I grillini dell’Ars si svegliano e si accorgono che la nostra Isola è destinata a diventare la ‘pattumiera’ delle scorie radioattive d’Italia. C’è da stupirsi di ciò se la Sicilia è l’ultima delle colonie italiche?

Se la politica siciliana consente a Roma di derubare miliardi di euro dal Bilancio e dal Fondo sanitario regionale e di calpestare lo Statuto diventa quasi logico che il Governo romano sbolognerà da noi le scorie radioattive di tutte le strutture sanitarie italiane pubbliche e private. Ci sarebbe da stupirsi del contrario

Scrive la parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, Cristina Ciminnisi: “Avete letto i giornali di oggi? ☢️ 95.000 metri cubi di scorie nucleari sono pronti a finire in Sicilia, nel Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi a cui nei mesi scorsi ci siamo opposti con proteste, incontri pubblici e manifestazioni a Fulgatore 🌱e al nostro tempio di Segesta e poi dentro l’Assemblea regionale siciliana con la mia mozione, votata a maggio all’unanimità. La cosa più grave è che, nonostante il Parlamento regionale con quel voto abbia impegnato il Governo ad attivarsi con Roma per impedire che la Sicilia venga scelta come sito, il Presidente Schifani continua a non battere un colpo! 🤫 La Sicilia è in cima ai pensieri del Governo nazionale, ma ovviamente solo quando si tratta di farla diventare la pattumiera d’Italia. La battaglia riprende, amici. Facciamoci sentire”.

La ‘merda radioattiva’ da seppellire tra Fulgatore e Segesta e nelle miniere di Pasquasia e di Bosco

Impossibile, questa volta, dare torto al Movimento 5 Stelle. La parlamentare grillina fa riferimento all’idea del Governo nazionale di utilizzare l’area del Trapanese che si snoda tra Fulgatore e Segesta per sotterrare i residui radioattivi del nostro Paese. Questa non è la sola zona della nostra Isola dove Roma intende seppellire le scorie nucleari: ci sarebbero anche le miniere di sali potassici di Pasquasia, in provincia di Enna, e la miniera Bosco in provincia di Caltanissetta. Nel caso di queste due miniere la dizione “miniere dismesse” è un po’ azzardata: sono sì miniere di sali potassici chiuse da tempo ma, da quello che noi sappiamo, sono state chiuse per volere dei tedeschi che contano di riaprirle quando sarà completata la svendita ‘europeista’ e la colonizzazione, altrettanto ‘europeista’, dell’Italia. Era così fino a prima della guerra in Ucraina, ora non sappiamo più come stanno le cose, perché l’obiettivo degli americani è far collassare l’Unione europea (qui un articolo). E non sappiamo, tra due anni, che fine farà la Germania. Magari a Roma sanno che i tedeschi saranno costretti a mollare le miniere di Pasquasia e di Bosco. Chissà. Per la cronaca, queste due miniere sono piene di sali potassici… E’ in questo scenario che Roma sta provando ad ‘apparecchiare’ in Sicilia i luoghi dove sbolognare le scorie radioattive. Non si tratta di grandi quantità di scarti delle centrali nucleari, che in Italia non ci sono; si tratta, invece, dei resitui della medicina nucleare di tutta l’Italia: e siccome la Sicilia è l’ultima delle colonie italiane, anche per l’ascarismo delle proprie ‘presunte’ classi dirigenti, ecco che Roma ha pensato di utilizzare la nostra Isola come “pattumiera d’Italia”, per dirla con la parlatentare grillina che, giustamente, sta sollevando la questione: in questo caso “pattumiera per scorie radioattive d’Italia” provenienti dalle strutture sanitarie pubbliche e private. Il problema è che ormai la Sicilia è una regione che conta quanto il due di coppe con la briscola a denari: cioè nulla. Parlano i fatti. Elenchiamo i più importanti.

Gli anni ‘gloriosi’ di Matteo Renzi e Rosario Crocetta

Corte Costituzionale. Nel 2014 la Consulta, caso raro, ha dato ragione alla Sicilia in ordine a un contenzioso finanziario con lo Stato. Allora l’Italia era governata dal PD (presidente del Consiglio Matteo Renzi) e la Regione siciliana era governata dal PD (presidente della Regione Rosario Crocetta). Risultato: la Sicilia ha deciso di non prendersi questi soldi.

