fa si batteva per la celebrazione di un referendum per fare uscire l’Italia dall’euro, tace sulla Ue e oggi chiede alla Regione siciliana di trovare i soldi per il Glucagone. Quindi la Regione siciliana dovrebbe effettuare altri tagli ai settori della vita pubblica della nostra Isola, compreso il settore sanitario, per pagare il Glucagone. Poi i grillini si chiedono perché dal 2018 ad oggi sono passati da oltre 9 milioni di voti a 2 milioni di voti. I celebri capponi di Renzo di manzoniana memoria erano due. Nella politica italiana di oggi sono diventati tre: centrodestra, centrosinistra e Movimento 5 Stelle. Queste tre formazioni politiche, invece di attaccare l’Unione europea per i danni che ha prodotto e che continua a produrre all’Italia, si beccano l’un l’altra. I capponi di Renzo, verosimilmente, finiscono cucinati. Il problema è che centrodestra, centrosinistra e Movimento 5 Stelle stanno ‘cucinando’ 60 milioni di italiani portandoli allo sbaraglio. Cittadini italiani che, da parte loro, questo bisogna ammetterlo, si fanno dolcemente ‘cullare’ dalla televisione che propone loro calcio, tennis e programmi-spazzatura vari, con il corollario di una spaventosa disinformazione. Per poi, in alcuni casi, diventare violenti quando impattano con i disservizi della sanità pubblica. Un politico serio come Marco Rizzo, che ha avuto il coraggio di stracciare durante un programma televisivo i trattati dell’Unione europea viene quasi ignorato dagli elettori. Con il 50% circa dei cittadini – questa oggi è la percentuale di italiani che ancora si reca alle urne – che continuano a votare i partiti che stanno ‘immolando’ l’Italia nel nome di un’Unione europea di falliti & banditi.

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