Scontri ma nemmeno tanti nella manifestazione pro-palestinesi di ieri a Roma. La speranza di pace in Medio Oriente dipende dalle elezioni americane con la possibile vittoria di Trump

Ieri le manifestazioni pro-palestinesi sono state vietate i due soli Paesi del mondo: Israele e Italia…

Com’era prevedibile, la manifestazione pro-Palestinesi andata in scena ieri a Roma è un po’ degenerata. Scriviamo un po’ perché, grazie a Dio, non ci sono stati lutti ma solo feriti. I numeri raccontano della grande pazienza delle forze dell’ordine: 30 feriti si contano infatti tra i poliziotti mentre solo tre feriti tra i manifestanti. Agli atti ci sono quattro persone fermate e altre 38 persone bloccate prima della manifestazione. Va detto che non è stata una manifestazione oceanica, forse perché scoraggiata dal Governo che l’aveva vietata. Il nostro vecchio amico Mauro Di Mauro, protagonista di TerraelibeAzione, ci ha inviato un messaggio: “Le manifestazioni pro-Palestina sono in corso in tutto il Mondo: Milioni di persone sfilano in corteo in Solidarietà col Popolo palestinese: a Londra… una marea umana!… Ricordiamo, infine, che vietare le manifestazioni a sostegno del Popolo palestinese è un ATTENTATO alla COSTITUZIONE REPUBBLICANA. Tanto per saperlo”.

Sproporzionata e ben oltre le prescrizioni del Levitico la reazione di Israele alla strage del 7 Ottobre 2023

Che dire? Che la giornata di ieri è passata. E che forse è stato un errore vietare la manifestazione pro-Palestinesi a Roma. Un divieto che ha ridotto la partecipazione delle persone, questo bisogna riconoscerlo. Ma non è stato un atto di grande democrazia. Difficile, in questo contesto, restare al di sopra delle parti. L’importante è ricordare che il ritorno della guerra in Medio Oriente è stato provocato dalla strage del 7 Ottobre dello scorso anno, quando Hamas ha ucciso oltre mille 200 israeliani, prendendo oltre 100 ostaggi. Levitico, Wikipedia: “Il Libro del Levitico o Terzo Libro di Mosè è il terzo libro della Torah ebraica e della Bibbia cristiana. È composto da 27 capitoli, scritti in ebraico, contenenti quasi esclusivamente leggi religiose e sociali, ad uso dei sacerdoti e dei leviti, che Mosè diede agli Ebrei durante il soggiorno nel deserto del Sinai”. Nel Levitico 24, 19-20 leggiamo: “Se uno farà una lesione al suo prossimo, si farà a lui come egli ha fatto all’altro: frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatto all’altro”. Non siamo molto d’accordo con le prescrizioni del Levitico ma non possiamo notare una sproporzione: con molta probabilità, nella strage del 7 Ottobre dello scorso anno i cittadini israeliani morti sono stati più di mille e 200, tanto che c’è chi scrive che i morti sarebberpo mille e 500. Ma la reazione di Israele ci sembra sproporzionata, se è vero che tra Gaza e Libano si contano oltre 40 mila morti: e le stragi provocate dagli israeliani continuano.

Non dimentichiamo che in Medio Oriente va in scena uno scontro a sfondo religioso. Solo la Cina di Xi Jinping è riuscita ad avvicinare e far dialogare Paesi da sempre distanti. Ma la guerra in Ucraina, la strage del 7 Ottobre 2023 e poi la guerra a Gaza hanno bloccato tutto. Non ci resta che Trump

In questa guerra arabo-israeliana, che si protrae tra alti e bassi da quando l’ONU ha voluto lo Stato di Israele, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, c’è uno scontro tra i rappresentanti di due religioni monoteiste: ebraismo e Islam. E quando nelle guerre ci sono di mezzo le religioni, si sa, è difficile trovare soluzioni di pace. Un elemento oggettivo che non può essere negato è che, fino ad oggi, l’Occidente non è riuscito a trovare una soluzione di pace tra arabi e israeliani. Anzi, se proprio la dobbiamo dire tutta, le guerre in Medio Oriente sono state, tra altri e bassi, una variabile keynesiana di sostegno alla domanda di armi. Fino a prima dello scoppio della guerra in Ucraina, grazie alla paziente mediazione della Cina, c’è stato un avvicinamento tra Paesi del Medio Oriente che, da sempre, sono stati su fronti opposti. E’ altrettanto oggettivo ammettere che con lo scoppio della guerra in Ucraina e, poi, con la strage del 7 Ottobre e con la guerra che stiamo vivendo, i passi avanti fatti in direzione della pace in Medio Oriente sono stati in buona parte azzerati. Poiché ci sembra improbabile, se non impossibile, che il tentativo di pacificazione in Medio Oriente portato avanti dal presidente cinese Xi Jinping non abbia convolto la lobby ebraica mondiale, dobbiamo dedurre che chi ha voluto prima la guerra in Ucraina e poi la guerra a Gaza lo ha fatto anche per interrompere il dialogo tra Cina e lobby ebraica mondiale. La riprova sta nel fatto che oggi il capo del Governo israeliano, Benjamin ‘Bibi’ Netanyhau, piena espressione della lobby ebraica mondiale, sia in totale dissidio con l’attuale amministrazione americana Democratica di Joe Biden. Il doppio augurio è che gli americani, in occasione delle imminenti elezioni presidenziali, mandino a casa i Democratici, che sono i veri protagonisti del caos che oggi travolge il mondo, e che, una volta eletto alla Casa Bianca, Donald Trump riesca a cambiare le cose in meglio, in Ucraina e in Medio Oriente.

Foto tratta da Il Fatto Quotidiano

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