La cancellazione di 6 miliardi di euro dal Bilancio regionale siciliano nel 2015 e la beffa della trasformazione del disavanzo provocato da Roma in debiti a carico di 5 milioni di ignari siciliani

Cancellazione di oltre 6 miliardi di euro dal Bilancio della Regione siciliana. Nel 2015 il Governo regionale e l’Assemblea regionale siciliana decidono di cancellare dal Bilancio della Regione siciliana prima 10 miliardi di euro che poi diventano 6. Infatti, 10 miliardi di euro sarebbe stato troppo sporco, anche perché forse non erano tutti crediti. Questi 6 miliardi erano crediti che la Regione siciliana vantava in massima parte dallo Stato e in minima parte da privati. Sapete perché li hanno cancellati dal Bilancio regionale? Perché sono stati definiti inesigibili! Inesigibile un credito che una Regione vanta verso lo Stato! Possibile? Non è finita. Siccome togliendo dal Bilancio regionale 6 miliardi di crediti si è creato un disavanzo pari, appunto, a 6 miliardi, a Roma hanno deciso che tale disavanzo doveva diventare ‘debito’ verso lo Stato: e così è stato. Chi ‘mastica’ un po’ di Economia politica e di Contabilità dello Stato sa che disavanzo e debito sono cose diverse: in Sicilia, invece, grazie a Roma, li hanno fatti coincidere. Morale: la Sicilia ha perso 6 miliardi di crediti e sta pagando, a rate, altri 6 miliardi di ‘debiti’… Vi sembr assurdo? Andate su I Nuovi Vespri cercate gli articoli e divertitevi: chi scrive ha documentato tutto a futura memoria.

Il ‘furto con destrezza’ di IVA e IRPEF alla Regione siciliana calpestando lo Statuto

Articolo 36 dello Statuto siciliano. Nel 2016 Governo nazionale e Governo siciliano decidono di approvare le norme di attuazione dell’articolo 36 dello Statuto. A norma di Statuto tutta l’IRPEF e tutta l’IVA pagata dai siciliani spetta alla Regione siciliana. Invece nelle norme di attuazione dell’articolo 36 si stabilisce che parti consistenti di IVA e IRPEF vanno allo Stato, in barba allo stesso Statuto. Legge approvata dal Parlamento nazionale e dal Parlamento siciliano. Non solo. Siccome lo Stato, dai primi anni ’60 del secolo passato per l’IRPEF e, da quando esiste l’IVA fino al 2016, aveva trattenuto parti di IRPEF e IVA, è stata approvata anche una ‘sanatoria’ per cui lo Stato non ha restituito alla Sicilia nulla. Due fregature in una…

Il ‘regalo’ a Roma di 9 miliardi di euro di fondi sanitari siciliani

Fondo sanitario regionale siciliano. A partire dal 2009 Roma ha deciso unilateralmente di scippare dal Fondo sanitario regionale siciliano 600 milioni di euro all’anno. Si tratta di un imbroglio parlamentare approvato nella legge Finanziaria 2007. Scriviamo imbroglio parlamentare perché nella ‘prima lettura’della Finanziaria nazionale 2007, alla Camera dei deputati, era prevista la restituzione di queste somme alla Regione siciliana a velere sulle accise petrolifere. Peccato che nella ‘seconda lettura’, al Senato, hanno combinato ‘qualcosa’ e la restituzioe di queste somme non si è mai materializzata. Al Dicembre 2022 lo Stato doveva alla Regione siciliana circa 9 miliardi di euro. Ma l’attuale Governo regionale ha optato per un accordo che, nei fatti, ha regalato quasi 9 miliardi allo Stato. Da notare che lo scippo al Fondo sanitario regionale siciliano è iniziato con il centrosinistra (Governo nazionale di Romano Prodi) e si è concluso con il centrodestra (Governi nazionale e regionale siciliano di centrodestra).

I grillini siciliani hanno difeso la Sicilia? Non sembrerebbe proprio: anzi!

I grillini. Ce n’è anche per i grillini. Che hanno governato l’Italia dal 2018 al 2022. Ebbene, i grillini al Governo di Roma si sono guardati bene dal restituire alla Regione siciliana i miliardi scippati al Fondo sanitario siciliano. O di ridiscutere le norme di attuazione dell’articolo 36 dello Statuto che scippano alla Regione siciliana una barca di soldi di IRPEF e IVA. O magari di contestare la ‘magia’ del disavanzo del Bilancio regionale di 6 miliardi (provocato dallo Stato) e la sua trasformazione in debito: soldi che pagano gli ignari cittadini siciliani con tagli alla tutela dei boschi e del territorio, con tagli alla gestione dell’acqua, con tagli alla Formazione professionale e via continuando. Oggi il Movimernto 5 Stelle siciliano si accorge che la Sicilia è stata scelta da Roma per diventare la “pattumiera d’Italia”. Non è un po’ tardi dopo tutte le rapine avvenute dal 2015 ad oggi, quando il Movimento 5 Stelle era ben rappresentato ed è ancora ben rappresentato a Roma e in Assemblea regionale siciliana? Se la politica della nostra Isola lascia che Roma rapini i siciliani va da sé che poi tratteranno i siciliani da sottosviluppati e incapaci di difendersi. I grillini siciliani hanno difeso la Sicilia? Non sembrerebbe proprio: anzi!

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *